Lunedì 18 ottobre

Settimana dopo la dedicazione – Lunedì -San Luca Evangelista

Questa settimana, prima dopo la dedicazione della cattedrale, ci porta a festeggiare San Luca. Entriamo poi in quell’ultima sezione del tempo dell’anno liturgico, dominata dal grande testo dell’Apocalisse. La leggeremo insieme alle pagine di San Luca. Oggi però la liturgia è diversa, come sempre, nella festa degli evangelisti.

Colossesi

Col 4, 10-16. 18
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi

Fratelli, vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Bàrnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni – se verrà da voi, fategli buona accoglienza – e Gesù, chiamato Giusto. Di coloro che vengono dalla circoncisione questi soli hanno collaborato con me per il regno di Dio e mi sono stati di conforto. Vi saluta Èpafra, servo di Cristo Gesù, che è dei vostri, il quale non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio. Io do testimonianza che egli si dà molto da fare per voi e per quelli di Laodicèa e di Geràpoli. Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema. Salutate i fratelli di Laodicèa, Ninfa e la Chiesa che si raduna nella sua casa. E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi. Il saluto è di mia mano, di me, Paolo. Ricordatevi delle mie catene. La grazia sia con voi.

Vi saluta Luca, il caro medico. Una frase molto bella quella che San Paolo, amico di San Luca, inserisce in questa sua lettera. Credo sia molto bello per tutti capire che l’amicizia che intercorre tra i discepoli di seconda generazione, quelli che non conobbero personalmente Cristo, appunto come Paolo e Luca, è davvero un riferimento importante per la Chiesa. Perché? Perché ci dice come la relazione tra i diversi componenti della comunità cristiana sia l’asse portante dell’opera di evangelizzazione. Cosa ha unito Paolo, Luca, Marco e gli altri? Una forte relazione, non motivata soltanto da vincoli di stima, di conoscenza, di vicinanza, ma, piuttosto, dalla fede. Tutti questi uomini si sono incontrati in Cristo. Si sono amati perché di Cristo. Hanno collaborato perché eredi di una sola Chiesa. Tutti sapevano molto bene che solo coltivando relazioni forti, intense, vere all’interno dell’unica Chiesa di Dio, avrebbero potuto continuare a rendere più salda la propria fede e, allo stesso tempo, contribuire a rendere forte la fede degli altri. Luca ha fatto questo.

Non solo. Di Luca sappiamo che era molto devoto a Maria, sappiamo che, molto probabilmente, fu lui a dipingere alcune delle prime immagini che sono state dipinte avendo per soggetto la Vergine Madre. Luca, insomma, ha cercato di riflettere, nei suoi scritti e anche nelle immagini a lui attribuite, la gioia del Vangelo, quella gioia che lega insieme le persone e rende più vere le proposte di fede. È soprattutto nelle pagine degli Atti degli Apostoli che San Luca, il caro medico, ci racconta di come fu la fraternità cristiana che si viveva nella prima Chiesa a coinvolgere molte persone e a rendere attraente la proposta cristiana.

Vangelo

Lc 10, 1-9
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Nella pagina del Vangelo abbiamo letto il discorso missionario del Signore, una sorta di decalogo del missionario, ovvero alcune “istruzioni” che il Signore ha lasciato prima che iniziasse la missione dei discepoli e il loro portare il Vangelo nel mondo. San Luca conosce molto bene queste regole del missionario, dal momento che lui stesso le vive e le testimonia. San Luca ha saputo vivere soprattutto l’ultima frase del Vangelo, quella che affida al missionario il compito dell’annuncio: “è vicino a voi il regno di Dio”. Le pagine del Vangelo di San Luca insistono moltissimo sul mistero dell’Incarnazione. Sappiamo che la sua frequentazione con la Madre del Signore gli permise di sapere molte cose circa quei giorni e gli permise di scrivere quelle parole memorabili che rimasero a memoria di tutti i credenti. San Luca ha scoperto Dio presente nella sua vita attraverso la presenza di Cristo e raccomanda a ciascuno di fare un’esperienza altrettanto vera e coinvolgente della fede, così da poter dire a tutti quello che si è visto ed udito. Come anche San Luca è l’Evangelista che insiste maggiormente a proposito della misericordia di Dio. Le parabole più belle a questo riguardo, sono proprio quelle che egli recepì dal Signore e scrisse rendendole immortali. Tra gli evangelisti San Luca è quello che più si è espresso a questo proposito e a questo riguardo. Ecco perché è presente nel cuore di ciascuno di noi con le sue pagine, le sue immagini, i suoi racconti.

Per noi

Credo che anche noi tutti dobbiamo chiederci:

  • Quanto contano le relazioni per me nella fede?
  • Quale comunità mi ha generato alla fede e quale comunità mi accoglie per fede?
  • Quali pagine prediligo del Vangelo di Luca?

Quelle sull’incarnazione o quelle della misericordia o altre ancora? Credo che ciascuno di noi abbia la sua pagina cardine del Vangelo, ciascuno ha la pagina nella quale si specchia maggiormente, la sua pagina che venera come “luogo del cuore”. È custodendo questa pagina, è custodendo queste parole che anche noi potremo ripetere la medesima esperienza di San Luca, che testimonia come solo una fede che si incarna e solo una fede che vive di misericordia è l’attualizzazione di quello che il Signore Gesù ha voluto. Sia questa la grazia che chiediamo per noi e per la nostra Chiesa.

2021-10-09T10:22:30+02:00