Sabato 20 febbraio

Settimana dell’ultima domenica dopo l’Epifania – Sabato

Questo giorno conclude il tempo liturgico che stiamo vivendo da alcune settimane; con le S. Messe vigiliari di questa sera inizia il tempo sacro della Quaresima. Il tema di queste Scritture è molto facilmente riconoscibile: il riposo sabbatico.

Esodo

Es 35, 1-3
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Mosè radunò tutta la comunità degli Israeliti e disse loro: «Queste sono le cose che il Signore ha comandato di fare: Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà per voi un giorno santo, un giorno di riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque in quel giorno farà qualche lavoro sarà messo a morte. In giorno di sabato non accenderete il fuoco, in nessuna delle vostre dimore».

Come sappiamo bene il tema del settimo giorno è presente fin dal tempo della Genesi. Il settimo giorno è il giorno del riposo. “Shb”, (da cui Shabbat) è il verbo che indica il riposo in Dio. Non tanto il riposo come lo intendiamo noi, cioè l’astensione dal lavoro per creare “tempo libero”, piuttosto per creare un “tempo per Dio”. Il settimo giorno è il tempo in cui l’uomo, recuperando il proprio rapporto con Dio, “ricrea”, rigenera sé stesso. È il giorno in cui l’uomo è chiamato a ricordare la sua identità: quella di figlio creato ad immagine e somiglianza di Dio. Ecco a cosa serve il Sabato ed ecco perché astenersi da ogni lavoro che non sia la preghiera, la lettura della Scrittura, l’andare in Sinagoga, ovvero il mantenere attive tutte quelle pratiche che aiutano il cuore dell’uomo a trovare la sua dimensione e la sua collocazione in Dio.

Vangelo

Mc 3, 1-6
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Questa verità è particolarmente evidente nel Vangelo. Il miracolo che Gesù compie in giorno di Sabato è un miracolo di guarigione fisica che mette in primissimo piano quella “ri-creazione” di cui il Sabato stesso è simbolo. Un uomo malato, un uomo che soffre, nell’incontro con il Signore Gesù, in giorno di Sabato, ritrova tutta la sua verità, scopre il valore di quella figliolanza di Dio nella quale era stato allevato e nella quale era cresciuto, comprende che Dio vuole la salvezza dell’uomo. È a partire da questo gesto che possiamo rileggere la predicazione di Gesù: “che cosa è lecito fare in giorno di Sabato?”. Ovvia la risposta per noi: il giorno di Sabato è stato creato proprio per questo, per dare lode a Dio per le sue opere di bene. Quale giorno migliore per una guarigione se non il giorno di Dio? Cosa che non possono capire gli interlocutori di Gesù per i quali il Sabato è un giorno nel quale osservare norme e precetti minuziosi, senza più capire a che cosa si riferivano quelle stesse norme e precetti.

Ebrei

Eb 4, 4-11
Lettera agli Ebrei

Fratelli, si dice in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: «E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere». E ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo!». Poiché dunque risulta che alcuni entrano in quel riposo e quelli che per primi ricevettero il Vangelo non vi entrarono a causa della loro disobbedienza, Dio fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo mediante Davide, dopo tanto tempo: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!». Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. Dunque, per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico. Chi infatti è entrato nel riposo di lui, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie. Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.

A questo punto possiamo capire anche il contenuto della lettera agli Ebrei. L’autore di questo scritto comprende molto bene l’origine del sabato, ma anche la predicazione di Gesù e capisce che tutta la legislazione sul sabato dell’Antico Testamento non doveva essere fine a sé stessa, ma aveva lo scopo di introdurre alla rivelazione di Cristo. Come nell’Antico Testamento non manca l’esempio di persone che hanno fisicamente trasgredito il precetto sabbatico per onorare la volontà di Dio e per servire l’uomo, così fa Gesù. Egli non trasgredisce il Sabato per il gusto di infrangere una legge, ma per riportare il sabato all’origine voluta da Dio. Il precetto da non infrangere è quello dell’incontro con il Signore. Esattamente come fece Davide che non rispettò alla lettera il precetto antico, ma incontrò il Signore negli atti che Dio stesso sosteneva.

Per noi:

Possiamo anche noi, che non apparteniamo al popolo ebraico e che non ne condividiamo la fede, capire il senso del richiamo evangelico e, in generale di queste Scritture, proprio alla luce della Quaresima che iniziamo a partire da questa sera. A cosa serve la Quaresima se non ad aprire il cuore con maggiore attenzione allo Spirito di Dio? A cosa serve questo tempo se non a dedicarci con maggiore impegno all’opera di Dio? Ecco, di tutto questo era segno anche il sabato ebraico, così come per tutti noi dovrebbe essere di grande richiamo la domenica. Il giorno in cui celebriamo il Signore risorto deve essere richiamo ad avere un tempo per Dio. Senza tempo per contemplare Dio siamo ripiegati su noi stessi e siamo solamente immersi nelle nostre cose. Chiediamo al Signore questa grazia, per non cadere nell’errore, molto comune, di distogliere lo sguardo da Dio. Vivere solamente ripiegati sulle cose dell’uomo è già un avvilimento della nostra coscienza.

2021-02-13T10:29:28+01:00