Settimana della 5 domenica di Pasqua – venerdì
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA At 25, 13-14a. 23; 26, 1. 9-18. 22-32
Lettura degli Atti degli Apostoli
Erano trascorsi alcuni giorni, quando arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenice e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo. Il giorno dopo Agrippa e Berenice vennero con grande sfarzo ed entrarono nella sala dell’udienza, accompagnati dai comandanti e dai cittadini più in vista; per ordine di Festo fu fatto entrare Paolo. Agrippa disse a Paolo: «Ti è concesso di parlare a tua difesa». Allora Paolo, fatto cenno con la mano, si difese così: «Anche io ritenni mio dovere compiere molte cose ostili contro il nome di Gesù il Nazareno. Così ho fatto a Gerusalemme: molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con il potere avuto dai capi dei sacerdoti e, quando venivano messi a morte, anche io ho dato il mio voto. In tutte le sinagoghe cercavo spesso di costringerli con le torture a bestemmiare e, nel colmo del mio furore contro di loro, davo loro la caccia perfino nelle città straniere. In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con il potere e l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti, verso mezzogiorno vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. Tutti cademmo a terra e io udii una voce che mi diceva in lingua ebraica: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti? È duro per te rivoltarti contro il pungolo”. E io dissi: “Chi sei, o Signore?”. E il Signore rispose: “Io sono Gesù, che tu perséguiti. Ma ora àlzati e sta’ in piedi; io ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto di me e di quelle per cui ti apparirò. Ti libererò dal popolo e dalle nazioni, a cui ti mando per aprire i loro occhi, perché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ottengano il perdono dei peccati e l’eredità, in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me”. Ma, con l’aiuto di Dio, fino a questo giorno, sto qui a testimoniare agli umili e ai grandi, null’altro affermando se non quello che i Profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, che cioè il Cristo avrebbe dovuto soffrire e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunciato la luce al popolo e alle genti». Mentre egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: «Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!». E Paolo: «Non sono pazzo – disse – eccellentissimo Festo, ma sto dicendo parole vere e sagge. Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso infatti che niente di questo gli sia sconosciuto, perché non sono fatti accaduti in segreto. Credi, o re Agrippa, ai profeti? Io so che tu credi». E Agrippa rispose a Paolo: «Ancora un poco e mi convinci a farmi cristiano!». E Paolo replicò: «Per poco o per molto, io vorrei supplicare Dio che, non soltanto tu, ma tutti quelli che oggi mi ascoltano, diventino come sono anche io, eccetto queste catene!». Allora il re si alzò e con lui il governatore, Berenìce e quelli che avevano preso parte alla seduta. Andandosene, conversavano tra loro e dicevano: «Quest’uomo non ha fatto nulla che meriti la morte o le catene». E Agrippa disse a Festo: «Quest’uomo poteva essere rimesso in libertà, se non si fosse appellato a Cesare».
SALMO Sal 102 (103)
La misericordia del Signore è grande su tutta la terra.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R
Egli perdona tutte le tue colpe,
ti circonda di bontà e misericordia.
Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe. R
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
suoi ministri, che eseguite la sua volontà.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in tutti i luoghi del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia. R
VANGELO Gv 12, 44-50
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Atti
La fatica di credere. Credo che nel bellissimo racconto degli Atti degli Apostoli di oggi, possiamo tutti vedere la fatica di credere degli uomini.
Anzitutto la fatica dello stesso Paolo che ricordava il suo percorso interiore e la sua conversione. Non fu facile, per Paolo, arrivare alla fede cristiana. Non fu facile per un ebreo convinto che perseguitava il cristianesimo, giungere a quella profondità di fede che gli avrebbe cambiato la vita. Ma fu esattamente questo quello che accadde. Paolo lo ricordava a chi lo stava ascoltando per dire a tutti che la fede è questo: un progressivo cammino verso la verità. Ad Agrippa, che lo ascolta con un certo interesse ma, al tempo stesso con un certo distacco, Paolo fa balenare l’idea che il cammino di fede è, comunque, un cammino di difficoltà grande, per il quale occorre impegno, ascolto, attenzione.
In secondo piano c’è Agrippa, un uomo di potere, un uomo del governo, un uomo che ha anche lui una sua fede. Crede, genericamente, nei profeti. Agrippa ascolta, poi, in un contesto ufficiale, fatto anche di sfarzo e di cerimonia, come ci dicevano le prime righe della Scrittura, è costretto a difendersi e ad uscire con una battuta dalla situazione non facile: “ancora un poco e mi convinci a farmi cristiano!”. Parole con le quali Agrippa testimonia di avere ascoltato attentamente Paolo e, forse, di essersi anche disposto a fare qualche passo verso quella fede di cui Paolo parla, ma, poi, nell’occasione solenne, nel ruolo che riveste, deve mantenere un profilo istituzionale. Rimangono le parole di Paolo, penso scolpite anche nel suo cuore: “per poco o per molto io vorrei supplicare Dio che non soltanto tu, ma tutti quelli che ascoltano, diventino come io sono, eccetto queste catene”. Il desiderio di Paolo è in favore della fede. Paolo prega, benché in catene, per coloro che lo stanno ascoltando, perché ascoltino il “suo” vangelo. È il desiderio del credente che anche altri uomini pervengano alla fede.
Vangelo
Anche il Vangelo predicava sullo stesso tema. Gesù sa bene che la sua Parola non verrà ascoltata da tutti. Ci saranno sempre, nel mondo, in ogni luogo e in ogni epoca, persone che non ascolteranno la Parola di salvezza che Egli rivela. Di fronte a tutti costoro Gesù rivendica anzitutto il suo compito, la sua missione: “non sono venuto per condannare il mondo ma perché il mondo si salvi”. La parola che Gesù rivela non entra nel cuore di tutti allo stesso modo. Ci sono persone che la accolgono con semplicità e gioia e ci sono persone che hanno bisogno di tempo, che necessitano di tempi più lunghi, ci sono persone che fanno fatica. Gesù invita tutti a compiere il proprio percorso. Si percepisce la dolcezza della Parola di Gesù che lascia sottintendere che il Figlio dell’uomo non ha fretta e che concede a ciascuno il tempo per la conversione. L’importante è che l’uomo non sprechi questo tempo, non si lasci ingannare e non vaghi lontano da quell’unica parola di salvezza che è la fonte di ogni Verità.
Per noi
Credo che noi tutti facciamo fatica a credere. Chi più chi meno, ma tutti abbiamo dubbi nel cuore, momenti in cui tutto ci sembra chiaro e momenti in cui molte domande si affollano dentro la nostra testa e ci assillano. Abbiamo tutti momenti di spiritualità molto intensi e momenti nei quali, invece, lasciamo molto correre e non siamo in grado di seguire le istanze della fede. Il cammino di fede di tutti, da sempre, è un po’ fatto di tutte queste cose. Cosa dobbiamo fare? Io credo che l’unica vera cosa da fare sia rispettare i tempi della vita di fede che incontriamo. Ma, d’altra parte, abbiamo anche un dovere, quello di illuminare questi tempi con la Parola di Dio. Gesù ci ricordava chiaramente che è la Parola che illumina, sostiene, rischiara il cammino o sarà anche la Parola a condannare, perché chi la riceve ma non la trattiene, diventa responsabile di una mancata illuminazione.
Con Maria
La grazia da chiedere alla Beata Vergine Maria, in questo giorno, potrebbe essere proprio questa: quella di diventare più responsabili della nostra fede, quella di essere più capaci di trattenere quella Parola che illumina, rischiara, conforta, sostiene… Chiediamo questa grazia perché ciascuno di noi possa continuare questo cammino che ci è dato di compiere con responsabilità e attenzione grandi.