Mercoledì 18 maggio

Settimana della 5 domenica di Pasqua – mercoledì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA At 23, 12-25a. 31-35
Lettura degli Atti degli Apostoli

Fattosi giorno, i Giudei ordirono un complotto e invocarono su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non avessero ucciso Paolo. Erano più di quaranta quelli che fecero questa congiura. Essi si presentarono ai capi dei sacerdoti e agli anziani e dissero: «Ci siamo obbligati con giuramento solenne a non mangiare nulla sino a che non avremo ucciso Paolo. Voi dunque, insieme al sinedrio, dite ora al comandante che ve lo conduca giù, con il pretesto di esaminare più attentamente il suo caso; noi intanto ci teniamo pronti a ucciderlo prima che arrivi». Ma il figlio della sorella di Paolo venne a sapere dell’agguato; si recò alla fortezza, entrò e informò Paolo. Questi allora fece chiamare uno dei centurioni e gli disse: «Conduci questo ragazzo dal comandante, perché ha qualche cosa da riferirgli». Il centurione lo prese e lo condusse dal comandante dicendo: «Il prigioniero Paolo mi ha fatto chiamare e mi ha chiesto di condurre da te questo ragazzo, perché ha da dirti qualche cosa». Il comandante lo prese per mano, lo condusse in disparte e gli chiese: «Che cosa hai da riferirmi? ». Rispose: «I Giudei si sono messi d’accordo per chiederti di condurre domani Paolo nel sinedrio, con il pretesto di indagare più accuratamente nei suoi riguardi. Tu però non lasciarti convincere da loro, perché più di quaranta dei loro uomini gli tendono un agguato: hanno invocato su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non l’avessero ucciso; e ora stanno pronti, aspettando il tuo consenso». Il comandante allora congedò il ragazzo con questo ordine: «Non dire a nessuno che mi hai dato queste informazioni». Fece poi chiamare due dei centurioni e disse: «Preparate duecento soldati per andare a Cesarèa insieme a settanta cavalieri e duecento lancieri, tre ore dopo il tramonto. Siano pronte anche delle cavalcature e fatevi montare Paolo, perché venga condotto sano e salvo dal governatore Felice». Scrisse una lettera. Secondo gli ordini ricevuti, i soldati presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipàtride. Il giorno dopo, lasciato ai cavalieri il compito di proseguire con lui, se ne tornarono alla fortezza. I cavalieri, giunti a Cesarèa, consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono Paolo. Dopo averla letta, domandò a Paolo di quale provincia fosse e, saputo che era della Cilìcia, disse: «Ti ascolterò quando saranno qui anche i tuoi accusatori». E diede ordine di custodirlo nel pretorio di Erode.

SALMO Sal 123 (124)

Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.

Se il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera. R

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose. R

Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati. R

VANGELO Gv 12, 20-28
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

Vangelo

Anche oggi il Vangelo ci mostra l’opera dello Spirito nella vita di Gesù “L’ho glorificato e lo glorificherò ancora”. Queste parole sono dette in un momento molto particolare della vita del Signore. Siamo ormai molto prossimi alla Pasqua e, quindi, siamo nell’imminenza della sua passione, morte e risurrezione. Ma siamo anche in un contesto dove non sono presenti solo gli apostoli, ma anche delle persone di origine greca, degli stranieri che vorrebbero vedere Gesù. È a tutti loro che Gesù propone la meditazione sul chicco di grano che se non cade in terra e non muore rimane da solo, se invece muore produce molto frutto. Immediatamente a capire questa “regola di vita”, sono Filippo e Andrea. Filippo che è il grande mediatore, il grande tessitore di trame proprio con i greci. Lui stesso aveva un nome greco, era di mentalità molto aperta, comprende subito che il messaggio del Signore è universale e non certo solo per pochi eletti. Andrea che è sempre all’opera in disparte, potremmo dire che la sua vocazione è quella di predisporre tutto e bene perché si realizzino grandi cose, quelle grandi cose che Dio opera quando il cuore dell’uomo lo accoglie e lo venera. Due apostoli che fanno esattamente come Gesù chiede: lasciano che sia la loro vita, pian piano, a consumarsi nelle cose del ministero e attirano la gente a Gesù.

Atti

La pagina degli Atti ci ripropone, in fondo, la stessa dinamica. Paolo è particolarmente convinto che la sua vita non dovrà finire in quel momento. Sente, in qualche maniera misteriosa o capisce con l’intelligenza dello Spirito, che la sua vita deve arrivare a Roma. È nella comunità di Roma che egli finirà il suo ministero, quando sarà nel momento più alto del suo ministero, avendo la possibilità di predicare il Vangelo di Cristo proprio nella capitale, al centro e al cuore della vita del mondo di allora. Paolo, per questo, si lascia guidare. Accetta che tutti lo aiutino, anche la sorella, il nipote, un comandante delle guardie particolarmente attento e sensibile a ciò che un cittadino romano ha da dire. Paolo ha compreso benissimo la predicazione sul piccolo seme e lascia che sia il Signore a indicare dove deve andare, cosa significa morire per Lui, cosa significa dare la vita per la redenzione dei fratelli. Paolo è l’esempio pratico e concreto di come si mette in pratica questa predicazione del Signore.

Per noi 

Con Maria
In questo mese di maggio vogliamo guardare sempre alla beata Vergine Maria con particolare attenzione e tutti comprendiamo che lei è la prima ad avere accolto questa predicazione del Figlio suo. Lei è la prima che si comporta come il chicco di grano che deve morire. Lei che della vita della prima Chiesa è il cuore, ha trasmesso agli apostoli, con il suo comportamento, con il suo insegnamento, con le parole che avrà detto loro e che noi non conosciamo, cosa significa essere piccolo seme che muore per dare molto frutto.
Per noi
Questa predicazione del Signore che invita ad essere come lui un piccolo seme che cade nel terreno per dare molto frutto è anche per noi. Noi possiamo essere quel piccolo seme che dà frutto. Noi possiamo essere quel piccolo seme che, con le buone opere, con l’esempio, dà buon frutto. Il frutto di chi impara a dedicarsi agli altri senza pretese, il frutto della gratuità, il frutto dell’amore, il frutto della compassione… ci sono moltissimi modi per essere piccolo seme. Per noi non è facile capire tutto questo. Nel nostro mondo conta chi appare, chi lascia traccia di qualcosa di importante, chi, in qualche modo, fa parlare di sé. Il Vangelo e l’esempio di San Paolo, ci dicono, invece, che la logica evangelica è esattamente al contrario. Per il Vangelo conta chi è piccolo, conta chi serve senza pretendere nulla in cambio, conta chi si lascia portare dallo Spirito lì dove Cristo vuole…
Noi cosa vogliamo fare? Soprattutto dovremmo domandarci: noi chi vogliamo essere? Credo che sia indispensabile riflettere e porci questa domanda, se vogliamo comprendere che senso dare alla nostra vita. Ci aiuti anche oggi la beata Vergine Maria a comprendere che solo se saremo piccolo seme genereremo processi di donazione, amore reciproco, pace. Se vivremo in modo diverso, faremo magari anche cose più grandi. Ma non parteciperemo all’opera di Dio.

2022-05-13T16:18:24+02:00