Sabato 25 luglio

Settimana della settima domenica dopo Pentecoste – Sabato – San Giacomo Apostolo

La  festa di San Giacomo ci fa chiudere questa settimana liturgica. La festa di un apostolo è sempre un giorno particolarmente solenne nella liturgia. La festa di San Giacomo ci fa ricordare il primo degli apostoli che diede la vita per il Signore. Verso l’anno 42 d.c., quindi solo dopo circa 9/10 anni dopo la morte del Signore, San Giacomo venne ucciso ancora nella persecuzione di Erode.

Vangelo

Mt 20, 20-28
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Si avvicinò al Signore Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

È così che si adempì il Vangelo che abbiamo letto. Solitamente consideriamo un po’ troppo spavaldi questi due discepoli, fratelli tra loro, Giacomo e Giovanni, che si dicono pronti a bere il calice del Signore, cioè a morire come lui, senza nemmeno avere ancora visto come muore il Signore. Essi, invece, illuminati o sostenuti dallo Spirito, dicono il vero. Giacomo è il primo che, dopo aver servito la Chiesa, trova la morte per la persecuzione. È il primo dei discepoli a morire come il Maestro. Così si avverò questa parola. Parola detta da un uomo, in un momento di particolare fervore della sua vita di fede, eppure parola che il Signore ha accolto e ha permesso di realizzare. Giacomo è il primo discepolo che ha la certezza di conformare la sua vita totalmente a quella di Gesù maestro e Signore. Secondo la tradizione il suo corpo sarebbe poi stato traslato in Spagna, in Galizia, dove tuttora riposa nella splendida basilica di Santiago de Compostela, meta di innumerevoli pellegrinaggi. Il desiderio di un uomo viene preso in parola dal Signore che trasforma questo pio desiderio in realtà.

Sapienza

Sap 5, 1-9. 15
Lettura del libro della Sapienza

Il giusto starà con grande fiducia di fronte a coloro che lo hanno perseguitato e a quelli che hanno disprezzato le sue sofferenze. Alla sua vista saranno presi da terribile spavento, stupiti per la sua sorprendente salvezza. Pentiti, diranno tra loro, gemendo con animo angosciato: «Questi è colui che noi una volta abbiamo deriso e, stolti, abbiamo preso a bersaglio del nostro scherno; abbiamo considerato una pazzia la sua vita e la sua morte disonorevole. Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio e la sua eredità è ora tra i santi? Abbiamo dunque abbandonato la via della verità, la luce della giustizia non ci ha illuminati e il sole non è sorto per noi. Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi, abbiamo percorso deserti senza strade, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore. Quale profitto ci ha dato la superbia? Quale vantaggio ci ha portato la ricchezza con la spavalderia? Tutto questo è passato come ombra e come notizia fugace. I giusti al contrario vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore e di essi ha cura l’Altissimo.

Corinzi

2Cor 4, 7-15
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.

Per noi

Questa parola mi basta per trarre la provocazione per questo fine settimana.

  • Cosa desidero dalla mia vita?
  • Come vorrei che finisse la mia vita?

Da San Giacomo dovremmo tutti imparare a desiderare una vita di fedeltà, una vita di perfetta conformazione al Signore, una vita di totale adesione al Vangelo. Giacomo muore nel momento in cui si realizza perfettamente questo ideale di vita che aveva sognato e per il quale aveva lavorato dall’incontro con il Signore in poi. Dopo quell’incontro che gli ha cambiato la vita, Giacomo non smette più di chiedere, di sognare e di realizzare per quanto permesso dalle sue forze, quell’ideale di vita che è la perfetta conformazione a Gesù. Il premio che egli riceve da Dio, l’essere il primo a dare questa testimonianza di fede, è segno di quanto fosse ardente il desiderio e di quanto fosse al centro del suo cuore la ricerca di una vita perfettamente riuscita, e cioè tutta dedicata a Dio.

Non so se tutti abbiamo questo ideale, ma credo che, normalmente, ci siano altre cose nel cuore. Penso che ciascuno speri di vedere la propria famiglia unita, di sapere che i progetti dei propri figli o nipoti si stiano realizzando, ci si dichiara disposti anche a soffrire qualcosa piuttosto che non soffrano figli e nipoti…

Cose anche belle, magari anche importanti, anche nobili, se vogliamo. Ma verrebbe davvero da chiedersi tutto qui? San Giacomo ha sognato qualcosa di più grande, di più vero, di più santo. Possibile che noi non riusciamo a fare altrettanto? Possibile che noi non riusciamo a dilatare i confini del nostro cuore per pensare a qualcosa del genere, travalicando le cose buone ma dall’orizzonte ristretto che pensiamo?

Chiediamo al Signore questa grazia, perché riusciamo a vincere ogni resistenza e a vivere come quei figli della luce che sanno rimettere ogni cosa nelle mani di Dio, desiderando una piena conformazione al suo mistero.

2020-07-17T10:12:58+02:00