Mercoledì 24 gennaio

Settimana della 3 domenica dopo l’Epifania – mercoledì 

La spiritualità di questa settimana

Oggi ricorre anche la memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Anche oggi possiamo rileggere le due letture nel contesto comune.

La Parola di questo giorno

LETTURA Sir 44, 1; 48, 22-25
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Ezechia aveva fatto quanto è gradito al Signore e aveva seguito con fermezza le vie di Davide, suo padre, come gli aveva indicato il profeta Isaia, grande e degno di fede nella sua visione. Nei suoi giorni il sole retrocedette ed egli prolungò la vita del re. Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi e consolò gli afflitti di Sion. Egli manifestò il futuro sino alla fine dei tempi, le cose nascoste prima che accadessero.

SALMO Sal 140 (141)

Mostra al tuo servo, Signore, la via della vita.

Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco.
La mia preghiera stia davanti a te come incenso,
le mie mani alzate come sacrificio della sera. R

Poni, Signore, una guardia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra.
Non piegare il mio cuore al male,
a compiere azioni criminose con i malfattori:
che io non gusti i loro cibi deliziosi. R

Mi percuota il giusto e il fedele mi corregga,
l’olio del malvagio non profumi la mia testa,
tra le loro malvagità continui la mia preghiera.
A te, Signore Dio, sono rivolti i miei occhi;
in te mi rifugio, non lasciarmi indifeso. R

VANGELO Mc 4, 35-41
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel medesimo giorno, venuta la sera, il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Siracide

Anzitutto la memoria di Ezechia che ci viene proposta dal Siracide in riferimento alle visioni del profeta Isaia. Poiché Ezechia fu re davvero solerte, uomo di grande fede e benefico verso il popolo, Isaia intervenne nella sua malattia e intercedette per lui. Egli guarì e altri anni furono aggiunti alla sua vita, ci ricorda il testo sacro. La sua guarigione fu probabilmente miracolosa ed egli interpretò l’allungarsi della vita come una benedizione. Isaia, del resto, come ricordava il testo, fu grande consolatore del suo popolo, ma la stessa cosa si può dire anche di Ezechia. Il re e il profeta, uniti nel ministero della consolazione del popolo, vengono lodati insieme dal sapiente per il loro compito. Compito che risponde alla vocazione attribuita loro da Dio, compito difficile, eppure essi riuscirono a portarlo a termine con grandissima efficacia.

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Vangelo

Come dicevo, anche il Vangelo ci dice qualcosa del genere. È chiaro che il ministero di Gesù venga percepito sempre come ministero di consolazione. Lo vediamo anche nella scena che ci viene narrata. Una traversata, che è non solo cosa abituale per gente di lago, ma anche simbolo della traversata che è la vita. La notte, che è simbolo non solo delle ore di quella traversata, ma delle difficoltà dell’esistenza, dei tempi in cui le cose sono difficili. Il sonno è il terzo simbolo in questione. In questo caso è il sonno di Gesù. Il Vangelo usa questa narrazione per dire che la vita di un uomo è fatta di molti momenti di difficoltà, di molti momenti in cui sembra sempre che sia notte. La presenza di Dio c’è, eppure non si sente. Ecco allora la preghiera insistente dei discepoli, che sveglia il Signore, il quale li consola mettendo ogni cosa a posto. Questa consolazione che il Signore dona ha a che fare direttamente con la sua identità. È per questo che i discepoli si domandano cosa sarà di lui, pensando a quel futuro di rivelazione che li avrebbe attesi. Stare con il Signore ha acceso in loro il desiderio di vedere come egli mostrerà a tutti, e non solo a loro, la sua divinità e il suo operare per il bene di tutti gli uomini.

Per noi e per il nostro cammino

  • Come ci regoliamo noi su questi temi?
  • Quale consolazione del Signore avvertiamo?

Credo che la Parola del Signore di oggi abbia un immediato impatto sulla nostra vita. Tutti noi attraversiamo momenti di difficoltà, di buio, di solitudine, di angoscia. Così come le nostre vite, di fatto, hanno momenti in cui non avvertiamo la presenza di Dio. Cerchiamo di vivere in modo da aumentare la nostra fede, eppure abbiamo momenti in cui non avvertiamo nulla della sua presenza, della sua vicinanza, del suo essere accanto a ciascuno di noi. Esperienze, se vogliamo, del tutto normali nel cammino di fede. Il Vangelo ci insegna che è in questi momenti che occorre andare a svegliare il Signore. Si sveglia il Signore con la propria fedeltà, con una preghiera che non viene meno, con una preghiera insistente.

La prima lettura, invece, ci ha insegnato che, a volte, occorre anche qualcuno che interceda per noi, come fa Isaia rispetto ad Ezechia. Ecco il valore della preghiera degli altri, magari qualcuno a cui chiediamo o alla cui preghiera ci affidiamo. Oppure ecco il ruolo di una comunità. Credo che anche queste esperienze siano accadute a ciascuno di noi. Chissà quante volte abbiamo chiesto a qualcuno di ricordarci nella preghiera, specialmente a coloro che si sono recati a qualche santuario o in qualche luogo di fede. Così come anche a noi può essere stato chiesto il medesimo “favore”, ovvero qualcuno ha chiesto a noi di essere ricordato nella nostra preghiera. Sono tutti modi con i quali noi “andiamo a svegliare il Signore” che c’è, è presente, ci è vicino, eppure, a volte, sembra proprio dormire.

Questa forma di intercessione, oggi, assume anche il tono di preghiera per i giornalisti, perché si appassionino alla verità da trasmettere e perché, con il loro lavoro, possano essere come sentinelle per una società. Oppure potremmo vedere anche il ruolo di intercessori rispetto a questa settimana – ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani che volge verso il termine. Anche noi abbiamo partecipato alla preghiera comune di questi giorni, siamo stati intercessori per questa intenzione. Viviamo anche questi piccoli servizi come momento importante per capire come essere tra coloro che sanno cercare e sanno svegliare la presenza di Dio per le cose importanti dell’esistenza.

2024-01-19T12:31:42+01:00