Venerdì 16 aprile

Settimana della 2 domenica di Pasqua – Venerdì

Vangelo

Gv 3, 22-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

La liturgia di oggi ci permette di proseguire ancora la riflessione sul tema del Battesimo. Come tutti sappiamo e come il Vangelo più volte mette in luce, il battesimo era il cuore della proposta di fede di Giovanni il Battista. Il suo battesimo per la conversione dei peccatori era il motivo per cui egli era cercato dalla gente.

Gesù, dopo aver iniziato il suo ministero, si intrattiene per qualche tempo presso il Giordano e anche Lui battezza. Suscita così l’invidia e la preoccupazione di alcuni discepoli di Giovanni che si preoccupano che “rubi” clienti, si metta in concorrenza con il Battista stesso. Non così pensa Giovanni che, al contrario, non solo non è preoccupato dalla situazione, ma comprende bene che la “scena” deve essere ora tutta del Signore.

Giovanni comprende la “verità” della sua chiamata e del suo ministero. Il suo compito di introduzione rispetto al ministero di Gesù è finito. Ora tocca a Gesù portare a termine quella rivelazione del Padre per la quale egli è venuto.

Atti

At 5, 1-11
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Un uomo di nome Anania, con sua moglie Saffìra, vendette un terreno e, tenuta per sé, d’accordo con la moglie, una parte del ricavato, consegnò l’altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ti ha riempito il cuore, cosicché hai mentito allo Spirito Santo e hai trattenuto una parte del ricavato del campo? Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e l’importo della vendita non era forse a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest’azione? Non hai mentito agli uomini, ma a Dio». All’udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. Un grande timore si diffuse in tutti quelli che ascoltavano. Si alzarono allora i giovani, lo avvolsero, lo portarono fuori e lo seppellirono. Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò sua moglie, ignara dell’accaduto. Pietro le chiese: «Dimmi: è a questo prezzo che avete venduto il campo?». Ed ella rispose: «Sì, a questo prezzo». Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati per mettere alla prova lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta quelli che hanno seppellito tuo marito: porteranno via anche te». Ella all’istante cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta, la portarono fuori e la seppellirono accanto a suo marito. Un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in tutti quelli che venivano a sapere queste cose.

Il tema della “verità” della vita, dell’esistenza, viene portato avanti anche nella riflessione degli Atti degli Apostoli. Il caso è davvero assai curioso, si tratta di una coppia, un uomo e una donna, che vorrebbero imitare coloro che, convertendosi, mettono i propri beni in comune, ma che attuano un comportamento di menzogna e di falsità. Intascano una parte del ricavato, dichiarando il falso a Pietro. Probabilmente non sono succubi della ricchezza, ma temono che, mettendo le cose in comune, poi non ci sia chi pensi a loro. Il loro ragionamento è di scarsa stima nella provvidenza e, probabilmente, anche di mancanza di fiducia nella comunità cristiana. San Luca, ad ogni buon conto, insiste molto sulla menzogna che opera nei loro cuori. Menzogna che non sfugge a San Pietro che opera per la verità. La morte che assale Anania e Saffira è, forse, un infarto per essere stati scoperti nella trama malvagia attuata. È comunque un segno con il quale si opera per la verità. Pietro è chiamato a fare questo ed è investito da una particolare forza dello Spirito Santo che opera per mezzo di lui.

Il tema si intreccia con quello della riflessione evangelica. Il battezzato è chiamato a cercare la verità dei suoi giorni, la verità della propria esistenza. Negare questa verità, smettere di cercare la verità dei propri giorni è come morire. La riflessione è molto sottile ed acuta: il battezzato che non cerca la verità e che fa morire questo desiderio dell’anima, corrompe la sua vocazione e porta alla morte lo Spirito che è in lui grazie al Battesimo.

Per noi

Anche noi siamo battezzati, anche noi siamo pervenuti alla fede proprio attraverso questo grande sacramento.  Credo che tutti possiamo nuovamente proporci la domanda che già ci siamo posti più volte:

  • Qual è la verità dei nostri giorni?

Io credo che tutti ci siamo già posti questa domanda, tutti abbiamo cercato di capire a cosa serva la nostra vita. Tutti siamo già stati capaci di chiederci quale sia il senso della vita dell’uomo, e quindi anche della nostra, per non lasciare che i giorni trascorrano veloci e invano e per dare un senso compiuto all’esistenza che abbiamo ricevuto come dono da Dio.

La nostra fede battesimale dovrebbe portarci a scoprire la nostra vocazione. Vocazione che non è solo progetto di vita, ma anche modalità per dare senso pieno ai nostri giorni. Vocazione che conosce diversi tempi: il tempo del sorgere, il tempo della realizzazione, il tempo nel quale prepararsi a quell’incontro con Dio che sarà la vita eterna. Anche noi siamo chiamati a tutto questo. Chiediamo al Signore la grazia di saper operare la verità dei nostri giorni per giungere a quella sapienza del cuore che stiamo cercando di ottenere in tutto questo anno pastorale.

2021-04-09T09:35:40+02:00