Venerdì 16 luglio

Settimana della 7 domenica dopo Pentecoste – Venerdì

Giudici

Gdc 6, 33-40
Lettura del libro dei Giudici

In quei giorni. Tutti i Madianiti, Amalèk e i figli dell’oriente si radunarono, passarono il Giordano e si accamparono nella valle di Izreèl. Ma lo spirito del Signore rivestì Gedeone; egli suonò il corno e gli Abiezeriti furono convocati al suo seguito. Egli mandò anche messaggeri in tutto Manasse, che fu pure chiamato a seguirlo; mandò anche messaggeri nelle tribù di Aser, di Zàbulon e di Nèftali, le quali vennero a unirsi agli altri. Gedeone disse a Dio: «Se tu stai per salvare Israele per mano mia, come hai detto, ecco, io metterò un vello di lana sull’aia: se ci sarà rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resterà asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto». Così avvenne. La mattina dopo Gedeone si alzò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d’acqua. Gedeone disse a Dio: «Non adirarti contro di me; io parlerò ancora una volta. Lasciami fare la prova con il vello, una volta ancora: resti asciutto soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno». Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu rugiada su tutto il terreno.

Rileggiamo insieme, anzitutto, la storia di Gedeone, questo brano bellissimo della storia dei Giudici, per non interromperlo, benché oggi lasceremo spazio anche alla devozione mariana nella festa della Madonna del monte Carmelo.

Gedeone è un uomo straordinario, uno al quale viene proposto di salvare Israele, quindi un compito di primaria importanza, eppure rimane legato a piccoli segni. Un uomo maturo, che deve dare risalto alla azione di Dio e che chiede due segni quasi infantili. Chiede, come abbiamo sentito, di conoscere veramente la volontà di Dio da questo panno che prima si deve bagnare di rugiada su un terreno che rimane asciutto e, poi, deve rimanere asciutto mentre il terreno si bagna di rugiada. Sembra davvero un segno scaramantico. Eppure è indice di una disponibilità di fede. Gedeone, conoscendo da questo segno che è chiamato a qualcosa di grande, si impegna a corrispondere al disegno di Dio. È il segno di una libertà che si gioca per Dio e che si lascia plasmare dal Signore.

Vangelo

Lc 10, 1b-7a
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa».

Così come i 72 del Vangelo. Sono un altro gruppo che il Signore ha costituito. Accanto ai 12 discepoli, ecco che altri danno la propria disponibilità per stare con il Signore e per diventare un aiuto alla missione. Gesù chiede anche a loro le stesse cose che sono state chieste ieri ai 3 chiamati mentre si dirige a Gerusalemme, che sono poi le medesime che sono state chieste ai 12. Gesù chiede libertà. Libertà interiore, libertà dalle cose, libertà nelle relazioni e un grande desiderio di servire Dio, come già Gedeone. Queste sono le condizioni per seguirlo e per dare spazio alla fede nel contesto della chiamata.

Per noi

Sono queste anche le dimensioni che vediamo riflesse nella vita della Beata Vergine Maria. Come Gedeone ella è una “povera di Jhwh”, una donna che si fida di Dio ma che non appartiene a nessuna casata nobile, o con grandi disponibilità alle sue spalle. Maria mette nelle mani di Dio la sua pochezza ed è Dio che la trasforma in disponibilità.

Maria partecipa alla missione dei discepoli, ma non è mai in primo piano. Sappiamo che ella fu il punto di riferimento, specie nella Chiesa nascente, eppure appare pochissimo anche all’interno delle Scritture. Sappiamo che le grandi cose che ha fatto Maria non sono nate dal calcolo delle sue possibilità, ma sempre e solo dall’aver rimesso nelle mani di Dio la sua pochezza.

Il titolo con la quale la onoriamo oggi, la Madonna del Monte Carmelo, riguarda poi un luogo molto caro alla memoria del Primo Testamento e, soprattutto, alla vocazione e al ministero dei profeti, ed in particolare di Elia. Il Monte Carmelo è poi il monte dove già nei primi secoli di vita della Chiesa alcuni monaci si erano ritirati, onorando in preghiera la Madre di Dio e la sua presenza nella Chiesa.

Noi, oggi, riceviamo da tutti questi fattori – la parola di Dio in primis e poi la tradizione – un caldo invito a rimetterci nelle mani di Dio per quello che siamo. Magari non siamo chiamati a grandi cose come Gedeone o come la Vergine Santa, ma anche il nostro contributo alla vita della Chiesa sarà essenziale. Ciò che occorre è la disponibilità del cuore, la prontezza dello Spirito, il desiderio di lavorare per il bene delle anime, senza ricevere nulla in cambio. È questo lo stile del discepolo, del missionario, perché è lo stile di Gesù, lo stile di chi ha messo tutto a disposizione degli uomini senza chiedere nulla in cambio.

Impariamo questo stile di dedizione sincera e gratuita e, siccome siamo nel tempo estivo, cerchiamo di trovare anche il tempo di una generosa donazione di amore a coloro che possono essere nel bisogno o che sappiamo soffrire la solitudine. È questa una buona opportunità per compiere la volontà di Dio.

2021-07-09T09:38:33+02:00