Settimana della 3 domenica dopo l’Epifania – lunedì
La spiritualità di questa settimana
Questa settimana ci offre la possibilità di ricordare San Francesco di Sales, la conversione di San Paolo, i Santi vescovi Timoteo e Tito, oltre, naturalmente ad offrirci la possibilità di pregare per l’unità dei cristiani. Sono occasioni di preghiera molto belle che cerchiamo di vivere insieme.
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 44, 1; 47, 18-25
Lettura del libro del Siracide
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Salomone, nel nome del Signore Dio, che è chiamato Dio d’Israele, hai accumulato l’oro come stagno, hai ammassato l’argento come piombo. Ma hai steso i tuoi fianchi accanto alle donne e ne fosti dominato nel tuo corpo. Hai macchiato la tua gloria e hai profanato la tua discendenza, così da attirare l’ira divina sui tuoi figli ed essere colpito per la tua stoltezza. Perciò fu diviso in due il tuo dominio e da Èfraim ebbe inizio un regno ribelle. Ma il Signore non ha rinnegato la sua misericordia, non ha lasciato cadere nessuna delle sue parole. Non ha fatto perire la posterità del suo eletto e non ha distrutto la stirpe di colui che lo aveva amato. Egli concesse un resto a Giacobbe e a Davide un germoglio nato da lui. Salomone andò a riposare con i suoi padri e dopo di sé lasciò un discendente, stoltezza del popolo e privo di senno, Roboamo, che si alienò il popolo con le sue decisioni, e Geroboamo, figlio di Nabat, che indusse Israele a peccare e aprì a Èfraim la via del peccato. Le loro colpe si moltiplicarono tanto da farli esiliare dal proprio paese. Essi commisero ogni genere di malvagità, finché non giunse su di loro la vendetta.
SALMO Sal 71 (72)
Benedetto il Signore, Dio d’Israele.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R
Viva e gli sia dato oro di Arabia,
si preghi sempre per lui,
sia benedetto ogni giorno.
Abbondi il frumento nel paese,
ondeggi sulle cime dei monti. R
Benedetto il Signore, Dio d’Israele:
egli solo compie meraviglie.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre:
della sua gloria sia piena tutta la terra. R
VANGELO Mc 4, 10b. 24-25
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Vangelo
Il Vangelo di oggi ci aiuta anche ad interpretare il libro del Siracide che abbiamo ascoltato nella prima lettura. Gesù insegna chiaramente: “Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi”. Gesù si riferisce a chi ha sempre voglia di giudicare, a chi sempre critica, a chi, sempre, cerca di mettere zizzania. È a tutti costoro che Gesù ricorda che Dio, invece, giudica sempre con misericordia. È proprio per questo che tutti sono invitati ad agire con misericordia. Vedendo la misericordia che viene offerta a tutti in Gesù, tutti coloro che lo seguono dovrebbero avere lo stesso programma di vita e lo stesso desiderio di giudicare come giudica Cristo. Gesù va anche oltre nella sua predicazione ed avverte: “A chi ha, sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che crede di avere”. Il concetto è chiaro: quando un uomo vive con carità le proprie relazioni, quando un uomo impara a giudicare con misericordia, tutto, nella sua vita, sarà improntato proprio a quell’amore e a quella misericordia. Così accadrà che tutto tornerà in bene per quest’uomo. Ma a chi non si attiene a questo criterio, a chi è intento ad accumulare cose, a chi rifugge il criterio della misericordia, un giorno, verrà come a mancare la terra sotto i piedi. Chi vive senza amore, chi vive lontano dalla misericordia, non avanza niente. Verrà il giorno in cui dovrà riconoscere la vanità dei progetti di vita attuati. Questo sarà il giorno peggiore della vita ma anche il giorno peggiore per l’eternità. Se non ci sarà più tempo per convertirsi, infatti, quell’uomo rimarrà deluso da ogni cosa dell’esistenza e si presenterà a mani vuote dinnanzi a Dio.
Siracide
Così è il ritratto di Salomone che, oggi, ci viene proposto dal libro del Siracide. Salomone è un uomo che ha accumulato cose, è un uomo che non è stato capace di vivere secondo quel richiamo di Dio che pure gli veniva costantemente rivolto dai profeti. Ha deviato rispetto al cammino di fede a causa delle donne che ha avuto come compagne di vita. Esse hanno introdotto a corte i loro dei ed hanno fatto sì che Salomone deviasse dal suo comportamento di fede. Così, alla fine, tutto si è perduto. Ecco che alla sua morte nemmeno il suo regno riesce a stare insieme e verrà diviso. Salomone che si riteneva sapiente, Salomone il grande re che ha illuminato tanti con la sua parola, alla fine, risulta essere un uomo di poca fede, un uomo che non viene ricordato se non per le sue gesta iniziali. Alla fine Salomone merita un giudizio non troppo lusinghiero per l’autore sacro. Deviando dal cammino di fede ha fatto deviare anche altri. Questa è la sua colpa e il suo “peccato”.
Per noi e per il nostro cammino
- Su quali criteri stiamo costruendo noi?
- Quanto la misericordia è davvero un criterio di riferimento per la nostra vita?
Credo che la riflessione si imponga per ciascuno di noi. Anche noi corriamo il rischio di avere ricevuto molto, di avere avuto possibilità che altri non hanno avuto ma, alla fine, tutti corriamo il rischio di averle sprecate. È proprio questo che fa sì che anche noi, come Salomone, perdiamo quella grazia di Dio che, invece, il Padre avrebbe voluto riversare su di noi. Credo che il richiamo dolce del Signore ci ricordi che il cammino di fede non lo costruiamo solo con le grandi scelte che caratterizzano qualche tempo della vita ma, al contrario, con le piccole scelte di ogni giorno. È in queste scelte che si vede il valore della nostra maturità, è da queste scelte che si vede il nostro effettivo essere in una mentalità di fede o contro di essa. La grazia da chiedere, dunque, è quella di saper mettere, in ogni piccola scelta, qualcosa che “sappia” di Vangelo. Solo così si dà sapore a tutta la vita. La nostra vita di cristiani, la nostra vita di credenti è tutta chiamata ad avere un sapore, ad esprimere una sua solidità, una sua profondità, un suo impegno serio, preciso, forte, per i valori del Vangelo. Quando questo non accade, magari ci affidiamo a realtà che appagano immediatamente ma che, sulla lunga distanza non tengono. Ecco perchè il cristiano dovrebbe sempre tenere presente l’ultimo giorno della vita. È alla luce di quel giorno, infatti, che dovremmo prendere le decisioni più importanti e più rilevanti. Ma non sempre ce ne ricordiamo…
Chiediamo questa grazia insieme, per non essere come Salomone, uomini che, alla fine perdono tutto quello che credevano di avere.