Settimana della 6 domenica dopo l’Epifania – mercoledì
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Sir 27, 16-21
Lettura del libro del Siracide
Chi svela i segreti perde l’altrui fiducia e non trova più un amico per il suo cuore. Ama l’amico e sii a lui fedele, ma se hai svelato i suoi segreti, non corrergli dietro, perché, come chi ha perduto uno che è morto, così tu hai perduto l’amicizia del tuo prossimo. Come un uccello che ti sei fatto scappare di mano, così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai. Non inseguirlo, perché ormai è lontano, è fuggito come una gazzella dal laccio. Perché si può fasciare una ferita e un’ingiuria si può riparare, ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.
SALMO Sal 89 (90)
Donaci, Signore, la sapienza del cuore.
Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
e il loro agitarsi è fatica e delusione;
passano presto e noi voliamo via. R
Chi conosce l’impeto della tua ira
e, nel timore di te, la tua collera?
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio. R
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. R
VANGELO Mc 9, 33-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Vangelo
“Di che cosa stavate parlando lungo la via?”. Il Signore si interessa dei discorsi dei discepoli. Non è curiosità la sua, ma, ben sapendo la risposta, o avendo intuito come si stanno comportando, decide di prendere posizione. “Essi, infatti, per la strada avevano discusso su chi fosse il più grande”. Spesso, nel Vangelo, troviamo qualche passo in cui si fa riferimento al discepolo che è interessato al proprio ruolo. È per questo che si discute su chi sia il più grande! “Se uno vuole essere il primo sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. È una delle frasi più difficili del Vangelo. È, forse, contro la natura dell’uomo il cercare l’ultimo posto. Da che mondo è mondo, l’uomo, in qualsiasi contesto sociale e culturale, ha cercato non l’ultimo ma il primo posto. Gesù lo sa e non rimprovera il discepolo ma indica un criterio diverso a cui conformarsi: il criterio del servizio.
Siracide
Il Siracide aveva un piccolo ma gustoso brano sull’amicizia. Il silenzio, la custodia di ciò che viene detto, la discrezione sono la base del rapporto di amicizia, per il sapiente. Anzi, il sapiente diceva che, quando si svelano i segreti ricevuti in custodia da una persona, non c’è più niente da fare. Tutto è perduto e occorre solamente percorrere altre strade. Parole molto forti, eppure vere. La custodia dell’amicizia, ma più in generale la custodia dei rapporti umani, parte proprio da questa capacità di custodire ciò che viene confidato.
Per noi
Credo che oggi tutti faremmo molto bene a sostare sulle parole del Vangelo, che sono davvero difficili da mettere in pratica anche per ciascuno di noi. Essere in mezzo agli altri come colui che serve ha una serie di implicazioni di non poco conto.
A livello personale credo che sia chiesto a ciascuno di scegliere ciò che gli altri non scelgono. È questa la vera novità del Vangelo, quella che è più difficilmente comprensibile anche da ciascuno di noi. Chi vive questo criterio fa ciò che gli altri scartano, si rende presente dove gli altri non sono, opera secondo quei criteri che gli altri scartano. Se provate a pensarci è l’esatto opposto di quello che noi tutti pensiamo, perseguiamo. Tutti cerchiamo visibilità, posizioni riconoscibili, forse anche cerchiamo di prevalere sugli altri. Non credo che nessuno di noi voglia fare ciò che gli altri non fanno. Nei più giovani c’è una vera e propria omologazione. Certo negativa, per la maggior parte dei casi. Il cristiano è l’uomo che non cerca di omologarsi, se non ai criteri di vita rivelati dal Signore Gesù. Proviamo a chiederci:
- Noi viviamo così? Noi facciamo così?
A livello ecclesiale il Papa ci richiama molto spesso questo criterio. Anche come chiesa, anche come assemblea di credenti facciamo molta fatica a fare tutto questo. Infatti, essere parte di una chiesa che cerca l’ultimo posto, che non si omologa ai criteri di vita degli uomini, significa costruire una chiesa molto diversa da quella che abbiamo conosciuto e da quella che abbiamo vissuto fino ad ora e cioè una chiesa di tradizione, una chiesa di maggioranza, una chiesa, in qualche modo, egemone. Nei prossimi anni, nei prossimi decenni, credo che cambieremo molto: non siamo già più chiesa di maggioranza e lo saremo sempre meno. Non avremo più i privilegi che il tempo ci ha consegnato. Insomma, saremo in una posizione propizia per scegliere ciò che gli altri non scelgono e per servire lì dove gli altri mancano. Ma come arriveremo a questo? Credo che nessuno lo sappia e che tutto sia nelle mani del Signore!
Chiediamo al Signore di fermarsi presso di noi, chiediamo al Signore di insegnarci che questo criterio di vita dipende proprio da cosa abbiamo nel cuore, da cosa scegliamo, da cosa vogliamo essere. Chiediamo al Signore questa grazia, per non essere mai lontano da quel criterio di vita che Lui stesso ha dato perché non abbiamo a perderci tra le cose degli uomini ma ad arricchire presso di Lui.