Settimana della 2 domenica dopo l’Epifania – giovedì
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Sir 44, 1; 46, 13a. 19 – 47, 1
Lettura del libro del Siracide
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Samuele, amato dal suo Signore, prima dell’ora del suo sonno eterno attestò davanti al Signore e al suo unto: «Né denari né sandali ho preso da alcuno», e nessuno poté contraddirlo. Ancora dopo che si fu addormentato profetizzò, predicendo al re la sua fine; anche dal sepolcro levò la sua voce per cancellare con una profezia l’iniquità del popolo. Dopo di lui sorse Natan, per profetizzare nei giorni di Davide.
SALMO Sal 4
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore,
amerete cose vane e cercherete la menzogna? R
Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
Tremate e più non peccate,
nel silenzio, sul vostro letto,
esaminate il vostro cuore. R
Offrite sacrifici legittimi
e confidate nel Signore.
Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?». R
VANGELO Mc 4, 1-20
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù cominciò a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Vangelo
“Ascoltate”. L’inizio del Vangelo di Gesù ripropone un atteggiamento che è del tutto usuale nella predicazione del Signore e che noi tutti, spesso, richiamiamo alla nostra memoria. Eppure credo che oggi sia essenziale introdurci alla comprensione del testo biblico e alla meditazione proprio a partire da qui. Perché con un testo come questo, molto noto, molto conosciuto, letto già molte volte da ciascuno di noi, c’è il rischio di saltare ogni passaggio e di saltare subito alla conclusione, vedendoci in uno o in più di quei terreni di cui il Signore parla nel corso della sua predicazione. Il primo richiamo della Parola di Dio è dunque questo: ascoltate! Fermiamoci, ascoltiamo, lasciamo che la Parola di Dio entri nel cuore. Magari sarebbe bello se, ciascuno di noi, potesse oggi rileggere la parabola, senza ansia, con calma, senza il desiderio di metterci nel posto dell’uno o dell’altro dei terreni, ma, anzitutto, nella condizione generale di essere uomini e donne che amano ascoltare la Parola di Dio.
“Il seminatore uscì a seminare”. Anche questo particolare del Vangelo mi sembra un punto su cui sostare. Prima di chiederci chi siamo noi, dove stiamo dirigendo la nostra vita e la nostra fede, mi sembra utile e bello sapere che Dio semina anche oggi. Il seminatore esce sempre a seminare. Prima di chiederci chi siamo, dobbiamo imparare a gustare il fatto che c’è una semina, il fatto che c’è un seminatore che esce a seminare, con costanza, giorno dopo giorno, non preoccupandosi del risultato, ma preoccupandosi solo del suo lavoro: spargere il seme. Al seminatore non importa nemmeno dove venga sparso il seme, se nel terreno o a bordo strada. Senza questa consapevolezza, non è poi nemmeno possibile interrogarci su quale sia la fine del seme che il seminatore, con abbondanza, getta su tutti i terreni.
Anche l’espressione: “strada, pietre, rovi, terreno buono”. Solo a questo punto è lecito vedere quale tipo di terreno siamo noi. Solo dopo aver imparato nuovamente ad ascoltare e solo dopo aver messo a tema il fatto che Dio semina in ogni tempo, possiamo davvero domandarci che terreno siamo noi, che fine fa il seme che viene piantato dentro di noi. È a questo punto che dobbiamo riconoscere se “Satana, radici poco profonde, preoccupazioni del mondo e ansietà della vita, seduzione della ricchezza” portano via il seme della Parola di Dio da noi, o se, invece, siamo veramente quel “terreno buono” che sa produrre il 30, il 60 o il 100 per uno. Dove ad essere determinante non è che tutti diano il medesimo 100, ma che ciascuno porti frutto per quello che può, senza nemmeno guardare a cosa succede all’altro, ma solo a ciò che succede a sé stesso. Solo questo, infatti, è ciò che conta, e cioè che ciascuno porti il suo frutto.
Siracide
Come Samuele. Egli udì la Parola di Dio che lo chiamava dalla sua viva voce. Poco importa che le prime due chiamate andarono a vuoto. Samuele non si accorse che la Parola di Dio interpellava proprio lui in prima persona. Si riteneva troppo giovane, troppo piccolo perché altra carica non aveva se non quella di essere entrato a servizio del tempio. Conta che, al momento giusto, egli seppe ascoltare. Come ricorderete fu proprio l’intuizione del vecchio sacerdote Eli che mise Samuele sulla strada giusta. Samuele arrivò a dare il 100 per uno. Fu profeta religioso, sociale, politico. Ma non fu un “tutto e subito”. Fu solamente un procedere pian piano, con la calma che Dio si prende tra le diverse vicende della storia.
Per noi
Credo che, a questo punto, abbiamo molti materiali per la riflessione personale.
- Adesso, in questo momento della mia vita, so ascoltare?
- Adesso, in questo momento della mia vita, ho la consapevolezza che Dio semina, nel mondo e anche in me?
- Adesso che terreno sono?
- Adesso che passo mi è chiesto?
Credo che solo se guarderemo a quell’istante particolare della vita che stiamo vivendo adesso, potremo rileggere questa parabola senza la fretta di rileggere un testo noto, ma con il desiderio di rileggere un testo che provoca e che può dare senso ai nostri giorni. Anche se conosciamo bene questa Parola!
Ci sostenga San Sebastiano, il martire che preferì che il proprio corpo fosse trafitto, piuttosto che rinnegare la propria fede. Solo così si tiene viva la Parola dentro di noi.