Settimana della 2 domenica dopo l’Epifania – sabato
La spiritualità di questo giorno
L’esperienza della povertà
La Parola di questo giorno
LETTURA Es 3, 7a. 16-20
Lettura del libro dell’Esodo
In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Va’! Riunisci gli anziani d’Israele e di’ loro: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto verso la terra del Cananeo, dell’Ittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele”. Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re d’Egitto e gli direte: “Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio”. Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare».
SALMO Sal 94 (95)
Venite, acclamiamo il Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R
Grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti. R
Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra.
Acclamiamo la roccia della nostra salvezza,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R
EPISTOLA Ef 3, 1-12
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, per questo io, Paolo, il prigioniero di Cristo per voi pagani… penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui vi ho già scritto brevemente. Leggendo ciò che ho scritto, potete rendervi conto della comprensione che io ho del mistero di Cristo. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo, del quale io sono divenuto ministro secondo il dono della grazia di Dio, che mi è stata concessa secondo l’efficacia della sua potenza. A me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui.
VANGELO Mt 10, 1-10
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, il Signore Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento».
L’atteggiamento di sapienza
L’esperienza della povertà è ciò che tutti noi vorremmo francamente evitare.
La povertà che ci è stata richiamata in molti modi.
Anzitutto nella persona di Mosè, uomo che è solo, fuori dal contesto dell’Egitto, senza mezzi, nemmeno ricco di doti naturali, che viene chiamato ad un’opera inaudita: liberare il popolo di Israele dalla schiavitù degli Egiziani. Se proviamo a pensarci capiamo bene perché Mosè ha tentato di resistere, di non prendere questo compito, di abbandonare il campo. Troppo difficile, troppo rischioso, troppo al di là delle sue forze. In fondo, quando Mosè cerca di rifiutare cortesemente l’incarico, ha ragione! Avremmo fatto lo stesso. Come è possibile affidare ad un solo uomo appartenente ad un popolo schiavo un compito di portata così universale e grande? Eppure è proprio questa povertà rimessa nelle mani di Dio a generare frutti.
Oppure pensiamo alla povertà di Paolo. Ha cercato di evangelizzare il mondo, si è proposto come modello… e ora che è a Roma, la città dove ha pensato di venire, la città nella quale ha desiderato predicare, eccolo prigioniero, incatenato. È una contraddizione! È una maledizione. Invece di essere libero per il Signore, eccolo incatenato ad una catena, con un ministero che si svolge solo in presenza di coloro che vanno a trovarlo o che sono diventati suoi compagni di carcere. È una povertà grande, dura da accettare, eppure è significativo che la Parola di Dio sia passata proprio da lì.
Oppure la terza ed ultima povertà, quella dei discepoli. Un gruppo di 12 messi insieme in qualche maniera, un gruppo di persone che non era affiatato, non si conoscevano nemmeno. Non erano tutti ebrei puri, non erano tutti ben piazzati. Eppure il Signore sceglie loro e li manda con strumenti impropri per persone che devono governare il mondo! Eppure lo fanno, accettano la sfida e per questo diventano modelli.
Il nostro cammino di fede
A queste forme di sapienza dovremmo aggiungere anche quella di Sant’Agnese, una martire giovanissima. Si dice che non avesse ancora compiuto i 12 anni. Eppure una donna ferma, una donna che invece di cedere alle lusinghe di un soldato per avere salva la vita, decide di accettare il martirio, per non profanare le nozze.
Tutti esempi di persone povere, incapaci di dare una testimonianza seria, profonda, nobile. Invece è proprio da loro che viene questa sapienza di testimonianza, sapienza di vita. Tutti i personaggi che abbiamo ricordato hanno trovato nella fede la forza dei loro giorni. Dovrebbe essere questa la sapienza che invochiamo anche noi, dovrebbe essere questa la sapienza della quale vogliamo riconoscerci figli. Dovrebbe essere questa la sapienza che anche noi vogliamo testimoniare nel nostro mondo. Sappiamo infatti che a fermarci non devono essere le condizioni pratiche della vita che incontriamo. Con l’aiuto di Dio e con la forza della sapienza che viene da Lui, possiamo affrontare, di fatto, ogni cosa.
Intenzioni di preghiera
Preghiamo perché impariamo davvero da questa lezione. Preghiamo per non lasciarci fermare dalle cose della vita. Preghiamo perché impariamo che la coerenza dei nostri giorni e la forza che viene da essi, non siano mai motivo per fermarci rispetto alla testimonianza da vivere che tutti dobbiamo dare. Preghiamo perché sappiamo essere davvero figli di Dio. Figli amati, cercati, sostenuti… figli che sanno che solo dal Padre possono avere tutto ciò che è necessario alla loro esistenza e all’espletamento della propria funzione.