Settimana della 5 domenica di Avvento – martedì
La spiritualità di Avvento per questo giorno
Anche oggi immagini forti guidano il nostro cammino.
La Parola di Dio per questo giorno
GEREMIA 30, 1-9
Lettura del profeta Geremia
Parola rivolta a Geremia da parte del Signore: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: Scriviti in un libro tutte le cose che ti ho detto, perché, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali cambierò la sorte del mio popolo, d’Israele e di Giuda – dice il Signore – e li ricondurrò nella terra che ho concesso ai loro padri e ne prenderanno possesso». Queste sono le parole che il Signore pronunciò riguardo a Israele e a Giuda: «Così dice il Signore: Si ode un grido di spavento, di terrore, non di pace. Provate a vedere se un maschio può partorire. Perché allora vedo tutti gli uomini con le mani sui fianchi come una partoriente? Perché ogni faccia è stravolta, impallidita? Ohimè! Grande è quel giorno, non ce n’è uno simile! Sarà un tempo di angoscia per Giacobbe, ma ne uscirà salvo. In quel giorno – oracolo del Signore degli eserciti – romperò il giogo togliendolo dal suo collo, spezzerò le sue catene; non serviranno più gli stranieri. Serviranno il Signore, loro Dio, e Davide, loro re, che farò sorgere in mezzo a loro».
SALMO Sal 88 (89)
Canterò in eterno l’amore del Signore.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». R
«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia. R
PROFETI Zc 12, 1-7a
Lettura del profeta Zaccaria
Oracolo. Parola del Signore su Israele. Oracolo del Signore che ha dispiegato i cieli e fondato la terra, che ha formato il soffio vitale nell’intimo dell’uomo: «Ecco, io farò di Gerusalemme come una coppa che dà le vertigini a tutti i popoli vicini, e anche Giuda sarà in angoscia nell’assedio contro Gerusalemme. In quel giorno io farò di Gerusalemme come una pietra pesante per tutti i popoli: quanti vorranno sollevarla ne resteranno graffiati; contro di essa si raduneranno tutte le nazioni della terra. In quel giorno – oracolo del Signore – colpirò tutti i cavalli di terrore, e i loro cavalieri di pazzia; mentre sulla casa di Giuda terrò aperti i miei occhi, colpirò di cecità tutti i cavalli dei popoli. Allora i capi di Giuda penseranno: “La forza dei cittadini di Gerusalemme sta nel Signore degli eserciti, loro Dio”. In quel giorno farò dei capi di Giuda come un braciere acceso in mezzo a una catasta di legna e come una torcia ardente fra i covoni; essi divoreranno a destra e a sinistra tutti i popoli vicini. Solo Gerusalemme resterà al suo posto. Il Signore salverà in primo luogo le tende di Giuda».
VANGELO Mt 22, 15-22
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. I farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque dal Signore Gesù i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.
Geremia
L’immagine del “giorno del Signore” era molto importante al tempo dei profeti. Tutti i profeti hanno, in qualche modo, predicato su questo tema. “Giorno del Signore” era il giorno sospirato dal pio ebreo, che attendeva la manifestazione del Signore perché Dio avrebbe debellato tutti gli empi e fatto risplendere la santità di Israele. È per questo che gli uomini di fede attendevano quel giorno quasi sospirando ad esso. Eppure il profeta interviene con molta forza, per dire che non sarà così. Israele si aspetta un premio che non verrà. Sarebbe come se un maschio potesse partorire! Altra immagine molto eloquente per dire l’impossibilità di un caso. Ebbene, dice il profeta, invece di invocare il giorno del Signore come giorno di liberazione dalle angustie del tempo presente, occorrerebbe avere più fede e tornare ad essere popolo amico di Dio. Così il profeta, ancora una volta, ci dice che non è l’appartenenza ad un popolo, ma il cuore puro ad essere discriminante nella storia della salvezza.
Zaccaria
Il profeta Zaccaria ci concede di continuare la meditazione. Gerusalemme è presentata non solo come immagine della capitale di Israele, ma anche e per eccellenza, come la città della fede. Il profeta dice che, in ogni tempo, nel mondo, che pure è creato da Dio, ci sono sempre uomini che avversano la fede. Uomini che vogliono combattere contro Gerusalemme, uomini che si radunano da tutti i luoghi della terra per mettersi contro Gerusalemme. È da sempre così e per sempre sarà così: la fede sarà sempre avversata. Il profeta, però, aggiunge un’altra immagine. Arriverà il tempo in cui Dio renderà ciechi i cavalli di coloro che combattono contro Gerusalemme e renderà pazzi i loro cavalieri. Immagine molto forte per dire che la fede sarà avversata fino alla fine dei tempi, ma alla fine Dio trionferà. Dio sopporta l’iniquità dell’uomo, ma fino ad un certo punto. Dio sopporta ciò che l’uomo può fare, ma come dice il proverbio, non lascia strafare. Chi si sarà messo contro Dio, alla fine, scoprirà il male che proviene dalla sua condotta. Mentre è certo, ci rassicura il profeta e con lui tutta la Scrittura sia del Primo che del Nuovo Testamento, Dio vincerà su tutto.
Vangelo
Il Vangelo, con un’altra immagine, ci permette di concludere la meditazione. Una moneta, qualsiasi moneta al mondo, porta in sé l’effige di chi l’ha fatta coniare. È tipico di ogni regno, è tipico di ogni nazione. Così, però, avverte il Signore, è anche per l’anima. Anche l’anima porta in sé stessa iscritto il nome di Colui che l’ha voluta, di colui che l’ha creata. Ecco perché il compito dell’uomo consiste nel “rendere a Dio quello che è di Dio”, lasciando che le cose del mondo abbiano un po’ il loro corso e la loro fine. Compito dell’uomo è non dimenticarsi mai di essere un’anima che porta in sé la somiglianza di Dio creatore. Quando non è così, si perde tutto il senso delle cose, il senso della vita.
Il nostro cammino alla luce di queste immagini
Il nostro compito – non so se ci pensiamo mai – è di ricordare continuamente che noi siamo anime che portano in sé l’effige di Dio. Credo che la parola del Vangelo sia davvero molto consolante. Noi tutti siamo voluti da Dio, siamo da lui pensati, siamo da lui amati, siamo da lui chiamati a sé in tutti i modi possibili. Anche questo cammino di Avvento che va verso il suo termine è un modo con il quale il Signore sta cercando di attirare a sé la nostra anima, per permetterle di riscoprire che essa porta in sé la somiglianza di Dio. Così non dobbiamo dimenticare che la fede è davvero come una coppa che dà vertigini, e non dobbiamo preoccuparci se, anche nel nostro tempo, vediamo molti attaccare l’universo della fede, in tutti i modi possibili. In questo modo di attaccare la fede c’è anche l’attacco alla Chiesa. Anche di questo non dobbiamo preoccuparci, perché fa parte della sua vita. Anzi, ogni attacco alla Chiesa, se un’anima non si perde, rende la Chiesa più forte. D’altronde è ben chiaro che il grano e la zizzania devono crescere insieme fino alla fine dei tempi. Non è assolutamente possibile separare prima l’uno dall’altra. Dobbiamo, quindi, accettare ciò che è e ciò che avviene…
Intenzioni di preghiera
Preghiamo per noi, per non essere fragili e per non lasciarci confondere dagli attacchi alla Chiesa o, più in generale, dagli attacchi al mistero della fede in sé. Chiediamo al Signore la forza di saper resistere a tutto questo universo di attacchi, perché non possiamo fare altro che continuare a camminare nella direzione voluta da Dio, che è anche quella di saper sostenere il confronto di fede.
Preghiamo per saper attendere il giorno del Signore. Forse a noi il giorno della morte o il giorno che chiamiamo “della fine del mondo” fa paura. I profeti ci hanno insegnato, invece, ad attenderlo, perché è il giorno della manifestazione piena del mistero di Dio. Chiediamo questa grazia dell’attesa, quell’attesa di cui l’Avvento è stato simbolo.
Preghiamo per ricordarci sempre che siamo immagine e somiglianza di Dio, cercando di rendere sempre più splendente in noi quell’immagine che ci è depositata dentro.