Giovedì 23 febbraio

Settimana dell’ultima domenica dopo l’Epifania – giovedì 

La spiritualità di questo giorno

Uno sguardo alla vita, uno alla morte

La Parola di questo giorno

LETTURA Qo 9, 7-12
Lettura del libro del Qoèlet

Su, mangia con gioia il tuo pane e bevi il tuo vino con cuore lieto, perché Dio ha già gradito le tue opere. In ogni tempo siano candide le tue vesti e il profumo non manchi sul tuo capo. Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua parte nella vita e nelle fatiche che sopporti sotto il sole. Tutto ciò che la tua mano è in grado di fare, fallo con tutta la tua forza, perché non ci sarà né attività né calcolo né scienza né sapienza nel regno dei morti, dove stai per andare. Tornai a considerare un’altra cosa sotto il sole: che non è degli agili la corsa né dei forti la guerra, e neppure dei sapienti il pane e degli accorti la ricchezza, e nemmeno degli intelligenti riscuotere stima, perché il tempo e il caso raggiungono tutti. Infatti l’uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai pesci che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l’uomo è sorpreso dalla sventura che improvvisa si abbatte su di lui.

SALMO Sal 5

Tu benedici il giusto, Signore.

Al mattino ascolta la mia voce;
al mattino ti espongo la mia richiesta e resto in attesa.
Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo. R

Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta.
Io, invece, per il tuo grande amore, entro nella tua casa;
mi prostro verso il tuo tempio santo nel tuo timore. R

Gioiscano quanti in te si rifugiano, esultino senza fine.
Proteggili, perché in te si allietino
quanti amano il tuo nome,
poiché tu benedici il giusto, Signore,
come scudo lo circondi di benevolenza. R

VANGELO Mc 13, 9b-13
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

L’atteggiamento di sapienza

Come vivono per lo più gli uomini? Il sapiente Qoelet, dopo attenta e lunga osservazione, ci descrive brevemente. Tutti vivono lavorando, chi con le proprie mani, chi con il proprio intelletto. Tutti gli uomini cercano di mettere a frutto i propri talenti così come è dato a ciascuno di fare. Gli uomini, poi, amano, si legano alla propria donna, cercano di passare insieme le possibili traversie della vita. È più o meno così che si vive, specie nel mondo antico, al riparo da tanti contrasti e da tante cose che noi potremmo aggiungere rispetto al nostro modo di vivere. Ma, ci diceva il sapiente, tutti fatichiamo, ci diamo da fare… per che cosa? Il sapiente invitava a ricordare che nessuno conosce il tempo della propria vita e che tutti, prima o poi, verremo colti dalla morte. È di fronte alla morte che si vede come un uomo ha vissuto. È di fronte alla morte che si capisce come un uomo, una donna, hanno affrontato il loro tempo, ma è anche di fronte alla morte che si capisce il tenore della fede di ciascuno. In base a come si affronta la morte, emerge la sapienza della vita o la sua inconsistenza.

Così come anche dice Gesù nel Vangelo. L’aspirazione di tutti è quella di avere una vita tranquilla, serena, senza guai. Una vita nella quale anche la fede occupa il suo posto, una vita nella quale tutto sembra andare per il verso giusto. Gesù invita a non avere una vita tranquilla, a darsi da fare perché il nome di Dio sia annunciato e conosciuto da tutti. Comprendendo anche bene che questo, non solo nel suo, ma anche nel corso dei secoli, avrebbe comportato una grande lotta. Ebbene, dice il Signore, bisogna saper sostenere anche questa lotta, bisogna sostenere anche il tempo della persecuzione e continuare ad andare avanti, così come ciascuno è capace, con l’ottica propria di ogni tempo, ma tutta rivolta a Dio. La fatica dell’affrontare un tempo di persecuzione ripaga in molti modi, ma, soprattutto, con la tranquillità dello Spirito che ritrova in Dio le ragioni ultime della vita.

Il nostro cammino di fede

Noi come viviamo? Che senso diamo alla fatica del credere? Non siamo, almeno dalle nostre parti, in un tempo di persecuzione. Eppure, come tutti ben vediamo e riconosciamo, facciamo una grande fatica a vivere la fede. Facciamo fatica a dire che siamo di Cristo. Facciamo fatica a capire noi per primi e a far capire agli altri che valore dare alla coerenza della fede. Facciamo fatica a dire a tutti chi è alla sorgente dei nostri giorni e come interpretiamo il tempo, il lavoro, gli affetti, la vita alla luce del nostro credo. Facciamo molta fatica a confrontarci in un mondo che è e va da un’altra parte. Se prima la cosa poteva essere velata e i cristiani potevano avere l’illusione di contare ancora molto e di avere ancora potere, ora vediamo come tutte queste cose si siano trasformate e credo che tutti capiamo come il cristianesimo, nel nostro occidente, stia diventando sempre più marginale. La persecuzione che subiamo è quella dell’indifferenza. La persecuzione che subiamo è quella di alcuni “poteri forti” che sono sempre contro la Chiesa.

Ricordiamoci della parola del Signore. È con la perseveranza che si salva l’anima. È con la perseveranza che si decide di andare dietro al Signore, con umiltà, con profondità, con attenzione. Il cammino di sapienza che stiamo concludendo proprio in questi giorni, ci porta verso questa verità: incominciamo ad offrire a Dio la nostra perseveranza. Il Signore costruirà con essa i suoi miracoli. Non dobbiamo dubitarne: piuttosto impegniamo le nostre energie, le nostre forze, per guardare con attenzione e con speranza a ciò che ci sta davanti. Ricordiamoci che, dalla perseveranza degli uomini, il Signore costruisce i suoi miracoli.

Intenzioni di preghiera

Vorrei che tutti oggi, anzitutto, pregassimo per noi, perché possiamo capire che il nostro compito non è quello di una crociata, ma quello di una testimonianza, semplice, forse marginale, ma apprezzabile per la forza d’animo di ciascuno di noi.

Preghiamo perché la persecuzione dell’indifferenza e della marginalità non ci preoccupi più di tanto, ma ci aiuti a vedere come il Signore purifica la nostra storia per garantire un futuro migliore.

Preghiamo perché la Quaresima che ci sta davanti sia, per tutti, occasione di riflessione, approfondimento, meditazione per scoprire i grandi benefici che Dio prepara per tutti noi.

2023-02-17T11:55:47+01:00