Settimana della 2 domenica dopo l’Epifania – sabato
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Es 7, 1-6
Lettura del libro dell’Esodo
In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Vedi, io ti ho posto a far le veci di Dio di fronte al faraone: Aronne, tuo fratello, sarà il tuo profeta. Tu gli dirai quanto io ti ordinerò: Aronne, tuo fratello, parlerà al faraone perché lasci partire gli Israeliti dalla sua terra. Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nella terra d’Egitto. Il faraone non vi ascolterà e io leverò la mano contro l’Egitto, e farò uscire dalla terra d’Egitto le mie schiere, il mio popolo, gli Israeliti, per mezzo di grandi castighi. Allora gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando stenderò la mano contro l’Egitto e farò uscire di mezzo a loro gli Israeliti!». Mosè e Aronne eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato; così fecero.
SALMO Sal 94 (95)
Venite, adoriamo il Signore.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R
EPISTOLA Rm 15, 14-21
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un l’altro. Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo. Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito. Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, ma, come sta scritto: «Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno».
Esodo
Il tema che questo sabato intende scrutare con le tre letture che ci propone è, in maniera molto evidente, quello della missione. Si parte, ovviamente, dal Primo Testamento che ci ha mostrato la missione di Mosè e di Aronne. La loro è una missione comune. Ad Aronne spetta il compito di essere profeta, a Mosè spetta il compito di essere condottiero e colui che libererà il popolo di Israele dalla dura schiavitù dell’Egitto. Il Primo Testamento riflette molto spesso sulla missione di questi due padri e fa di questa missione un punto di riferimento per la storia di Israele. Come sappiamo bene da Mosè dipende la legge. La missione di Mosè e di Aronne fu quella di dare un’istruzione al popolo di Israele, una legge che guidasse tutti verso la salvezza operata da Dio. Salvezza che è in primis la liberazione dall’Egitto ma, poi, in modo più ampio, la salvezza preparata per ogni credente, in ogni momento della storia della salvezza.
Vangelo
Tutto questo non è che un’ombra della missione del Signore, che è il vero centro della storia della salvezza. A dirlo è la breve parabola del Signore. Egli ricorda tutta la storia della salvezza, che ha visto Dio all’opera per salvare il suo popolo. In questa storia i profeti hanno avuto una parte assolutamente determinante ed importante, ma nessuno si è fidato di loro, nessuno ha preso sul serio il loro monito. Ciascuno ha trascurato il richiamo alla fede che i profeti hanno proposto, anzi, il profeta ha sempre sofferto per questa sua missione e non pochi profeti hanno pagato con la vita quello che dicevano con le parole. Gesù recupera tutta la predicazione dei profeti e annuncia che la sua predicazione è come una pietra angolare. Chi vorrà accoglierla sarà salvato, ma chi non vorrà farsene carico sarà schiacciato da essa. La verità si fa strada da sé. Un richiamo molto forte che preannuncia che il Signore avrà il medesimo destino dei profeti ma anche che chi non ama il Signore avrà la sorte di coloro che si perdono e non giungono alla salvezza proposta da Cristo.
Romani
Così anche San Paolo. L’apostolo parlava della sua missione, della missione che gli compete come araldo del Vangelo, come uomo che sa proporre il Vangelo di Cristo, come uomo che sa cosa dire, come comportarsi, cosa richiamare. La sua missione è un misto delle due precedenti. Come Gesù, Paolo deve portare la parola della Croce, che è l’unica che salva. Come Mosè o Aronne egli ha un compito profetico, che deve spronare tutto il popolo di Israele a vivere in conformità al Vangelo che uno ha nel cuore. È questa consapevolezza che rende Paolo “audace”. L’apostolo lo sa, sa che i suoi rimproveri, a volte, sono perfino duri. Sa che i suoi interventi potranno anche essere male interpretati. Eppure Paolo non si sottrae al compito di essere araldo e annunciatore della Parola della Croce, perché come i profeti, come Mosè o Aronne, non teme per sé. Il suo unico desiderio è quello di piacere a Dio e di lavorare per la salvezza delle anime.
Per noi
Credo che questa seconda settimana dopo l’Epifania, ci aiuti a concludere la serie dei giorni feriali chiedendoci:
- Qual è la mia missione nella Chiesa?
Se è vero che tutti abbiamo una missione, se è vero che tutti abbiamo un compito, qual è il mio compito nella Chiesa? Qual è la mia missione? Cosa devo fare io, cosa posso fare per la mia comunità, per la Chiesa che vive questo tempo, per chi vive con me e, insieme a me, lotta, soffre, prega, spera?
Credo che la domanda sia del tutto fondamentale e cruciale. Tutti noi, infatti, abbiamo una missione! Poco importa se non è determinante, come quella di Mosè e Aronne, non è importante come quella di Paolo. Ciò che conta è che ciascuno sia consapevole della propria missione e contribuisca, con il suo progressivo realizzarla, alla missione generale della Chiesa. Chiudiamo così la nostra settimana e disponiamoci a vivere bene la prossima domenica che sta davanti a noi.