Sabato 22 Febbraio

Settimana della penultima domenica dopo l’Epifania – sabato

Esodo

Es 25, 1; 27, 1-8
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Farai l’altare di legno di acacia: avrà cinque cubiti di lunghezza e cinque cubiti di larghezza. L’altare sarà quadrato e avrà l’altezza di tre cubiti. Farai ai suoi quattro angoli quattro corni e costituiranno un sol pezzo con esso. Lo rivestirai di bronzo. Farai i suoi recipienti per raccogliere le ceneri, le sue palette, i suoi vasi per l’aspersione, le sue forcelle e i suoi bracieri. Farai di bronzo tutti questi accessori. Farai per esso una graticola di bronzo, lavorato in forma di rete, e farai sulla rete quattro anelli di bronzo alle sue quattro estremità. La porrai sotto la cornice dell’altare, in basso: la rete arriverà a metà dell’altezza dell’altare. Farai anche stanghe per l’altare: saranno stanghe di legno di acacia e le rivestirai di bronzo. Si introdurranno queste stanghe negli anelli e le stanghe saranno sui due lati dell’altare quando lo si trasporta. Lo farai di tavole, vuoto nell’interno: lo faranno come ti fu mostrato sul monte».

Il Sabato ha sempre un ordinamento di scritture proprio e in continuità con quello di settimana scorsa. Il tema di oggi è molto facilmente riconoscibile: l’altare di Dio. Nell’antico testamento il tema dell’altare era molto importante. Su di esso, infatti, venivano bruciate le vittime del sacrificio. Ecco il perché di queste norme molto minuziose e complesse che prevedevano, in tutti i dettagli, come dovesse essere fatto l’altare. Le prescrizioni di Mosè furono poi accolte anche per il tempio di Gerusalemme, dove l’altare venne realizzato in forma solennissima. È l’altare che vede Gesù, è quello che anche Lui vede ricoprirsi di vittime sacrificali ogni giorno e, soprattutto, nei giorni della Pasqua.

Ebrei

Eb 13, 8-16
Lettera agli Ebrei

Fratelli, Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie ed estranee, perché è bene che il cuore venga sostenuto dalla grazia e non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne fanno uso. Noi abbiamo un altare le cui offerte non possono essere mangiate da quelli che prestano servizio nel tempio. Infatti i corpi degli animali, il cui sangue viene portato nel santuario dal sommo sacerdote per l’espiazione, vengono bruciati fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, subì la passione fuori della porta della città. Usciamo dunque verso di lui fuori dell’accampamento, portando il suo disonore: non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.

Questo altare non ha alcun più alcuna ragion d’essere dopo la rivelazione del figlio di Dio. Gesù stesso è, in un tempo solo, vittima, sacerdote e altare. Come già dicevamo settimana scorsa, egli è l’unica vittima che si offre al Padre ed è da Lui gradita. Egli è sacerdote, perché si offre da se stesso. La sua croce è l’altare della sua immolazione, quella Croce che Egli stesso ha scelto ed assunto per espiare il peccato degli uomini e per portare a compimento il mistero della salvezza attraverso la sua Pasqua. L’altare dei cristiani, l’altare della chiesa trova il suo fondamento proprio in questa teologia. Sull’altare, infatti, si ripete sempre il medesimo sacrificio della Croce che, essendo sempre nuovo, porta a tutti gli uomini i suoi benefici di grazia.

Vangelo

Mc 8, 34-38
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, il Signore Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

È il cuore dell’insegnamento di Cristo. La sua croce diventa non solo il cuore del suo ministero e del suo insegnamento, ma anche l’esempio da cui tutti possono trarre aiuto e giovamento per la loro vita. Ogni vita, se lo vogliamo, è altare gradito a Dio. Lo è se si offrono tutte le sofferenze, tutti i dolori, tutte le traversie e le difficoltà come sacrificio a Lui gradito e da lui accettato. La vita di ogni uomo, se è libera accettazione delle piccole o grandi croci che capitano, è altare nel quale si rinnova l’unica vera croce che dona salvezza: quella di Cristo!

Per Noi

Il cuore delle scritture di questo giorno è anche il cuore della nostra riflessione. Non solo la vita di Cristo è altare, non solo il sacrificio di Cristo è il sacrificio a Dio gradito, ma anche i nostri sacrifici hanno un senso, se fatti per amore e offerti attraverso Cristo al Padre. Anche la nostra vita, con le sue piccole o grandi Croci è un luogo nel quale si ripete quell’affidamento al Padre che Cristo ci ha insegnato. Non solo. Se l’offerta della nostra vita si unisce all’offerta del sacrificio eucaristico che si rinnova per noi su ogni altare, in ogni chiesa, in ogni singola celebrazione della S. Messa, allora il significato del sacrificio di Cristo raggiunge il suo apice e tutta la sua efficacia. Il sacrificio redentore non si vive perché si immola qualcosa a Dio, ma si rinnova e diventa efficace ogni volta che la vita di un cristiano imita quella di Cristo.

Ormai molto prossimi alla quaresima, siamo, quindi, tutti invitati a comprendere il valore della Croce di Cristo e ad imitare Cristo stesso nella sua volontaria immolazione.

Offriamo, già da oggi, il nostro sacrificio a Cristo. Offriamo le piccole difficoltà di questo giorno, offriamo le umiliazioni, offriamo le cose che ci turberanno. Offriamo tutto al Signore. Sappiamo, intanto, che tutto diventa offerta gradita al Padre e, poi, sappiamo che questa offerta gradita a Dio Padre diventerà, per noi tutti, occasione di santificazione per la nostra anima.

2020-02-15T09:18:01+01:00