Lunedì 17 gennaio

Settimana della 2 domenica dopo l’Epifania – lunedì

Per introdurci

Sant’Antonio, Sant’Agnese, San Sebastiano sono i santi con i quali saremo in compagnia questa settimana, in cui leggiamo sempre i testi sapienziali e le pagine del Vangelo di Marco. Fa naturalmente eccezione la grande festa della cattedra di San Pietro Apostolo che celebriamo domani.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Sir 44, 1. 23g – 45, 1. 6-13
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Il Signore Dio fece sorgere un uomo mite, che incontrò favore agli occhi di tutti, amato da Dio e dagli uomini: Mosè, il cui ricordo è in benedizione. Egli innalzò Aronne, santo come lui, suo fratello, della tribù di Levi. Stabilì con lui un’alleanza perenne e lo fece sacerdote per il popolo. Lo onorò con splendidi ornamenti e gli fece indossare una veste di gloria. Lo rivestì con il massimo degli onori, lo coronò con paramenti di potenza: calzoni, tunica ed efod. Lo avvolse con melagrane e numerosi campanelli d’oro all’intorno, che suonassero al muovere dei suoi passi, diffondendo il tintinnio nel tempio, come memoriale per i figli del suo popolo. Lo avvolse con una veste sacra d’oro, violetto e porpora, opera di ricamatore, con il pettorale del giudizio, con i segni della verità e con tessuto di scarlatto filato, opera d’artista, con pietre preziose, incise come sigilli, incastonate sull’oro, opera d’intagliatore, quale memoriale, con le parole incise secondo il numero delle tribù d’Israele. Sopra il turbante gli pose una corona d’oro con incisa l’iscrizione sacra, insegna d’onore, lavoro vigoroso, ornamento delizioso per gli occhi. Prima di lui non si erano viste cose tanto belle, mai uno straniero le ha indossate, ma soltanto i suoi figli e i suoi discendenti per sempre.

SALMO Sal 98 (99)

Esaltate il Signore, nostro Dio.

Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti
Samuele tra quanti invocavano il suo nome:
invocavano il Signore ed egli rispondeva. R

Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato.
Signore, nostro Dio, tu li esaudivi. R

Eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! R

VANGELO Mc 3, 7-12
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Vangelo

Siamo, credo, molto “abituati” ad ascoltare brani di Vangelo come quello che abbiamo letto oggi. L’attività taumaturgica del Signore occupa molte pagine del Vangelo. Stupisce però, in questa pagina del Vangelo di Marco, la differenza tra la perenne ricerca della solitudine che Gesù compie e che ha sempre a cuore, che si alterna, poi, alla sua attività pubblica, al suo stare in mezzo alla gente, al suo passare beneficando e salvando, come il Vangelo spesso mostra. C’è un’alternanza perfetta tra il tempo del silenzio, della solitudine ricercata, del tempo passato con il Padre e il tempo passato in mezzo agli uomini. Si direbbe quasi che, proprio con quella ricarica di silenzio, con quella prolungata solitudine nel deserto, Gesù acquisisca sempre più il desiderio di stare con gli uomini e di mostrare il frutto di quella condivisione di amore che abbiamo appena celebrato nel Natale. Come stupisce anche questo dialogo diretto tra il Signore e il demonio. Come sappiamo, già fin dalle tentazioni nel deserto, c’è un rapporto diretto tra il demonio e Cristo. I demoni che compaiono nel Vangelo mostrano di avere sempre perfetta conoscenza dell’identità del Signore, mentre il Signore mostra sempre una potenza e una forza in grado di scacciare qualsiasi demonio. La potenza di Dio è, infatti, infinitamente superiore a quella del demonio stesso.

Siracide

Il sapiente, quest’oggi, tesseva l’elogio di Mosè e di Aronne, i due grandi punti di riferimento per la vita del popolo di Israele al tempo dell’Esodo. La descrizione che abbiamo ascoltato è una descrizione liturgica: essi venivano ritratti nei loro paramenti sacri, per dire il loro onore e il loro potere. Anche loro, al di là della descrizione solenne a cui il sapiente ci ha introdotto, erano però uomini che amavano profondamente il silenzio, soprattutto Mosè, che aveva imparato a stare da solo per periodi prolungati nel deserto. Eppure questi due uomini di silenzio, di preghiera, di contemplazione, sono stati umili servitori del loro popolo. Anzi, proprio perché uomini del silenzio, uomini della contemplazione e della preghiera, sono stati anche uomini capaci di stare in mezzo alla gente e di servire il loro popolo secondo quello che Dio ha chiesto alle loro persone e al loro tempo.

Per noi

Così, però, è stato Sant’Antonio, il santo di cui oggi celebriamo la memoria. Egli fu uomo del deserto, uomo capace di stare da solo, uomo capace di stare nel silenzio, di stare nella solitudine. Anzi, propriamente è il primo uomo che, inaugurando il monachesimo, sceglie di stare nel deserto, dove vive lunghissimi periodi come se fossero un ritiro, lasciandosi richiamare solo dal suo popolo e per le questioni più urgenti del suo tempo. Antonio è l’uomo della preghiera di vigilanza, la preghiera che non viene mai meno, la preghiera del cuore. Non solo. Come sappiamo dalla sua biografia, anche Antonio è stato capace di servire gli uomini, accogliendo quelli che, spontaneamente, andavano da lui, per fermarsi con lui, dei quali divenne il maestro, o solamente per un consiglio, per una condivisione momentanea, per un conforto. Anche di Antonio si dice che incontrasse abitualmente il demonio, che veniva per tentarlo e per dissuaderlo da un proposito di santità così forte e così santo. Sappiamo che fu sempre il demonio ad uscirne sconfitto e che Antonio stesso insegnava ai suoi a riconoscere la presenza demoniaca per vincerla e abbatterla.

Credo che le Scritture e la vita di Sant’Antonio ci stiano dicendo che occorre, anche a noi, anche per la nostra vita, saper alternare momenti di silenzio, di ritiro, di solitudine forzata, rispetto ad altri momenti più sereni, più tranquilli. Momenti nei quali si serve l’uomo, appunto perché colmi della contemplazione del mistero di Dio.

È proprio questa la grazia che chiediamo per intercessione di Sant’Antonio Abate, amico di Dio, amico degli uomini.

2022-01-14T11:49:23+01:00