Ultima settimana dell’anno liturgico – venerdì
La spiritualità di questa settimana
È ormai nella luce del prossimo Avvento che possiamo capire queste letture e lasciare che esse sostengano la preghiera di oggi.
La Parola di questo giorno
LETTURA Ap 22, 6-13
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
In quel giorno. Colui che parlava mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro». Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. E quando le ebbi udite e viste, mi prostrai in adorazione ai piedi dell’angelo che me le mostrava. Ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo, con te e con i tuoi fratelli, i profeti, e con coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare». E aggiunse: «Non mettere sotto sigillo le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. Il malvagio continui pure a essere malvagio e l’impuro a essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine».
SALMO Sal 62 (63)
Vieni, Signore: ha sete di te l’anima mia.
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua. R
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode. R
Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali. R
VANGELO Mt 25, 31-46
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che sarànno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Apocalisse
Si conclude la lettura del libro dell’Apocalisse. Anche oggi siamo di fronte ad una visione e ad una narrazione piena di significato.
Anzitutto il concetto di non mettere questa rivelazione sotto sigillo. San Giovanni che, nella prima pagina di questo libro, ci ha detto di avere avuto una rivelazione mentre si trovava nell’isola di Patmos, non vuol tenere per sé la rivelazione avuta. Vuole condividerla. Come abbiamo detto più volte, desidera anche che questa consolazione sia data a tutti, perché tutti possano sentirsi sostenuti mentre vivono il loro cammino di fede e il loro ritorno a Dio.
In secondo luogo, la rivelazione è chiara circa il tempo futuro. Il tempo sarà sempre pieno di malvagità e di malvagi. È per questo che il malvagio continuerà a fare il malvagio. Ma Dio non lascia soli. Dio interviene nelle realtà della storia e accompagna la creazione verso quel compimento che è stabilito. Il senso finale dell’Apocalisse è questo: sapere che Cristo, secondo la sua promessa, rimane con gli uomini tutti i giorni, fino alla fine del mondo, quando “tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”. È per questo che il cristiano vive in questa attesa, sapendo non solo che il tempo avrà una fine, ma che ha anche un fine: l’incontro con Cristo risorto. Ecco perché egli prega dicendo: “marana-thà, vieni Signore Gesù”, quasi volendo affrettare il tempo. Egli dice questa preghiera da un lato per ricordarsi della promessa di Cristo, dall’altro per invocare presto la sua venuta.
Cristo risponde, dicendo “io sono l’alpha e l’omega”, ovvero il principio e la fine, il principio di tutto, perché Cristo è la parola creatrice e la fine di tutto, perché tutto sarà ricapitolato in Lui e presentato attraverso di Lui, al Padre.
Vangelo
Così capiamo ancor meglio la pagina del Vangelo che abbiamo già meditato all’inizio della settimana nella festa di San Martino. Se il tempo è vissuto in questa ottica, se il tempo è vissuto come qualcosa che arriverà ad essere ripresentato in Dio da Gesù Cristo, se il tempo è dato per riavvicinarci a Cristo, allora ha senso vivere questo tempo bene, in una costante attenzione a tutte quelle opere di carità che rendono non solo il tempo buono, ma anche pieno. Se il tempo sarà pieno di opere di carità, allora ci sarà la possibilità di sperare che quanto fatto nel nome di Cristo sia già stato tentativo di avvicinamento a Lui. Se il tempo, al contrario, sarà sprecato o utilizzato per realtà che non portano a Cristo, il giudizio di Dio metterà in luce quanto non è stato fatto.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Siamo alla fine di un anno liturgico. Realtà che non ha tanto spessore, non ha certo paragoni con la fine dell’anno civile. Credo che però potrebbe essere opportuno chiederci oggi come abbiamo camminato in questo anno, quali passi in avanti (speriamo!) abbiamo fatto dall’Avvento scorso fino ad oggi. Credo che sia certamente epoca di un bilancio. Se vogliamo essere attenti al nostro cammino spirituale, dobbiamo anche permetterci di tracciare la rotta. Una rotta precisa, sicura, chiara, perché il Signore non vuole certo lasciarci nel dubbio, nella difficoltà, soprattutto nella confusione. Ecco perché fare un bilancio di come abbiamo vissuto questo tempo potrebbe aiutarci.
Mentre concludiamo questo anno liturgico, direi anche di sentirci consolati dallo Spirito di Dio che sempre sostiene la nostra vita e sempre rianima il cammino. Così, sorretti dalle tante consolazioni di cui abbiamo parlato in questi giorni, potremo essere pronti per ricominciare un nuovo anno, un nuovo tratto del nostro cammino ed esprimere a Dio tutta la nostra volontà e il nostro desiderio di seguirlo dove Egli vorrà.
Provocazioni dalla Parola
- Che bilancio faccio del mio anno liturgico?
- Quali passi sono stato capace di fare?
- Come mi preparo ad un nuovo anno?