Domenica 18 settembre

3 Domenica dopo il martirio

Per introdurci

In questa domenica festeggiamo San Maurizio, nostro patrono della città e della comunità pastorale. Vorrei rileggere le scritture con voi che non partecipate alla S. Messa solenne che celebriamo al parco della Magana per ottenere dal patrono la sua protezione.

La Parola di questa domenica

LETTURA Is 43, 24c – 44, 3
Lettura del profeta Isaia

Così dice il Signore Dio: «Tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità. Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati. Fammi ricordare, discutiamo insieme; parla tu per giustificarti. Il tuo primo padre peccò, i tuoi intermediari mi furono ribelli. Perciò profanai i capi del santuario e ho votato Giacobbe all’anàtema, Israele alle ingiurie». Ora ascolta, Giacobbe mio servo, Israele che ho eletto. Così dice il Signore che ti ha fatto, che ti ha formato dal seno materno e ti soccorre: «Non temere, Giacobbe mio servo, Iesurùn che ho eletto, poiché io verserò acqua sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Verserò il mio spirito sulla tua discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri».

SALMO Sal 32 (33)

Cantate al Signore, acclamate il suo santo nome.

Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate,
perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera. R

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore. R

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo. R

EPISTOLA Eb 11, 39 – 12, 4
Lettera agli Ebrei

Fratelli, i nostri padri, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi. Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato.

VANGELO Gv 5, 25-36
 Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato».

Vangelo

Il Vangelo ci sprona in tre direzioni.

La prima: Gesù dice chiaramente che da soli non si può fare nulla. Nemmeno Lui! Egli viene mandato dal Padre e con la forza dello Spirito Santo! Quando si è insieme si fa qualcosa di bello. Quando si lavora insieme, si riesce a portare a casa qualche risultato. È bello che noi tutti, in questo giorno, ci ricordiamo che la comunità pastorale ha questo scopo: farci camminare insieme, come cristiani, perché uno è il Padre che è all’origine di ogni cosa e una è la meta verso la quale noi tutti siamo indirizzati. Preghiamo per l’unità: l’unità delle famiglie, l’unità della città, l’unità della Chiesa. Chiediamo a San Maurizio, che pure ha creduto ed ha anche patito insieme ai suoi compagni, di ottenerci questo dono dal Signore, principio di ogni unità.

Una seconda direzione. Il vangelo ci ha detto che noi tutti siamo in cammino per la vita eterna e che risorgeremo vuoi per una risurrezione di bene, vuoi per una risurrezione di condanna. Credo che tutti vogliamo incamminarci verso il bene, verso la vita eterna, verso la visione di Dio. Chiediamo a San Maurizio di lavorare insieme per il bene della città. Appassioniamoci alle cose che riguardano Cassano. Facciamo in modo di recuperare anche quel terreno che sembra perduto. Chiediamo a tutti la medesima attenzione perché il bene sia al centro del pensiero e della testimonianza di ciascuno di noi. Anche San Maurizio ha fatto questo. Chiediamo al nostro patrono aiuto e protezione.

Una terza direzione. Gesù nel Vangelo faceva esplicito riferimento a San Giovanni Battista, presentato come il testimone, colui che viene per rendere testimonianza a Cristo e pe rintrodurre nel suo tempo. Anche noi tutti siamo chiamati ad essere testimoni di fede. San Maurizio, come tutti sapete, ha fatto questo! Ha testimoniato la sua fede anche con il suo sangue. Chiediamo anche noi la forza per testimoniare la fede che abbiamo, con le forze che abbiamo, come possiamo fare con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Ecco tre intenzioni di preghiera che mi pare nascano dal Vangelo e provochino la nostra riflessione e la nostra attenzione comune. A queste intenzioni allego quelle che vengono dalle altre scritture di questo giorno.

Isaia

Il Profeta, come abbiamo sentito, invita dapprima a una riflessione sul tema del peccato, ma, poi, ha una visione molto più positiva e afferma, a nome di Dio, che Dio stesso non abbandonerà mai il suo popolo. Anzi, diceva esplicitamente: “verserò il mio spirito sulla tua discendenza, la tua benedizione sui tuoi posteri”. Perché San Maurizio e i suoi compagni hanno affrontato il martirio? Perché hanno avuto questo coraggio e questa forza? In fondo se avessero abiurato alla loro fede, avrebbero avuto salva la vita. Perché non l’hanno fatto? Perché non hanno ragionato così? Perché non hanno messo davanti a tutto la salvezza della propria esistenza? Perché hanno sentito forte la benedizione di Dio, che li chiamava ad una vocazione unica, singolare, per noi tutti quasi impossibile da comprendere: la vocazione del martirio. Maurizio e i suoi compagni hanno sentito che lo Spirito di Dio dava loro forza per compiere quell’atto, per sostenere quella passione, per rendere testimonianza a Dio con quella particolarissima vocazione che è dato di capire solo a coloro che sono destinatari di questa attenzione dal cielo.

Noi vorremo sempre sentire parole di questo genere. Nella nostra famiglia, noi vorremmo vedere benedizione su chi viene dopo di noi, così pure sulla nostra città sul nostro stato, sulla comunità che siamo, da tantissimi punti di vista? Ma chi merita questa parola? Chi merita questa benedizione? Solo chi, riconoscendosi peccatore, chiede aiuto alla grazia e alla misericordia di Dio.  Chiediamo a San Maurizio questa grazia. Chiediamo a San Maurizio questa forza. Chiediamo a San Maurizio la sua intercessione, perché, insieme, meritiamo di ascoltare queste parole di benedizione e di conforto, come singole persone, ma anche come cittadini, come membri della medesima comunità civile.

Ebrei

Infine l’autore della lettera agli Ebrei, torna un po’ su tutti i temi che le altre scritture ci hanno donato. Curiosamente l’autore della lettera risponde alla domanda che in molti si sono fatti a quel tempo e cioè: perché il popolo ebraico non ha conseguito la promessa di Abramo nel senso storico di questa affermazione? L’autore risponde: perché tutti gli uomini sono destinatari di questa promessa, non solo il popolo ebraico. Così il popolo della prima Alleanza, che ha iniziato il suo percorso di fede con Dio, ha lasciato spazio al popolo dei credenti, che chiama tutti i popoli della terra all’alleanza con Dio e richiama tutti a quella benedizione originaria che custodisce il cammino di ciascuno. È il tema della benedizione di Isaia.

Ancora l’autore della lettera insisteva molto sul senso della testimonianza e ci aiutava a capire che tutti noi siamo circondati da un grande numero di testimoni. È grazie a questi testimoni che noi tutti siamo invitati a credere, così è anche grazie a loro se noi possiamo sentirci, a nostra volta, testimoni dell’amore di Dio. Come vedete è il tema, uno dei temi, del Vangelo.

Infine anche l’autore della lettera ci invitava a deporre il peccato. Questa è a realtà un poco più difficile per tutti noi. Noi tutti facciamo una certa fatica a comprendere queste parole e ad avvicinarci a quella grazia che rende ciascuno di noi figlio di Dio, benedetto, amato, sostenuto, come ci hanno detto sia il Vangelo che il profeta.

Tre sottolineature che ha vissuto San Maurizio nel corso della sua vita: egli è stato testimone per eccellenza, poiché il martire è questo. È stato un uomo che ha chiesto il Battesimo, riconoscendosi peccatore e sempre bisognoso della grazia di Dio per uscire da quella dinamica di peccato che riguarda ogni uomo. Ha partecipato attivamente alla vita di quel popolo, che è il popolo di Dio, che è chiamato ad essere esemplare presso tutti gli uomini.

Per noi

Cosa vuol dire festeggiare il patrono? Cosa vuol dire festeggiare un uomo che chiamiamo santo? Forse, per qualcuno, è una cosa del passato, tranquillamente superabile. Molti non si accorgeranno nemmeno che è San Maurizio, forse alcuni si accorgeranno solo perché hanno una mezza giornata di ferie da fare o pagata. Forse altri pensano che fare festa per il patrono significa fare qualche fiera, mettere le bancarelle, fare i fuochi di artificio, mettere le luminarie. Sono tutti segni importanti, ma sono tutti segni esteriori.

Io credo che fare festa per il patrono chiami ciascuno di noi alla preghiera. Siamo nell’anno nel quale dobbiamo particolarmente sottolineare la vita di preghiera. Siamo nell’anno nel quale siamo chiamati a valorizzare la vita di preghiera. Chiediamo, anzitutto a San Maurizio questo. Ad un soldato, ad un uomo d’armi, che non aveva esitato a convertirsi, a farsi vedere pregare, pagando anche con la vita la sua scelta, noi dobbiamo chiedere la stessa cosa. Dobbiamo chiedere di essere attenti a questa dimensione di interiorità senza la quale non c’è la fede. Ecco cosa significa festeggiare il patrono!

In secondo luogo, io credo che festeggiare il patrono significhi suscitare dentro di noi il senso del bene. Senza questa fede, senza credere nella forza del bene che i cristiani devono sempre voler fare, saremmo perduti. Fare festa per il patrono significa ricordare che non siamo mai da soli: viviamo con altri, ma, anche, sentiamo vicina la presenza dei santi. Anche questo è un valore che ci deve sempre contraddistinguere.

Alla S. Messa della comunità, di fronte al Sindaco e alle altre autorità, chiederò anche una rinnovata attenzione per il piano urbanistico della città. Anche da questo, anche da come vive una comunità, anche dalla sua bellezza si capisce a quale qualità della vita tende e cosa propone ai suoi membri. Chiedo anche a voi di tenere alla vita di Cassano, alla città di Cassano! Riscoprendo anche quei piccoli gesti civici che dicono la civiltà di un popolo. Invito ciascuno di voi a curare il decoro della città, partendo dalle normali attenzioni alle regole dell’educazione civica. Dal rispetto di esse, da come parcheggiamo, da come rispettiamo le piste ciclabili e gli attraversamenti pedonali, da come riponiamo la spazzatura a come curiamo il giardino, la facciata della casa e da molto altro ancora si capisce quanto teniamo al bene comune. Piccoli banali gesti che quest’anno ci devono vedere tutti anche particolarmente impegnati nel rispetto dell’ambiente globale, come spesso il Santo Padre ci ricorda.

San Maurizio interceda per noi e ci guidi a riscoprire quella qualità della vita che deve portarci verso la vita eterna e aprire in noi desideri di cielo.

2022-09-15T17:22:36+02:00