Domenica 26 febbraio 2023

All’inizio della quaresima

Per introdurci

Avere una regola di vita spirituale per la quaresima. Ecco la prima delle proposte spirituali per questo tempo di preparazione alla Pasqua in questo anno tutto dedicato alla preghiera. Perché?

Perché senza una regola di vita lo Spirito non cresce.

Perché senza una regola non si potrà fare una verifica.

Perché anche il Signore Gesù ha avuto una regola di vita.

La Parola di Dio 

LETTURA Is 58, 4b-12b
Lettura del profeta Isaia

Così dice il Signore: «Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”. Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarài come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni».

SALMO Sal 102 (103)

Misericordioso e pietoso è il Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R

Quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. R

Egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli. R

EPISTOLA 2Cor 5, 18 – 6, 2
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: «Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso». Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

VANGELO Mt 4, 1-11
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Vangelo

Qual è questa regola di vita? In che cosa consiste?

È la regola del deserto. La regola dell’intimità con il Padre. Sappiamo tutti molto bene che il Signore cercava luoghi desertici, ovvero spazi fisici ma anche spazi di tempo, nei quali cercare l’intimità con il Padre. È la prima regola di vita alla quale il Signore non si è mai sottratto. Per avere una consapevolezza sempre maggiore del ministero da vivere. Un luogo desertico di silenzio e di comunione.

È ancora la regola del deserto intesa come spazio nel quale comprendere il mistero che affligge la vita dell’uomo, ovvero quello della tentazione. Il deserto non è solo luogo di intimità con il Padre, ma anche luogo nel quale meditare la presenza del demonio, la presenza del divisore. Questa esperienza è stata provata molte volte da Gesù perché il demonio, con tutte le sue forze ha cercato di dividere Cristo dal Padre, promettendo “cose” ma non riuscendo a vincere quel senso di fortissima dipendenza dal Padre che Gesù sceglie e professa ogni giorno.

Per vivere entrambi questi aspetti della regola del deserto Cristo sceglie la Parola. Parola che conosce, che cita, come sentiamo in questo Vangelo ma anche in moltissime altre pagine. Parola amata, parola cercata quasi come un rifugio spirituale, ma anche parola data. Lo sentiremo, in questa quaresima, che la Parola di Gesù ha uno spessore tutto particolare. Se è vero che ogni parola del Signore ha un peso importante, a maggior ragione questa Parola che noi riascoltiamo nei giorni di quaresima.

Per vivere entrambi questi aspetti, vincendo il demonio, la regola di chi prega dicendo “sia fatta la tua volontà”, come anche noi diciamo, proprio per comando del Signore, nel Padre nostro che ripetiamo forse anche più volte al giorno. Gesù, in quaresima, non solo ci insegna questa preghiera, ma ci mostra come viverla, ad imitazione sua e della sua scelta volontaria di abbracciare quella passione alla quale noi ci prepariamo già fin d’oggi.

Per vivere entrambi questi aspetti, vincendo il demonio, la regola della sobrietà che porta il Signore a un digiuno dalle cose, che è una giusta presa di distanza da esse, un giusto saper relativizzare ogni cosa, non ritenendo niente come indispensabile.

È una regola di vita seria, incisiva, proposta, come ogni anno all’inizio della quaresima a ciascuno di noi.

Corinzi

Così come gli altri aspetti di una possibile regola di vita del cristiano che vuole vivere la quaresima che ci vengono presentati dalle altre scritture. Anzitutto San Paolo, con il suo richiamo alla riconciliazione. Riconciliazione con Dio, che si ottiene per mezzo del sacramento. Paolo ha compreso che il credente che vive la Pasqua, il credente che vive con il Signore ogni aspetto della vita, fa in modo che qualsiasi cosa abbia interrotto la comunione con Dio, diventi occasione per chiedere perdono, occasione per emendare il proprio errore.

Riconciliazione che, poi, coinvolge anche gli altri uomini. Eppure, questa riconciliazione umana trae forza e vigore proprio dalla riconciliazione con Dio, dalla riconciliazione sacramentale. Riconciliazione che non è mai solo ammissione delle colpe ma, anzitutto, riconoscimento dei benefici di Dio, e, per questo, proposito di vita nuova, quella vita secondo la grazia che viene ad incidere profondamente su ciascuno di noi. Riconciliazione salutare, riconciliazione benefica. Quaresima è anche questo: il tempo di una riconciliazione più profonda perché tutto possa essere vissuto con impegno e con determinazione, mentre si recupera il valore della Pasqua all’interno della propria esistenza.

Isaia

Regola di vita che, come ogni regola cristiana che si rispetti, non è mai solo spirituale. Fondata nello spirito, fruttifica poi nella vita e nelle sue azioni. L’azione pratica, concreta di chi si impegna per cancellare le iniquità. Anzitutto le proprie, poi quelle del mondo. Progetto che non è mai troppo grande non è mai troppo ambizioso. Il togliere i legami con il male che uno vive è sempre di esempio agli altri ed è sempre azione portatrice di forza anche per altre persone.

Chi vive una regola di vita cristiana autentica è in grado di sovvenire il povero. Proprio perché la fede non è disincarnata. Chi vive una regola di vita seria, autentica, impegnativa per lo spirito, si accorge che questo suo impegno sarebbe monco se, poi, non si traducesse in azione, in carità, in grinta personale per le cose che riguardano gli uomini. È da una rinnovata spiritualità che nasce l’impegno per il povero. È dalla forza che viene a noi dalla preghiera, dall’Eucarestia che nasce, poi, il desiderio di impegnarsi per chi giace in qualsiasi genere di difficoltà. È da una vigilanza riscoperta che nasce, poi, il desiderio di impegnarsi per il bene, in ogni modo, in ogni tempo, con ogni possibile declinazione.

È da una regola di vita che uno scrive come se fosse un terreno arido, che Dio sa far nascere un giardino. È questa la chiusura della prima lettura che, con un’immagine, ci richiama le cose necessarie e fondanti dell’esperienza cristiana. Quando uno si impegna a togliere polvere dal proprio cuore, Dio fa 100 volte di più.

Per il nostro cammino

È questo il primato della grazia che tutti, all’inizio di questa quaresima, siamo invitati a riscoprire. È questa la verità alla quale siamo chiamati ad aderire con più forza, con più attenzione, con maggior determinazione ed impegno.

Così ecco la prima delle 5 azioni pratiche che vi proporrò domenica dopo domenica: scrivi la tua regola di vita spirituale per la quaresima.

Scrivi quale impegno ti prendi per la vita di preghiera. Non solo questione di fare di più, di aggiungere una Messa, cosa pure buona ed utile, o di partecipare ad una via Crucis, cosa pure raccomandabile. È questione di cercare quei luoghi di deserto nei quali lo spirito fiorisce. È questione di credere alla grazia di Dio che fa fiorire il deserto. È questione di cuore. In quaresima il Signore non vuole le nostre parole, nemmeno, di per sé, le nostre opere, se non nascono da un cuore purificato e da un cuore pentito. Il Signore ci chiede di lasciare spazio a Lui! Questo è il cuore della quaresima. Ecco perché scrivere la propria regola di vita e prendersi i propri impegni per la vita spirituale, è già vincere il demonio. Scrivere la propria regola di vita e mantenere fede al proprio itinerario interiore, è già spendersi perché lo Spirito di Dio, che è sempre Spirito del risorto, alberghi, già fin d’ora, nei cuori. Prenditi i tuoi impegni di fede. Scrivi una regola di vita spirituale che non sia semplicemente la conferma di quello che fai già adesso. Sarebbe troppo poco. Sarebbe un “giocare al minimo”, ma il Signore non ama chi gioca al minimo. Non prenderti, però, impegni che sai già che non manterrai. Se non devi giocare al minimo, non devi nemmeno sparare al massimo e puntare ad una meta che si addice ad un monaco! Fai le cose che, onestamente puoi fare. Scuoti la pigrizia e applicati con tutte le tue forze, ma non strafare. Il Signore conosce anche i tuoi limiti e li integra con la forza che viene da Lui.

La tua regola di vita sappia bene cosa fare per la celebrazione dei sacramenti, sappia bene che spazio dare alla parola di Dio, che continuamente richiamiamo ma alla quale dedichiamo tropo poco tempo e troppa poca attenzione. La tua regola di vita dia spazio alla preghiera personale: scegli un tempo, un luogo, un modo. Ma sii fedele a quello che scegli.

È da qui, è da questa radice che, poi, dovrai far sgorgare le opere della carità che sai mantenere. Anzitutto per i tuoi vicini, per le persone che ti vedono, che ti amano, che vivono con te e che dovranno poter vedere qualcosa di quel frutto spirituale che è il tuo lavoro quaresimale. Poi, naturalmente, verso i lontani. Verso quelle persone che necessitano di un tuo gesto di carità. Scegli tu il modo e la quantità della tua elemosina, del tuo saper rinunciare a qualcosa che ti sta a cuore per donarlo agli altri. Anche il digiuno al quale sei richiamato dalla legge quaresimale, sia occasione per trasformare in aiuto ciò che volontariamente lasci. È così che si deve vivere la quaresima: costantemente rivolti a Dio e, per questo, costantemente attenti alle esigenze degli altri, specie di coloro che non vediamo e che pure abbisognano di un nostro aiuto.

Ecco perché scrivere una regola di vita. Scrivila oggi, possibilmente, in questo inizio della quaresima, quando sei ancora fresco e quando l’ardore di un cammino che inizia potrà giovarti. Scrivila per averla tra le mani alla prima difficoltà. Noi tutti non abbiamo la costanza e la determinazione del Signore. Non saremo vincitori sulle tentazioni per tutti questi 40 giorni. Ecco allora che il richiamo alla regola di vita quaresimale potrà aiutare tutti, perché ciascuno sappia riprendere il filo del discorso lì dove si è perso.

Scrivi la tua regola di vita, non lasciare che alla tua pigrizia sopravvenga e distrugga, anche in questa occasione, anche questa volta, quel frutto che, con attenzione, con grinta, con passione, cerchi di seminare.

Ci assista la beata vergine Maria in questo compito e ci aiuti a prendere gli impegni che edificano lo spirito nostro ma, in fondo, quello di tutta la Chiesa.

2023-04-01T17:09:39+02:00