Lunedì 23 maggio

Settimana della 6 domenica di Pasqua – lunedì

Questa settimana è segnata dalla celebrazione solenne dell’Ascensione e le letture, specie di questi primi tre giorni della settimana, vorranno condurci a questa vetta spirituale. Inizierà poi la novena di Pentecoste, per imparare ad attendere lo Spirito di Dio, lo Spirito consolatore, lo Spirito di fortezza.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA At 28, 1-10
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. Gli abitanti ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia e faceva freddo. Mentre Paolo raccoglieva un fascio di rami secchi e lo gettava sul fuoco, una vipera saltò fuori a causa del calore e lo morse a una mano. Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli abitanti dicevano fra loro: «Certamente costui è un assassino perché, sebbene scampato dal mare, la dea della giustizia non lo ha lasciato vivere». Ma egli scosse la serpe nel fuoco e non patì alcun male. Quelli si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto sul colpo ma, dopo avere molto atteso e vedendo che non gli succedeva nulla di straordinario, cambiarono parere e dicevano che egli era un dio. Là vicino vi erano i possedimenti appartenenti al governatore dell’isola, di nome Publio; questi ci accolse e ci ospitò con benevolenza per tre giorni. Avvenne che il padre di Publio giacesse a letto, colpito da febbri e da dissenteria; Paolo andò a visitarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì. Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell’isola che avevano malattie accorrevano e venivano guariti. Ci colmarono di molti onori e, al momento della partenza, ci rifornirono del necessario.

SALMO Sal 67 (68)

Cantiamo al Signore e inneggiamo al suo nome.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio. R

I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
esultate davanti a lui. R

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R

VANGELO Gv 13, 31-36
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Quando Giuda Iscariota fu uscito, il Signore Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».

Vangelo

Questi capitoli del Vangelo di Giovanni, che sono stati occasione di meditazione e di studio per la lectio divina di quest’anno, sono tutti improntati all’addio di Gesù. Gesù non solo ha preparato i discepoli alla sua Pasqua, ma li ha anche preparati a capire che la sua presenza sarebbe continuata e non sarebbe mai venuta meno. Con l’indicazione precisa del Signore: “Dove vado io, voi, ora, non potete venire”. Indicazione importante, perché Gesù fissa per tutti l’incontro con Dio nella vita eterna, ma dopo il cammino di questa vita, più o meno lungo che sia.

Il tempo dell’attesa si configura come tempo per vivere in modo operoso l’assenza del Signore e per educare il desiderio di vederlo, di essere alla sua presenza. “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri”. Il tempo presente è, quindi, il tempo in cui vivere gesti di amore intenso, significativo, profondo, per avere in sé, nella propria anima la presenza di Cristo e per sperimentare la sua vicinanza e protezione. Vivere il comandamento dell’amore nel tempo aiuta ad avvicinarsi a quella meta che sarà la visione del volto di Dio, nell’eternità.

Atti

Questa trama è poi il riassunto della pagina degli Atti degli Apostoli. Paolo, naufragato a Malta, dapprima viene scambiato per un malfattore, ma quando si vede che la sua salute è buona dopo il morso della vipera e quando si vedono i prodigi di grazia che Paolo opera nelle persone, nei malati, tutti capiscono che qualcosa di divino è all’opera in lui. Paolo viene accolto con benevolenza e anche ai suoi compagni di prigionia viene offerto tutto quello che è necessario per il viaggio. Potremmo dire che, in quell’esperienza, Paolo ha vissuto gli effetti che si riversano su chi vive il comandamento dell’amore. Chi vive di generosità, come Paolo che offre il suo interessamento per la comunità di Malta, chi vive di carità nel nome di Cristo, suscita la carità e l’amore di altri. Così che, al momento della partenza, sono proprio gli abitanti di quest’isola a donare tutto l’occorrente a Paolo e ai suoi compagni per l’ultima traversata, l’ultimo viaggio.

Per noi

Credo sia importantissimo, per noi tutti, vivere la “lezione” che queste pagine bibliche ci hanno dato. Anzitutto per ricordare che noi per primi, noi che attendiamo l’Ascensione del Signore, noi che viviamo un cammino di fede profondo, significativo, o che per lo meno ci tentiamo, dobbiamo essere i primi che offriamo a tutti i segni dell’amore di Cristo, aiuteremo altri a vivere nello stesso modo e susciteremo un’adesione al bene da parte di ogni uomo. Il testo degli Atti mette proprio nel cuore di gente pagana, di gente che non conosce Cristo questi atti di bontà, questo vivo desiderio di bene. Certo Paolo avrà detto qualcosa del Signore, avrà detto qualche cosa del Vangelo. Rimase, come abbiamo sentito, solo pochi giorni nell’isola. Ma tanto bastò per donare a tutti una testimonianza di bene. Se l’apostolo è riuscito a vivere così, perché non dovremmo riuscirci noi? Perché la nostra vita dovrebbe essere diversa dalla sua?

Con Maria

Chiediamo a Maria, che ci accompagna in questo itinerario verso l’Ascensione, di aiutarci a capire queste verità. A Lei che ha vissuto con i medesimi sentimenti, affidiamo noi stessi, perché impariamo a vivere di gratuità, di donazione, di bene. Impariamo da Lei a suscitare il bene nel nostro cuore per saperlo, poi, suscitare anche negli altri.

2022-05-21T18:08:22+02:00