Sabato 16 novembre

Ultima settimana dell’anno liturgico – sabato 

La spiritualità di questa settimana

Come ho già avuto modo di accennare, oggi è l’ultimo giorno dell’anno liturgico e, quindi, si conclude un ciclo. Con le messe vigiliari di questa sera si aprirà un nuovo Avvento con un ciclo di letture nuovo.

La Parola di questo giorno

LETTURA Dt 31, 9-18
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè scrisse questa legge e la diede ai sacerdoti figli di Levi, che portavano l’arca dell’alleanza del Signore, e a tutti gli anziani d’Israele. Mosè diede loro quest’ordine: «Alla fine di ogni sette anni, al tempo dell’anno della remissione, alla festa delle Capanne, quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che avrà scelto, leggerai questa legge davanti a tutto Israele, agli orecchi di tutti. Radunerai il popolo, uomini, donne, bambini e il forestiero che sarà nelle tue città, perché ascoltino, imparino a temere il Signore, vostro Dio, e abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge. I loro figli, che ancora non la conoscono, la udranno e impareranno a temere il Signore, vostro Dio, finché vivrete nel paese in cui voi state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano». Il Signore disse a Mosè: «Ecco, i giorni della tua morte sono vicini. Chiama Giosuè e presentatevi nella tenda del convegno, perché io gli comunichi i miei ordini». Mosè e Giosuè andarono a presentarsi nella tenda del convegno. Il Signore apparve nella tenda in una colonna di nube, e la colonna di nube stette all’ingresso della tenda. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, tu stai per addormentarti con i tuoi padri. Questo popolo si alzerà e si leverà per prostituirsi con dèi stranieri nella terra dove sta per entrare. Mi abbandonerà e infrangerà l’alleanza che io ho stabilito con lui. In quel giorno, la mia ira si accenderà contro di lui: io li abbandonerò, nasconderò loro il volto e saranno divorati. Lo colpiranno malanni numerosi e angosciosi e in quel giorno dirà: “Questi mali non mi hanno forse colpito per il fatto che il mio Dio non è più in mezzo a me?”. Io, in quel giorno, nasconderò il mio volto a causa di tutto il male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dèi».

SALMO Sal 28 (29)

Date gloria al Signore nel suo tempio santo.

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. R

La voce del Signore è sopra le acque,
tuona il Dio della gloria,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza. R

Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore siede re per sempre.
Il Signore darà potenza al suo popolo,
il Signore benedirà il suo popolo con la pace. R

EPISTOLA Rm 3, 19-26
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, noi sappiamo che quanto la Legge dice, lo dice per quelli che sono sotto la Legge, di modo che ogni bocca sia chiusa e il mondo intero sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio. Infatti in base alle opere della Legge nessun vivente sarà giustificato davanti a Dio, perché per mezzo della Legge si ha conoscenza del peccato. Ora invece, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati mediante la clemenza di Dio, al fine di manifestare la sua giustizia nel tempo presente, così da risultare lui giusto e rendere giusto colui che si basa sulla fede in Gesù.

VANGELO Mc 13, 5a. 33-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a dire ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Vangelo

Si capisce, allora, il richiamo alla vigilanza del Vangelo. Richiamo che ha caratterizzato tutti i giorni di questa settimana, ma che assume un’importanza ancora maggiore dal momento che inizia un nuovo anno liturgico. La vigilanza, infatti, è la virtù tipica dell’Avvento. È come se la liturgia ci prendesse per mano e ci chiedesse di lasciarci guidare dalla sua sapienza, quella sapienza grazie alla quale noi tutti incontriamo la misericordia di Dio, anche se non siamo capaci di vigilare, anche se non siamo capaci di essere lontano dal mondo del peccato.

Deuteronomio

Proprio a questo si riferisce il richiamo del Deuteronomio. Abbiamo ascoltato le parole finali pronunciate da Mosè poco prima della sua morte. Parole che prevedono, in qualche modo, quello che accadrà. Mosè sa bene che il suo popolo, arrivato finalmente nella terra della promessa, abbandonerà il suo Dio. Sorgerà presto una generazione che non ha conosciuto i prodigi di Dio e questo farà sì che verrà dimenticato tutto ciò che il Signore ha detto e raccomandato. In poche parole Mosè prevede presto l’arrivo di una generazione senza fede. Con molta forza Mosè pronuncia l’ultima sua parola che è una parola forte. All’uomo che dimenticherà Dio, Dio nasconderà il suo volto, come dire sarà maledetto. Una posizione fortissima, legata a quella retribuzione diretta delle opere su cui sostano sempre i testi del Primo Testamento.

Romani

È San Paolo che, rileggendo questa parola del Primo Testamento alla luce del Vangelo anche a lui annunziato, afferma con chiarezza che il Cristo è venuto proprio per i peccatori. È vero ciò che diceva Mosè: ad una generazione di fede succede quasi sempre una generazione di poca fede o, addirittura, di non fede. Ma Dio non dimentica nessuno, non esclude nessuno dalla sua misericordia. La salvezza data gratuitamente da Dio in Cristo sostiene il cammino di ogni uomo, anche di coloro che abbandonano Dio, anche di coloro che non sono assolutamente capaci di perseverare nelle sue vie.

Per noi e per il nostro cammino di fede

Come si vede, anche alla fine di un anno liturgico c’è una parola di fede, una parola di comprensione, una parola, soprattutto, di speranza.

L’anno liturgico che stiamo per iniziare è un anno speciale da questo punto di vista. Tra poco più di un mese inizierà il Giubileo, che sarà tutto un anno dedicato al tema della speranza. Credo che iniziare l’Avvento, per noi tutti che cerchiamo, come possiamo, di vivere un cammino di fede, significhi aprire una porta alla speranza.

La speranza della redenzione: il Giubileo, immediatamente, ci ricorda il valore della grazia donata gratuitamente da Dio all’uomo in Cristo Gesù.

La speranza della vita eterna alla luce della quale trovano senso tutti gli atti della vita presente.

La speranza di un incontro con Cristo che sempre si rinnova nel tempo, fino a quando anche noi giungeremo alla patria celeste.

Credo che oggi, proprio sorretti dalla speranza cristiana, dovremmo tutti ringraziare il Signore per i passi di fede che abbiamo compiuto quest’anno. In secondo luogo, sempre sorretti dalla medesima grazia e dalla medesima speranza, credo che dovremmo chiedere al Signore di benedirci e di guidarci mentre ci apprestiamo a vivere un anno così importante e solenne.

Maria, Madre della speranza, guidi i passi del nostro prossimo Avvento.

Provocazioni dalla Parola

  • Quale grazia chiedo a Dio in questo giorno connotato da questa spiritualità?
2024-11-09T20:58:23+01:00