Settimana della quinta domenica di Quaresima – Venerdì
Si conclude oggi il cammino del vespero del venerdì: settimana prossima sarà venerdì santo e il vespero è incluso nella liturgia della Passione del Signore, come sappiamo.
La liturgia del vespero – i testi
VENERDI DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA
VESPRI ANNO I
SALUTO
V Il Signore sia con voi.
R E con il tuo spirito.
Se non presiede un sacerdote o un diacono:
V Signore, ascolta la nostra preghiera.
R E il nostro grido giunga fino a te.
RITO DELLA LUCE
Cfr. Sal 140 (141), 1-4
Come nube d’incenso,
la mia preghiera, Signore, s’innalzi.
Guarda le mani a te levate, o Dio,
sacrificio di lode nella sera.
A te grido, soccorri,
ascolta questa voce che ti implora.
Guarda le mani a te levate, o Dio,
sacrificio di lode nella sera.
Poni la tua custodia alle mie labbra,
non ceda il cuore al fascino del male.
Guarda le mani a te levate, o Dio,
sacrificio di lode nella sera.
Come nube d’incenso,
la mia preghiera, Signore, s’innalzi.
Guarda le mani a te levate, o Dio,
sacrificio di lode nella sera.
INNO
Cristo, che a nostra salvezza
disponi il santo digiuno,
vieni e conforta il tuo popolo
che celebra la Quaresima.
Ispira il pentimento,
poni sul labbro la supplica
che mitighi la giustizia
e muova il Padre al perdono.
La grazia tua ci liberi
dal passato colpevole
e un futuro innocente
pietosa a noi propizi.
L’annuo fervore ci doni,
purificando i cuori,
di tendere ancora una volta
alla beata Pasqua.
O Trinità, potente unico Dio,
l’universo ti adori
e, liberato dal male,
ti canti un cantico nuovo. Amen.
Oppure
O Cristo che a nostra salvezza
disponi il santo digiuno
conforta e guida il popolo
nei giorni di austero cammino.
Distogli da tutti i peccati
il cuore pentito e umiliato
sul labbro risveglia la supplica
che muova il Padre al perdono.
La grazia, che doni copiosa,
purifichi il nostro passato:
conduca a un futuro innocente
chi volge lo sguardo al tuo volto.
Infondi un nuovo fervore,
donando purezza ai cuori:
ancora una volta chiamati,
tendiamo con gioia alla Pasqua.
O grande Signore, uno e trino,
ti adori col cielo e la terra:
per te liberata dal male,
ti canti un cantico nuovo. Amen.
Oppure
Gesù, che per redimere
i nostri cuori aridi
nel tempo di Quaresima,
all’astinenza ci educhi,
la Chiesa assisti, provvido,
a penitenza dedita;
noi ti preghiamo supplici:
da ogni colpa assolvici.
La grazia tua ci liberi
dal male che contamina:
giorni sereni accordaci
senza peccato e limpidi.
Con pentimento ed opere
di conversione assidue,
fà che alla Pasqua prossima
protesi siano gli animi.
O Trinità santissima,
te l’universo celebri:
in novità di spirito
noi ti leviamo il cantico. Amen.
RESPONSORIO
Abbi pietà, Signore:
dona largo perdono a chi ti supplica.
Pace chiediamo, o Dio:
dona largo perdono a chi ti supplica.
I LETTURA
Es 4, 10-19
Lettura del libro dell’Esodo
In quei giorni. Mosè disse al Signore: “Perdona, Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono stato né ieri né ieri l’altro e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua”. Il Signore replicò: “Chi ha dato una bocca all’uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? Ora va’! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire”. Mosè disse: “Perdona, Signore, manda chi vuoi mandare!”. Allora la collera del Signore si accese contro Mosè e gli disse: “Non vi è forse tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui sa parlare bene. Anzi, sta venendoti incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. Tu gli parlerai e porrai le parole sulla sua bocca e io sarò con la tua e la sua bocca e vi insegnerò quello che dovrete fare. Parlerà lui al popolo per te: egli sarà la tua bocca e tu farai per lui le veci di Dio. Terrai in mano questo bastone: con esso tu compirai i segni”.
Mosè partì, tornò da Ietro suo suocero e gli disse: “Lasciami andare, ti prego: voglio tornare dai miei fratelli che sono in Egitto, per vedere se sono ancora vivi!”. Ietro rispose a Mosè: “Va’ in pace!”. Il Signore disse a Mosè in Madian: “Va’, torna in Egitto, perché sono morti quanti insidiavano la tua vita!”.
Parola di Dio
SALMELLO
Cfr. Sal 46 (47), 9. 2
Dio regna sui popoli,
Dio siede sul suo trono santo.
Applaudite, popoli tutti,
acclamate Dio con voci di gioia.
ORAZIONE
O Dio,
tra le tue opere più mirabili è la rigenerazione dell’uomo;
rendi vana l’azione del Tentatore
e spezza le catene mortali del peccato
perché sia distrutta l’invidia che ci ha perduto
e vinca l’amore che ci ha salvato.
Per Cristo nostro Signore.
II LETTURA
1 Re 17, 8-24
Lettura del primo libro dei Re
In quei giorni. Fu rivolta a lui la parola del Signore: «Àlzati, va’ a Sarepta di Sidone; ecco, io là ho dato ordine a una vedova di sostenerti». Egli si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia.
In seguito accadde che il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elia: «Che cosa c’è tra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò la voce di Elia; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elia: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità».
Parola di Dio
SALMELLO
Cfr. 1 Re 17, 20-21; Sal 87 (88), 3
Elia gridò al Signore e disse: «Signore mio Dio,
procurerai tu afflizione a questa vedova
che mi ospita?».
Io ti supplico: «Ridona l’anima a suo figlio,
perché sappiano che tu sei il mio Dio».
Giunga la mia preghiera al tuo cospetto;
piega Signore il tuo orecchio al mio lamento.
Io ti supplico: «Ridona l’anima a suo figlio,
perché sappiano che tu sei il mio Dio».
ORAZIONE
O Padre,
limpida fonte di vita,
donaci per la tua infinita clemenza di fuggire le torbide acque del male e,
nell’esercizio della penitenza purificatrice,
mantienici sempre assetati di te che sei la sorgente di ogni bene.
Per Cristo nostro Signore.
III LETTURA
Es 32, 7-14
Lettura del libro dell’Esodo.
In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: “Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra”? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”»
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
Parola di Dio
SALMELLO
Cfr. Sal 67 (68), 27. 2
«Benedite Dio nelle vostre assemblee,
benedite il Signore, voi della stirpe di Israele».
Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
ORAZIONE
Guarda, o Dio clementissimo,
la tristezza e il rimorso dei tuoi figli colpevoli;
infondi nei loro cuori la gioia del tuo perdono
perché possano sempre gloriarsi della tua paterna misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
IV LETTURA
Dt 8, 1-7a
Lettura del libro del Deuteronomio.
In quei giorni. Mosè disse: «Abbiate cura di mettere in pratica tutti i comandi che oggi vi do, perché viviate, diveniate numerosi ed entriate in possesso della terra che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri. Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Il tuo mantello non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant’anni. Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te.
Osserva i comandi del Signore, tuo Dio, camminando nelle sue vie e temendolo, perché il Signore, tuo Dio, sta per farti entrare in una buona terra».
Parola di Dio.
SALMELLO
Cfr. Sal 145 (146), 1-3
Loda il Signore, anima mia:
loderò il Signore per tutta la mia vita.
Finché vivo canterò inni al mio Dio.
Non confidate nei potenti,
in uomini che non possono salvare.
ORAZIONE
Dio, che ami l’innocenza e la ridoni,
avvinci a te i cuori dei tuoi servi;
tu, che ci hai liberato dalle tenebre dello spirito,
non lasciarci allontanare più dalla tua luce.
Per Cristo nostro Signore.
SALMODIA
Salmo 40 (41)
Preghiera nella sventura
«Uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà» (Mc 14, 18).
Ant. 1 Guariscimi, Signore, *
contro di te ho peccato.
Beato l’uomo che ha cura del debole: *
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Il Signore veglierà su di lui, †
lo farà vivere beato sulla terra, *
non lo abbandonerà in preda ai nemici.
Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; *
tu lo assisti quando giace ammalato.
Io ho detto: «Pietà di me, Signore, *
guariscimi: contro di te ho peccato».
I miei nemici mi augurano il male: *
«Quando morirà e perirà il suo nome?».
Chi viene a visitarmi dice il falso, †
il suo cuore cova cattiveria *
e, uscito fuori, sparla.
Tutti insieme, quelli che mi odiano †
contro di me tramano malefici, *
hanno per me pensieri maligni:
«Lo ha colpito una malattia infernale; *
dal letto dove è steso non potrà più rialzarsi».
Anche l’amico in cui confidavo, †
che con me divideva il pane,
contro di me alza il suo piede.
Ma tu, Signore, abbi pietà, rialzami, *
che io li possa ripagare.
Da questo saprò che tu mi vuoi bene: *
se non trionfa su di me il mio nemico.
Per la mia integrità tu mi sostieni *
e mi fai stare alla tua presenza per sempre.
Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, *
da sempre e per sempre. Amen, amen.
Gloria al Padre e al Figlio*
e allo Spirito Santo.
Come era in principio e ora e sempre*
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 1 Guariscimi, Signore, *
contro di te ho peccato.
Salmo 45 (46)
Dio, rifugio e forza del suo popolo
A lui sarò dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi (Mt 1, 23).
Ant. 2 Dio è per noi rifugio e fortezza. †
Dio è per noi rifugio e fortezza, *
† aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra, *
se vacillano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque, *
si scuotano i monti per i suoi flutti.
Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, *
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo a essa: non potrà vacillare. *
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.
Fremettero le genti, vacillarono i regni; *
egli tuonò: si sgretolò la terra.
Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore, *
egli ha fatto cose tremende sulla terra.
Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, †
romperà gli archi e spezzerà le lance, *
brucerà nel fuoco gli scudi.
Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, *
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Gloria al Padre e al Figlio*
e allo Spirito Santo.
Come era in principio e ora e sempre*
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 2 Dio è per noi rifugio e fortezza.
ORAZIONE
Ascoltaci, Dio che tutti vuoi salvi,
e non negarci i doni della tua eterna ricchezza.
Chi con tutto l’animo ti riconosce creatore e padre,
più non resti impigliato nelle astuzie del demonio.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
ACCLAMAZIONI A CRISTO SIGNORE
A Cristo, che è per tutti i mortali
principio di speranza e di vita,
si levi la nostra acclamazione:
Risurrezione del genere umano,
che infondi nelle nostre coscienze
lo spirito della vita celeste,
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Vittima propiziatrice per i peccati,
che in questo tempo allieti la Chiesa
di più copiosa grazia,
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Immagine eterna del Padre,
che ci liberi dalla decrepitezza
dell’antica legge,
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Vincitore crocifisso,
che ci strappi dagli inganni del Maligno,
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Eterno Signore,
che hai riscattato gli uomini dal regno della morte,
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Re dei secoli,
che ci ridai la vita e ci dischiudi la gioia senza fine,
Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Padre nostro.
Benedizione con la reliquia della Santa Croce
Il sacerdote che presiede si reca al luogo dove è custodita la reliquia della Santa Croce e la porta all’altare, dove viene incensata al canto della sallenda:
Adoriamo la tua croce, o Signore,
Adoriamo il mistero della tua croce
E la salvezza che viene da te crocifisso.
Gloria al Padre e al Figlio
E allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre
Nei secoli dei secoli. Amen.
Adoriamo la tua croce, o Signore,
Adoriamo il mistero della tua croce
E la salvezza che viene da te crocifisso.
ORAZIONE
Il sacerdote che presiede canta:
Preghiamo (pausa di preghiera silenziosa)
O Dio, che ci hai redento con il tuo sangue prezioso del tuo Unigenito, liberaci dalle catene dei peccati, poiché adoriamo la croce, da cui ci venne la vita.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Oppure:
Il sangue prezioso del tuo Figlio unigenito
ha reso sacro, o Dio, l’emblema della croce
e ne ha fatto un simbolo di salvezza;
a quanti signorino di seguire questo santo vessillo
concedi sempre la tua protezione.
Per Cristo Nostro Signore.
Amen.
Il sacerdote che presiede prosegue cantando:
Il Signore sia con voi.
E con il tuo Spirito.
Kyrie Eleison, Kyrie Eleison, Kyrie Eleison.
Diamo lode al Signore.
Rendiamo grazie a Dio.
Si intona l’inno Vexilla Regis, durante il quale la reliquia della Santa Croce viene incensata.
Del Re il vessillo sfolgora,
la Croce appare in gloria,
ove il Creator degli uomini
è appeso a un patibolo.
I chiodi lo trafiggono,
Gesù sospeso sanguina:
s’immola qui la vittima
che il mondo vuol redimere.
Spietata poi la lancia
trapassa il cuore esanime;
l’acqua e il sangue sgorgano
che i nostri errori lavano.
Veraci ora si adempiono
le profezie di Davide:
dal legno del patibolo
regna il Signor dei secoli.
Albero degno e fulgido,
del Re il sangue sfolgora;
il solo eletto a reggere
le membra tue santissime.
Beata Croce, simile
a mistica bilancia!
Tu porti, appesa vittima,
chi ci salvò dagli inferi.
Il sacerdote che presiede imparte la benedizione cantando:
Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
Amen.
Dopo averla incensata, il sacerdote che presiede ripone la reliquia della Santa Croce nel luogo dove è custodita, mentre l’assemblea conclude l’inno.
Croce, speranza unica,
la Chiesa oggi ti celebra:
ai buoni aggiunge grazie,
ai rei cancella i crimini.
O Trinità ti adorino
i tuoi credenti unanimi:
la Croce ebbe a redimerli,
con la tua Croce salvali.
Amen.
La celebrazione si conclude, secondo l’opportunità, con un canto.
Esodo
La lezione dell’Esodo di oggi ci riporta agli inizi della vocazione di Mosè e a quel moto di resistenza che egli ebbe quando comprese quella nuova ed inaudita vocazione che Dio gli donava. Mosè, come lui stesso più volte si definisce, non era un buon parlatore. Probabilmente era un po’ impacciato, uomo più abituato all’azione che alla parola, al segno, al gesto più che al discorrere. Differentemente dal fratello Aronne, uomo probabilmente più istruito, più colto, certo più pacato nel carattere, meno aggressivo, meno rude e molto più abituato a parlare. Ecco che il Signore, di fronte all’ obiezione di Mosè, chiede che sia associato anche Aronne alla sua missione. Da un lato Mosè avrà il carisma del discernimento delle situazioni, il carisma di guida, il carisma di capo; dall’altro Aronne avrà quello dell’ interpretazione, della parola, del discorso. Una sorte di collaborazione per il bene di Israele, per la sua liberazione, per il suo procedere verso quella terra di libertà che il Signore ha preparato per ciascuno. A tanto giunge la benevolenza di Dio: Egli non si ferma alla prima obiezione dell’uomo, ma dona ulteriori benefici per far giungere l’uomo lì dove Lui ha pensato. Nemmeno solo questo: un bastone sarà il compagno di Mosè. Un bastone prodigioso: quello che si muterà in serpente davanti agli occhi del faraone, quello che aprirà il Mar Rosso, quello che percuoterà la roccia facendone scaturire una sorgente di acqua viva. Un bastone compagno di Mosè per tutto il suo cammino, quello che poi sarà conservato e venerato come una reliquia dal popolo degli Ebrei. Ecco il primo segno di questa catechesi biblica.
Re
La seconda lettura è uno dei brani più famosi legati al ciclo di Elia che abbiamo letto anche venerdì scorso. Oggi leggiamo di questo episodio ambientato in Sarepta di Sidone. La città, come del resto tutto il paese, sono colpiti da quella grandissima carestia che il Profeta stesso ha inviato, perché il popolo si convertisse e tornasse alla alleanza con il Signore. Anche Elia è ridotto alla fame, come questa donna, povera, vedova, alla quale non rimane che un po’ di farina per cuocere un’ultima focaccia e morire, insieme al figlio. Di indigenza, di povertà, si moriva e si muore. Non sarà così. Sarà l’intervento del Profeta a scongiurare quello che, ormai, sembrava inevitabile. Elia chiederà alla donna di cuocere anche una focaccia per lui, perché a lei è riservato un miracolo. Dio ha avuto pietà di lei e, per questo, il suo olio nella giara non verrà mai meno, né potrà venire meno la farina, fino a quando sarà cessata del tutto e per tutti la carestia. Un miracolo che richiama, molto da vicino, i miracoli sul pane di Gesù. Un miracolo che dice come Dio si prende cura del suo popolo, specialmente di coloro che, umili e poveri lo ricercano con cuore sincero. In realtà non è solo questo il miracolo contenuto nella pagina che stiamo rileggendo. Vi è un miracolo ancora più prodigioso che assimila ancor di più Elia a Gesù: il miracolo della risurrezione del figlio di questa donna, avvenuto dopo il miracolo dell’orcio e della farina. Bellissima la preghiera della donna, che domanda perché deve sopportare un dolore così grande, lei che è già vedova e che ha rischiato di morire di fame. “Perché devo rimanere del tutto sola?”, è questo il suo grido. E il suo grido viene ascoltato. Per lei un miracolo ancora più profondo: la risurrezione del figlio, che sta a dimostrare che Dio è vita, Dio è colui che ascolta, Dio è colui che sfama. Olio, farina e una tomba: ecco il secondo segno.
Esodo
La terza lettura, che ci mette di nuovo a confronto con il libro dell’Esodo, ci mostra un segno “sub contrario”, cioè al rovescio, un segno in negativo. È il famosissimo episodio del vitello d’oro, segno, simbolo di ogni idolatria. Mentre Mosè è sul monte a prendere le tavole della legge, quindi raccolto in un momento sacro, determinante per la storia di tutto il popolo di Dio, ecco che il popolo non resiste alla sua assenza, alla mancanza delle sue indicazioni e si costruisce un idolo da adorare. Simbolo di tutte le idolatrie. Segno che un uomo, quando non è come Mosè, cioè occupato nella ricerca delle cose sacre, non può far altro che deviare il suo cammino, pervertirsi, mettersi in un atteggiamento di allontanamento dal Signore, costruirsi quello che vuole, lasciarsi guidare da ciò che più gli fa comodo. Evidentemente la lettura ha un grandissimo significato spirituale ed insegna che tutti noi, ogni volta che ci allontaniamo dal Signore, siamo, purtroppo, in balia di moltissime cose, alcune delle quali persino poco decifrabili, che ci portano a crearci degli idoli. Non magari nel senso dell’Esodo – facciamo fatica a pensare oggi a qualcosa del genere – ma piuttosto realtà da asservire, idee da assecondare, pensieri da sostenere, piaceri da rincorrere… gli idoli che anche noi serviamo sono davvero molti! Una catechesi che ci mostra che, anche per noi, potrebbe esserci proprio un vitello d’oro. Dentro di noi! Intorno a noi, se lo condividiamo con altri!
Deuteronomio
La quarta lettura è presa dal Deuteronomio ed è un richiamo, una sintesi su tutto il cammino fatto. Una sintesi, per altro, molto chiara, molto bella, molto precisa. Parla dei segni che hanno accompagnato il popolo di Dio nel cammino del deserto. Il segno per eccellenza: la manna, quel pane “leggero” come lo chiama il testo, che però è diventato il sostegno di tutti durante la marcia nel tempo della peregrinazione; oppure parlava anche del mantello che “non ti si è logorato addosso”, segno bellissimo del fatto che Dio non ti dimentica, non ti lascia vagare solo nel deserto, ti aiuta con quelle piccole protezioni che, però, per l’uomo sono necessarie. Esattamente come viene poi ripetuto per l’altro simbolo: il sandalo, che “non si logora” durante il cammino, benchè sia un cammino lungo, difficile, impegnativo, un cammino di 40 anni, ovvero un cammino che deve rinnovare una intera generazione. Una lettura colma di tenerezza che ci sta dicendo che Dio è così con il suo popolo, un Dio tenero che sostiene il cammino di coloro che si affidano a Lui.
Esercizio quaresimale
Cosa dicono le quattro letture a noi? Credo che questi quattro passi ci dicano, con tutta la forza evocativa della Parola e con il richiamo ai simboli e ai gesti che sono in essi contenuti, che Dio si fa vicino a noi. Dio ci è vicino in mille modi. Alcuni sono misteriosi, come il mantello, il sandalo, la giara di una vedova. Cose personali. Piccole ma reali. Tangibili, sensibili. Cose di cui ci accorgiamo. Dio ci è vicino con questi segni e noi faremmo bene a ringraziarlo per questa presenza e per questa vicinanza.
Altre volte Dio ci è vicino con segni più generali, per tutto un popolo, come la manna, come il richiamo di una guida, come gli sproni di uno che si pone ad essere guida, capo di tutto un popolo.
Dio ci è vicino pure nei segni “sub contrario”, cioè nei segni con i quali viene richiamato alla nostra mente e soprattutto al nostro cuore che ci stiamo allontanando, ci stiamo corrompendo, ci stiamo pervertendo.
Impegno per suscitare la sapienza in noi
La domanda che viene a noi è dunque molto semplice: cosa mi stanno dicendo i segni che Dio mi sta donando? A me, come persona, anzitutto. Quasi al termine della Quaresima, e prima di entrare in quel cammino del tutto speciale che è la settimana santa, cosa mi dicono i segni di cui sono in possesso? Come Dio sta sostenendo il mio peregrinare nel deserto della vita?
La seconda domanda che viene a noi è poi la seguente: anche noi ci stiamo preparando a quel grande segno che è la Croce di Cristo, che è la sua morte, che è la sua risurrezione. Lo vedremo proprio settimana prossima, celebrando il venerdì santo. Come mi sto preparando a questo segno? Cosa dirò al Crocifisso e cosa dirò davanti alla Croce del Signore?
Ecco come concludiamo la nostra catechesi dei venerdì e come ci disponiamo a vivere concretamente la prossima domenica e, soprattutto, la prossima settimana “autentica”, o “santa”.