Martedì 23 novembre

Settimana della 2 domenica di Avvento – Martedì

Le sorprese di Dio non finiscono mai!

La Parola di Dio per questo giorno

EZECHIELE 5, 1-9

Lettura del profeta Ezechiele

In quei giorni. Il Signore mi parlò, dicendo: «Figlio dell’uomo, prendi una spada affilata, usala come un rasoio da barbiere e raditi i capelli e la barba. Poi prendi una bilancia e dividi i peli tagliati. Un terzo lo brucerai sul fuoco in mezzo alla città al termine dei giorni dell’assedio. Prenderai un altro terzo e lo taglierai con la spada intorno alla città. Disperderai al vento l’ultimo terzo, mentre io sguainerò la spada dietro a loro. Conservane solo alcuni e li legherai al lembo del tuo mantello; ne prenderai ancora una piccola parte e li getterai sulla brace e da essi si sprigionerà il fuoco e li brucerai. A tutta la casa d’Israele riferirai: Così dice il Signore Dio: “Questa è Gerusalemme! Io l’avevo collocata in mezzo alle nazioni e circondata di paesi stranieri. Essa si è ribellata con empietà alle mie norme più delle nazioni e alle mie leggi più dei paesi che la circondano: hanno disprezzato le mie norme e non hanno camminato secondo le mie leggi”. Perciò, dice il Signore Dio: “Poiché voi siete più ribelli delle nazioni che vi circondano, non avete camminato secondo le mie leggi, non avete osservato le mie norme e neppure avete agito secondo le norme delle nazioni che vi stanno intorno, ebbene, così dice il Signore Dio: Ecco, anch’io sono contro di te! Farò giustizia di te di fronte alle nazioni. Farò a te quanto non ho mai fatto e non farò mai più, a causa delle tue colpe abominevoli”».

PROFETI Gl 4,15-21

Lettura del profeta Gioele

Così dice il Signore Dio: «Il sole e la luna si oscurano e le stelle cessano di brillare. Il Signore ruggirà da Sion, e da Gerusalemme farà udire la sua voce; tremeranno i cieli e la terra. Ma il Signore è un rifugio per il suo popolo, una fortezza per gli Israeliti. Allora voi saprete che io sono il Signore, vostro Dio, che abito in Sion, mio monte santo, e luogo santo sarà Gerusalemme; per essa non passeranno più gli stranieri. In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo e latte scorrerà per le colline; in tutti i ruscelli di Giuda scorreranno le acque. Una fonte zampillerà dalla casa del Signore e irrigherà la valle di Sittìm. L’Egitto diventerà una desolazione ed Edom un arido deserto, per la violenza contro i figli di Giuda, per il sangue innocente sparso nel loro paese, mentre Giuda sarà sempre abitata e Gerusalemme di generazione in generazione. Non lascerò impunito il loro sangue, e il Signore dimorerà in Sion».

VANGELO Mt 12, 14-21

✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. I farisei uscirono e tennero consiglio contro il Signore Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».

La sorpresa che nasce dalla ricostruzione

Anche oggi Ezechiele, con le sue immagini, ci fa riflettere. Tutto Israele, ma soprattutto la città di Gerusalemme, aveva ricevuto l’invito ad essere sentinelle per tutto il mondo, punto di riferimento sicuro, città e popolo al quale guardare proprio per via della propria fede. Così non è avvenuto. Israele ha perso il suo sapore, ha tradito il suo compito specifico. Ecco perchè un terzo della città sarà ucciso, un terzo sarà messo in fuga, solo un piccolo resto ricostruirà un popolo fedele al Signore. La visione del profeta dice ciò che ineluttabilmente accadrà. Quando ci si allontana da Dio, non si è destinati ad altro che a sparire dalla faccia della terra. Se l’uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio, se si rinnova questa immagine e somiglianza nella fede, quando ci si allontana dalla fede è ovvio che si perda quanto avrebbe dovuto essere lo specifico dono di un popolo. Soprattutto quando ci si allontana dal sommo bene che è Dio, non ci può essere spazio che per la guerra e la deportazione, che vengono presi come immagine per dire il male più profondo che l’uomo possa creare. Nell storia innumerevoli volte si è ripetuta questa parabola. Eppure non capiamo e abbandoniamo umilmente Dio. Dio che non può fare altro che ricostruire con il piccolo resto che gli rimane fedele. Per Dio questo è sufficiente!

Il profeta Gioele è ancora più consolante, perché ricordava che, se chi ha deviato dal proprio cammino di fede non potrà fare altro che andare di male in peggio, per chi rimane fedele, invece, è assicurata la benedizione di Dio. Diceva il profeta, con un’immagine molto consolante, che all’uomo di Dio non mancherà mai il pane e l’acqua, cioè una fonte minima di sostentamento, che permetterà di continuare il cammino anche quando tutto sembra opporsi ad esso. È a questo resto fedele, è a questo piccolo numero di uomini e di donne che rimane fedele a Dio che bisogna guardare come segno di speranza per il mondo intero. È quello che accade anche oggi. Anche oggi ci sono molte anime che amano Dio, che rispettano il mistero di Dio, che si rendono disponibili per servirlo qui, in terra.

Il vero segno di riconciliazione tra Dio e gli uomini, il vero giusto che rimane fedele, è solo Gesù Cristo. Ce lo ricordava il Vangelo: colui che non commette peccato, che non spegne lo stoppino tremolante, ovvero che rispetta la vita di tutti e concede a tutti di avere forza nuova per tornare a Dio, è Gesù Cristo. Noi ci stiamo preparando a celebrare il mistero dell’incarnazione proprio per ricordarci che la visita di Dio si compie in vista della riconciliazione del mondo intero con Dio. Solo in Gesù avviene questa riconciliazione. Solo Dio è capace di rendere l’uomo peccatore giusto davanti a Lui. Solo in Cristo si attua questa volontà di salvezza universale che i profeti avevano intravisto nel “resto” di Israele. La gioia del Natale altro non è che questa. Noi gioiamo perché il Signore Gesù in persona rende nuovamente possibile l’alleanza tra Dio e l’uomo. Quell’alleanza che, altrimenti, sarebbe stata impossibile da recuperare. È la grazia di un nuovo inizio. Un inizio che anche noi abbiamo sempre bisogno di recuperare per la nostra esistenza.

Per noi

  • Ci interessa davvero fare parte di un resto che rimane fedele a Dio?
  • Come reagiamo all’appello a vivere questo essere alternativi per il bene di tutta l’umanità?

Per gli sposi e la famiglia

La stessa cosa avviene per le famiglie. Ci sono diversi modi di interpretare e di vivere la famiglia. Quello di chi rimane fedele al Signore, quello di chi si domanda come, in famiglia, è possibile rimanere fedeli a Dio è “il” modello cristiano per eccellenza. Ben sapendolo, è però vero che non tutte le famiglie che sono cristiane seguono questo modello. Ecco il richiamo. Forse occorre un po’ più di forza. Forse occorre un po’ più di incisività. Forse occorre un po’ più di capacità di chiedere perdono al Signore per il bene che non facciamo o per il male che compiamo. Solo così potremo essere in quel “resto di Israele” che sa essere alternativo in vista di una ricostruzione del popolo santo di Dio.

Impegno del giorno

Mi impegno a fare bene l’esame di coscienza serale, per tutti i giorni della settimana, ma anche cerchiamo di vedere se siamo capaci di esprimere attenzione per i continui richiami ad essere realmente “alternativi”, sia come singoli che come famiglia, per la fede che professiamo.

2021-11-18T11:29:14+01:00