Settimana della settima domenica dopo Pentecoste – Mercoledì
Vangelo
Gv 20, 1. 11-18
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!» –. Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Le due letture di oggi hanno un sapore del tutto pasquale, specie il Vangelo che è il medesimo del mattino di Pasqua. La memoria di Santa Maria Maddalena infatti, ci riporta a quell’evento della sua vita che diede a questa donna, dal passato tormentato, una nuova dimensione di vita: quella della libertà nell’amore! Maria Maddalena, infatti, venne al sepolcro per compiere un rito di amore: ungere il corpo del Signore. Trovando la tomba vuota, riconoscendo pian piano il Signore risorto, ella si persuase che la sua esistenza acquisiva di colpo una dimensione nuova: essere libera per sempre dal suo passato per poter vivere nella dimensione dell’amore gratuito e generoso, quell’amore che le aveva insegnato Cristo e che ora era comprensibile anche a lei.
Per questo, Maria Maddalena, allontanatasi dal sepolcro, seppe essere per tutti esempio di dedizione, donazione, vicinanza, amore. L’amore del Risorto che l’aveva conquistata divenne in lei forza di vita.
Romani
Rm 7, 1-6
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Forse ignorate, fratelli – parlo a gente che conosce la legge – che la legge ha potere sull’uomo solo per il tempo in cui egli vive? La donna sposata, infatti, per legge è legata al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è liberata dalla legge che la lega al marito. Ella sarà dunque considerata adultera se passa a un altro uomo mentre il marito vive; ma se il marito muore ella è libera dalla legge, tanto che non è più adultera se passa a un altro uomo. Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla Legge per appartenere a un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio. Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla Legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per opera di Gesù Cristo nostro Signore.
Proprio della libertà dell’amore parlava la lettera ai Romani. San Paolo, partendo dal caso di una donna che rimane vedova, richiamava la libertà della donna che può risposarsi nel Signore o vivere la sua vedovanza come atto di consacrazione a Dio e rimanere fedele nell’amore.
Un caso concreto della vita per dire solamente che il cristiano, libero da ogni cosa, quando ama, può compiere ciò che vuole. “Ama et fac quod vis”, ama e fa ciò che vuoi, commenterà, poi, S. Agostino,
Per noi.
Anche noi tutti, credo, amiamo la nostra libertà e, forse, in un altro tempo della nostra vita, abbiamo fatto molte riflessioni sul tema della libertà, accettando questa o quest’altra visione. Certo sono cose che capita di compiere nella vita. La fede cristiana dovrebbe, tuttavia, aver illuminato, nella nostra maturità, la nostra riflessione. Così che suggerirei di chiederci:
- Siamo pervenuti all’idea che solo Cristo compie la nostra libertà?
- Cosa significa, per me, adesso, donare la mia libertà a Cristo?
Solo Cristo, insegnandoci ad amare, placa la nostra sete di libertà, solo Cristo, donandoci la libertà dei figli di Dio, ci aiuta a comprendere che questo immenso dono di Dio è per amare. Libertà per amare è il cuore della riflessione sulla libertà che tutti noi, come cristiani, possiamo fare. Questo ci spinge a chiederci:
- Come sto vivendo la mia libertà per amare?
- Cosa sto facendo per realizzare appieno la mia libertà?
Forse possono esserci proprio utili i giorni di questo tempo estivo, per educarci ad una libertà che non sia quella dell’ozio, del riposo, o, per lo meno, non solamente questo. Sarebbe infatti troppo poco!
Vera libertà è solo quella che si dona per amore. Viviamo così i nostri giorni. Giungeremo anche noi, come Maria Maddalena, a consacrare la nostra libertà al Signore, per amore!