Settimana della 2 domenica dopo l’Epifania – mercoledì
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Sir 44, 1; 46, 6e-10
Lettura del libro del Siracide
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Giosuè marciò dietro al Sovrano e nei giorni di Mosè compì un’opera di misericordia: egli e Caleb, figlio di Iefunnè, opponendosi all’assemblea, impedendo che il popolo peccasse e calmando le maligne mormorazioni. Solo loro due furono salvati fra i seicentomila fanti, per far entrare il popolo nell’eredità, nella terra in cui scorrono latte e miele. Il Signore concesse a Caleb una forza che l’assistette sino alla vecchiaia, perché raggiungesse le alture del paese; così la sua discendenza possedette l’eredità, affinché tutti i figli d’Israele sapessero che è bene seguire il Signore.
SALMO Sal 105 (106)
Rendete grazie al Signore,
il suo amore e per sempre.
Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?
Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo. R
Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo,
visitami con la tua salvezza,
perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità. R
Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
Ma Dio li salvò per il suo nome,
per far conoscere la sua potenza. R
VANGELO Mc 3, 31-35
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Giunsero la madre e i fratelli del Signore Gesù e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.
Vangelo
“Giunsero la madre e i fratelli del Signore”. Che bello pensare che i primi ad accogliere la parola di Gesù, oltre alla sua santissima Madre, furono i suoi parenti. C’è un legame di famiglia attorno al Signore che è qualcosa di ammirevole. Legame che durerà fino alla fine. Anche sotto la croce troviamo citata la sorella della Madonna; quel “Cleopa” che è uno dei protagonisti della pagina dei discepoli di Emmaus, altro non è che lo zio di Gesù, il fratello di Giuseppe; come pure i cugini del Signore, citati in diverse occasioni. I primi ad accogliere la parola di vita furono i suoi parenti.
“Chi è mia Madre e chi sono i miei fratelli?”. Sebbene essi seguissero il Signore, non ebbero però un posto di particolare prestigio. Nemmeno la Madre. Onoratissima dal Signore e da tutti, ma non ebbe mai un posto “privilegiato”, se non quell’essere sempre indicata come colei che aveva meritato un posto unico, ma anche colei che deve essere imitata per obbedienza e per capacità di ascolto della Parola. È questo il cuore di questo breve brano del Vangelo che ascoltiamo oggi. Maria è colei che diviene modello di sequela. Modello per il suo affetto per il Signore, modello per la sua sequela incondizionata, modello per il suo desiderio di piacere a Dio, oltre ogni cosa della vita. Così come fecero anche i parenti del Signore: essi ascoltarono e misero in pratica, per questo possono essere considerati degni di imitazione, possono essere considerati modelli.
“Colui che fa la volontà di Dio, questo è mio fratello, sorella e madre”. Una frase che, come forse sappiamo, era stampata nel cuore e nella mente di San Francesco d’Assisi. Egli sapeva di essere fratello del Signore, in quella via di particolare conformità al Vangelo che stava aprendo, ma sapeva anche che la medesima cosa si poteva dire di tutti gli uomini e di tutte le donne che, animati da ricerca interiore retta, avrebbero cercato il Signore. Il Vangelo di oggi ci sta dicendo che quel ruolo che ebbero in sorte i parenti di Gesù può essere imitato da noi. Se ascolteremo con fedeltà la Parola, se vivremo di questa Parola, come loro, avremo la stessa sorte, lo stesso “premio”: vedere il volto di Dio.
Siracide
Così come Giosuè, che ebbe la vocazione grande e incredibile di essere il successore di Mosè. Chi avrebbe potuto ambire a questo ruolo? Chi avrebbe potuto eguagliare l’uomo di cui si dice che nessuno fu come lui su tutta la terra? Nessuno. Nessuno se non un uomo che, come Mosè, si sarebbe lasciato plasmare dalla Parola di Dio per scoprire, ogni giorno, il segreto, il cuore pulsante della propria vocazione. È esattamente quello che fece Giosuè. Non solo lui, per la verità. Come diceva il testo biblico, altri si mossero nella medesima direzione ed ebbero la medesima sorte. Non fecero cose eclatanti come Giosuè, ma non è vero che il percorso e la vita di Giosuè furono un fatto isolato. Tutti coloro che, con buona disposizione del cuore, si misero ad imitare il suo comportamento, furono “amici di Dio”. Per dirla con i termini del Signore, si predisposero ad essere, come Gesù avrebbe poi detto un giorno: “fratelli, sorelle e madri”.
Per noi
Credo che nessuno abbia mai pensato di essere un “fratello” del Signore, o un “padre”, o una “madre”. Forse dirsi “fratello del Signore” è più un modo di dire che altro, un modo per dire che stiamo cercando di seguire un itinerario di fede, ma credo davvero che nessuno di noi abbia mai avuto la presunzione di dirsi fratello o madre del Signore!
Invece, questo è proprio quello che avviene nella nostra anima ogni volta che ci disponiamo ad un ascolto serio, sereno, intenso. Ogni volta che noi mettiamo la nostra anima in condizione di ascoltare serenamente la Parola e ogni volta che tentiamo di vivere la Parola che abbiamo meditato, ascoltato, approfondito, anche solo per qualche istante, siamo già come fratelli, o sorelle, o madri del Signore. Il che non significa che il cammino è finito. Anzi, caso mai, diventa ulteriore occasione di crescita spirituale.
- Abbiamo mai pensato all’incredibile profondità della vocazione cristiana?
- Desideriamo essere come “fratelli, sorelle o madri del Signore”?
- Viviamo con responsabilità il segreto di questa chiamata?
Almeno oggi che abbiamo ricevuto e meditato questa Parola, cerchiamo di essere fratelli, sorelle e madri di Cristo Signore!