Mercoledì 22 febbraio

Settimana dell’ultima domenica dopo l’Epifania – mercoledì 

La spiritualità di questo giorno

La fiducia in DIo

La Parola di questo giorno

LETTURA Qo 4, 17 – 5, 6
Lettura del libro del Qoèlet

Bada ai tuoi passi quando ti rechi alla casa di Dio. Avvicìnati per ascoltare piuttosto che offrire sacrifici, come fanno gli stolti, i quali non sanno di fare del male. Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a proferire parole davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; perciò siano poche le tue parole. Infatti dalle molte preoccupazioni vengono i sogni, e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto. Quando hai fatto un voto a Dio, non tardare a soddisfarlo, perché a lui non piace il comportamento degli stolti: adempi quello che hai promesso. È meglio non fare voti che farli e poi non mantenerli. Non permettere alla tua bocca di renderti colpevole e davanti al suo messaggero non dire che è stata una inavvertenza, perché Dio non abbia ad adirarsi per le tue parole e distrugga l’opera delle tue mani. Poiché dai molti sogni provengono molte illusioni e tante parole. Tu, dunque, temi Dio!

SALMO Sal 65 (66)

Dio ha ascoltato la voce della mia preghiera.

Entrerò nella tua casa con olocausti,
a te scioglierò i miei voti, pronunciati dalle mie labbra,
promessi dalla mia bocca nel momento dell’angoscia.
Ti offrirò grassi animali in olocausto
con il fumo odoroso di arieti,
ti immolerò tori e capri. R

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua. R

Se nel mio cuore avessi cercato il male,
il Signore non mi avrebbe ascoltato.
Ma Dio ha ascoltato,
si è fatto attento alla voce della mia preghiera.
Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. R

VANGELO Mc 12, 38-44
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

L’atteggiamento di sapienza

Potremmo dire che le Scritture di oggi ci fanno continuare la riflessione di ieri. Se occorre avere un tempo per ogni cosa, se occorre avere un tempo per Dio perché tutto prenda senso, allora possiamo comprendere anche la raccomandazione del sapiente circa la profondità delle manifestazioni di fede.

Qoelet ci invitava a custodire i passi che ci portano al tempio, ovvero a verificare bene l’intenzione con la quale ci rechiamo ad un momento di preghiera. Il sapiente, poi, con profondità grande ci diceva che Dio conosce le intenzioni dei cuori, sa con quale animo ci stiamo avvicinando a Lui. Se si può scherzare con gli uomini, ci dice il saggio, ricordiamoci che non si può e che nemmeno si deve scherzare con Dio! Ecco perché bisogna custodire i passi che ci portano verso la casa di Dio. Occorre custodire la parola con la quale ci rivolgiamo a Lui, occorre custodire la mente, perché le distrazioni non ci portino lontano dal suo mistero, occorre custodire il cuore, per essere profondamente certi di esprimere, con le parole e con i gesti, ciò che abbiamo dentro di noi, ciò che ci portiamo nel cuore.

È esattamente ciò che dice Gesù mentre osserva la scena che gli sta davanti. Nel tempio ci sono molte persone che vanno per farsi vedere, per farsi apprezzare, per farsi dire che sono brave. Oppure ci vanno molte persone che vogliono semplicemente far notare il proprio potere, la propria ricchezza. Al tempio c’era anche una donna povera, una donna che mette “due spiccioli” nella cassetta delle offerte. Nessuno si cura di lei, non si mette in mostra! Nessuno, nemmeno, la nota: anche la sua offerta non desta nessun interesse. Eppure quell’offerta è simbolo di ben altra offerta. Quella donna sta offrendo sé stessa a Dio, prega con intensità, prega con verità, non spreca parole ma, con il cuore, con la mente, con i gesti, dice a Dio che si sta affidando a lui. Lei sola, povera, vedova, non cerca altro rifugio che nel Signore. Questo le basta per la vita. Questo le basta per i suoi giorni. È l’incarnazione di quell’atteggiamento sapienziale che anche Qoelet ci aveva proposto.

Il nostro cammino di fede

Quasi all’inizio della Quaresima, possiamo già prendere queste tracce della Parola di Dio come possibili tracce per una verifica spirituale. Noi come andiamo in chiesa? Cosa diciamo al Signore? Con quanta verità apriamo a lui il nostro cuore? Con quanta serietà ci facciamo carico della sua parola? Credo proprio che sia indispensabile farci queste domande, se vogliamo vivere un cammino di fede autentico, se non vogliamo prenderci in giro e se non vogliamo prendere in giro il Signore. La serietà di un cammino, ci sta dicendo Qoelet, viene solamente quando ci sappiamo rimettere con verità nelle mani di Dio, come la vedova che ha messo tutta sé stessa nelle mani del Padre.

Credo che tutti dobbiamo guardare a questo insegnamento con profondissima ammirazione. Sarebbe bello se, al termine della vita, noi tutti potessimo avere almeno un briciolo di questa sapienza. Se avremo anche noi la sapienza di chi si affida, la sapienza di chi crede, la sapienza di chi non cerca di mettersi in mostra, o di avere prestigio ma quella di sapersi consegnare al Signore, senza timori, senza incertezze, senza esitazioni, vivremo non senza paura, ma con profondo senso di affidamento, anche il passo della morte. Ma, per arrivare a questo, occorre un allenamento quotidiano. Occorre che ora, nei giorni fuggevoli della vita, sappiamo rimetterci nelle mani di Dio senza esitazioni. Occorre che ora, senza troppi problemi, sappiamo cercare nella preghiera, nella spiritualità profonda, il senso dei nostri giorni. Occorre che ora cerchiamo di evitare tutti quegli atteggiamenti che portano lontano da Dio e che non permettono di costruire nulla. Solo così avremo salva la vita. Quella vita che, troppo spesso, perdiamo in questioni inutili o futili.

Intenzioni di preghiera

Preghiamo per noi, perché sappiamo giungere a questa sapienza di vita. Chiediamo al Signore la forza di avere il coraggio di lasciare da parte quelle cose che ci attirano, anche con forza, ma che, poi, non ci danno nessuna stabilità, nessuna profondità per l’esistenza. Chiediamo a Maria di custodire i nostri passi, perché, come la vedova, sappiamo consegnarci senza esitazioni nelle mani del Figlio suo.

2023-02-17T11:53:13+01:00