Martedì 21 febbraio

Settimana dell’ultima domenica dopo l’Epifania – martedì 

La spiritualità di questi giorni

Omnia habet tempum

La Parola di questo giorno

LETTURA Qo 3, 1-8
Lettura del libro del Qoèlet

Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato. Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via. Un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

SALMO Sal 144 (145)

Pietà e misericordia e il Signore.

O Dio, ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese. R

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R

Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.
Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno. R

VANGELO Mc 12, 18-27
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Vennero dal Signore Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

L’atteggiamento di sapienza

Il detto latino si traduce con questa espressione: cerca di avere tempo per ogni cosa. È una frase di sapienza latina, sposata dai monaci dei primissimi secoli. Il credente deve avere un tempo giusto per ogni cosa. Un tempo per nascere e per morire, ci direbbe Qoelet. Questo è dato a tutti, ogni vita ha un giorno di inizio e un giorno di fine. Così come ci sono tempi, giorni, per amare, giorni per sentirci amati, ma sappiamo anche che ci sono giorni in cui facciamo fatica ad amare, sia a sentirci amati. Ecco perché c’è un tempo “per abbracciare e un tempo per astenerci dagli abbracci”. Così come sappiamo bene che c’è un tempo per gioire, ma non tutti i tempi sono di gioia piena, ci sono anche giorni di dolore e di pena.

Così come ci sono tempi di lavoro, tempi di serietà, tempi di intensità ma anche tempi di distensione, tempi per sorridere, tempi per non prendere troppo sul serio le cose. Il Vangelo ci mostra proprio questo: una barzelletta alla quale Gesù risponde, perché c’è un tempo per tutto, anche per parlare di cose serie ma con il dovuto distacco e con la dovuta ilarità. Pur accettando questa sorta di agire umoristico, Gesù non rinuncia a dare una grande lezione sulla vita eterna, sulla sua essenza e sul modo con cui si partecipa alla vita, da risorti, in Dio. È questo il mistero che illumina ogni cosa. Una vita che si sente attratta da Dio, una vita che sa di essere in cammino verso Dio, diventa una vita nella quale tutto prende il suo posto e nella quale c’è un posto per ogni cosa. Divertimento compreso!

Il nostro cammino di fede

In realtà credo che pochissimi di noi siano sulla strada di questo insegnamento spirituale e che tutti ci lamentiamo non solo di avere poco tempo, ma anche dell’uso che spesso ne facciamo. Così, anche dopo la pausa forzata del Covid, abbiamo ripreso modi di fare e tempi abituali, e siamo tornati ad una scansione della vita come era prima, come se quasi nulla ci fosse stato di mezzo. È per questo che il ritornello “non ho tempo” scandisce spesso le nostre giornate, come pure l’impressione di non vivere bene il tempo è quella che riguarda molti di noi, per diversi aspetti.

Credo che l’atteggiamento di sapienza che ci viene consigliato oggi sia necessario proprio per tutti. Nella vita bisogna avere un tempo per ogni cosa. Un tempo di serietà ma anche un tempo per prendere le cose con la sufficiente ilarità che serve. Un tempo per impegnarsi ma anche un tempo per la distensione, per lo svago, per la “ri-creazione”. Un tempo per la gioia, un tempo per il pianto, proprio o degli altri… insomma, è proprio del credente avere il tempo giusto per tutte le cose. Come si fa? Chi arriva a fare questo? La risposta delle Scritture è chiara: l’uomo di fede. Chi sa rimettersi davanti a Dio, chi sa rimettersi in atteggiamento di preghiera, chi sa mettere ogni cosa dinanzi al volto di Dio, trova questa sapienza e vive così i propri giorni. La custodia del tempo di Dio non è mai fine a sé stessa, ma porta a questo risultato: permette di vivere i giorni con sapienza, con attenzione, con assiduità per cercare il bene, le cose belle, le cose sante, le cose giuste. Chi non ha una spiritualità forte rischia di perdere tutto, perché, mancando il giusto ordine delle cose, inevitabilmente si sfocerà in qualche deriva.

Oggi più che consigliare qualche intenzione di preghiera, vorrei che tutti trovassimo il tempo per essa. Vorrei che tutti trovassimo un tempo giusto, appropriato, perché questa giornata non sia solo un rincorrersi di cose, di appuntamenti, di attività, ma sia un tempo che viene custodito da Dio e in Dio. Se riusciremo a garantire questo, credo proprio che questa giornata non passerà invano. Sempre i latini erano soliti dire: “Nulla dies sine linea”, cioè cerca di non buttare via le tue giornate, fa’ in modo che ogni giornata sia memorabile, non perché accada sempre qualcosa di straordinario, ma perché si riesca a custodire l’ordinario con cura grande. Soprattutto in nessun giorno bisognerebbe buttare via il tempo. Questa, per il mondo latino, è l’origine della stoltezza. Pensiero molto simile a quello di Qoelet.

Intenzioni di preghiera

Vi suggerisco oggi di avere un tempo di preghiera adeguato, nel quale mettere la radice di ogni opera del giorno. Quindi, se possibile, al mattino prima di iniziare la giornata.

Se ciò non fosse possibile, vi suggerirei di vivere alla fina della giornata un momento di verifica, di rilettura sapienziale di quello che abbiamo fatto. Così si potrà verificare se la radice di ogni cosa era in Dio oppure no.

Possibilmente, poi, vi chiederei di non far passare questo giorno senza la celebrazione dell’Eucarestia. È solo lì che avremo la certezza di ottenere quella sapienza che andiamo cercando da tempo. Un passo in più per non fare in modo che la vita trascorra senza senso.

2023-02-17T11:50:40+01:00