Venerdì 16 ottobre

Settimana della 6 domenica dopo il martirio – Venerdì

Vangelo

Lc 22,31-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Pietro: «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte».

Non c’è uomo che, entrato in San Pietro in Vaticano, non sia rimasto incantato dalle scritte sul fregio della Basilica. Non c’è credente che, anche ad una prima lettura, non si sia lasciato incantare da queste parole: “… e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli…”. Sono tra le parole più belle della vita di San Pietro.

Intanto dicono la partecipazione di Pietro alla vita di tutti gli uomini e al percorso di fede di tutti gli uomini, che è fatto di professioni altisonanti ma anche di defezioni; che è fatto di grazia che continuamente si riceve ma anche di peccato che tenta di cancellarla; che è fatto di momenti in cui ci si sente trascinati dagli altri, ma anche di momenti in cui si ha il vivo desiderio di trascinare gli altri.

Pietro ha vissuto tutto questo e il bello del vedere queste parole dette a tutti gli uomini e le donne che entrano in San Pietro, crea un’altra partecipazione: la partecipazione di tutti a lasciarsi confortare e a lasciarsi edificare dalla fede di quel povero pescatore di Galilea sulla quale si fonda la fede della Chiesa.

Tito

Tt 2,15c – 3, 15
Lettera di san Paolo apostolo a Tito

Carissimo, nessuno ti disprezzi! Ricorda loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini. Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, corrotti, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna. Questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista su queste cose, perché coloro che credono a Dio si sforzino di distinguersi nel fare il bene. Queste cose sono buone e utili agli uomini. Evita invece le questioni sciocche, le genealogie, le risse e le polemiche intorno alla Legge, perché sono inutili e vane. Dopo un primo e un secondo ammonimento sta’ lontano da chi e fazioso, ben sapendo che persone come queste sono fuorviate e continuano a peccare, condannandosi da sé. Quando ti avrò mandato Artema o Tichico, cerca di venire subito da me a Nicopoli, perché la ho deciso di passare l’inverno. Provvedi con cura al viaggio di Zena, il giurista, e di Apollo, perché non manchi loro nulla. Imparino così anche i nostri a distinguersi nel fare il bene per le necessita urgenti, in modo da non essere gente inutile. Ti salutano tutti coloro che sono con me. Saluta quelli che ci amano nella fede. La grazia sia con tutti voi!

Le parole più belle di questa predicazione che per noi diventa lettura sono, a mio avviso, quelle finali. “Imparino così anche i nostri a distinguersi nel far del bene per le necessità urgenti, in modo da non essere gente inutile”. Che cosa rende una vita piena? Cosa, al contrario, la rende inutile? La partecipazione al mistero di Cristo che spinge a compiere il bene rende una vita utile, piena, degna di essere vissuta, piena di senso. Una vita diventa inutile, priva di senso, inoperosa quando, anche dopo essere stata immersa per il Battesimo nella grazia di Dio, rimane inoperosa, non tende al bene, evita di dedicarsi a compiere quelle opere che sono state predisposte per l’edificazione comune. C’è una partecipazione alla grazia di Cristo, che è quella data con il Battesimo, che rende piena una vita, che non la rende inutile: è quella grazia che porta a fare del bene. Viceversa, se uno diventa partecipe dell’egoismo, della pigrizia, se uno diventa partecipe delle cose peggiori della vita di un uomo, non solo la sua vita non tende al bene, ma non ci sarà nulla che potrà salvare da quell’egoismo che spegne, in chiunque, l’attaccamento al bene.

Mi pare che anche Paolo cerchi di fare ciò che noi abbiamo udito nel Vangelo: egli cerca di confermare i suoi fratelli, perché anche loro, a loro volta, confermino altri. Paolo conferma Tito, Tito conferma la sua gente, i credenti della sua Chiesa, perché tutti si sentano chiamati a compiere il bene che possono. Il bene che è alla nostra portata diventa, quindi, la cartina di tornasole per verificare la propria fede.

Per noi

Con questi messaggi concludiamo la nostra settimana, che ci ha portato a scoprire diverse forme di partecipazione alla vita di Dio e alla vita degli uomini, che rendono bella, piena, vera, piena di senso, anzitutto la nostra vita e poi la nostra esperienza di fede. Mi pare che tutte le scritture della settimana ci dicano che una vita che si rende partecipe di molte cose ha un senso, una vita che, al contrario, non si sente partecipe di niente, perde ogni gusto per il vivere!

Vorrei che oggi tutti ci sentissimo partecipi della chiamata che tutti abbiamo a rendere bella e piena la vita. Vorrei che tutti ci sentissimo partecipi di questa azione di conforto dei fratelli che gli apostoli ci hanno trasmesso in eredità. Vorrei che, alla luce di questo ottobre missionario, trovassimo la forza di dire a tutti che una vita senza Dio è meno vera, meno bella, meno piena, meno operosa. Disponiamoci a questa missione e avremo aiutato altri a comprendere la bellezza, la positività, la grandezza di una vita che si dona a Cristo.

2020-10-09T14:23:41+02:00