Sabato 27marzo

Settimana della quinta domenica di Quaresima – Sabato in Traditione Symboli

Vangelo

Mt 11, 25-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, “e troverete ristoro per la vostra vita”. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Oggi è il “grande sabato”, il sabato “in traditione symboli”, il sabato che aspettava ogni catecumeno che, da anni, si stava preparando al Battesimo. In questo Sabato Sant’Ambrogio era solito consegnare il “Credo”, il “simbolo della fede” a coloro che avrebbe poi ammesso al Battesimo nella settimana successiva. Non era solo un rito simbolico. Con questa celebrazione Sant’Ambrogio intendeva insegnare che la vita di fede viene donata dalla Chiesa a chi la vuole accogliere. In questa “traditione”, cioè in questa consegna, è espressa una grandissima e fondamentale verità. Nella Chiesa una generazione narra all’altra i prodigi dell’amore di Dio, cosicché tutti si è uniti in un’unica immensa famiglia, che valica qualsiasi confine geografico ma anche temporale. È nella “traditione” della fede che ci si sente uniti da un unico “deposito” della fede che viene consegnato di generazione in generazione come tesoro prezioso.

Il “cuore” di questo tesoro è la conoscenza del Padre che avviene mediante la rivelazione di Cristo. Chi è il catecumeno? È uno che per anni si preparava a comprendere i contenuti della fede e a vivere secondo il Vangelo. Era una scelta di vita importante, preziosa, totalizzante. Da un lato c’era il desiderio di conoscenza che guidava i passi del catecumeno: ecco le lezioni bibliche, ecco i riti che contrassegnavano il cammino catecumenale, fatto di “elezioni”, di “chiamate” e di “scrutini”, di verifiche per valutare il cammino; dall’altro lato era vita. Non si ammetteva al Battesimo solamente chi “sapeva”, chi “conosceva” i grandi fatti della vita di Cristo. Era ammesso al Battesimo chi voleva vivere da cristiano, chi voleva sostenere una vita di credente, chi voleva professare con la propria esistenza i valori del Vangelo.

Una proposta di fede alta, che valeva anche per i “piccoli”. Non erano certo molto istruiti i catecumeni di quel tempo. Non avevano altre grandi formazioni. Eppure, nel loro cuore, nella loro semplicità, trovavano spazio per accogliere la Parola di Dio e per viverla, per praticarla, lasciando che fosse essa la vera guida di una vita. Un progetto di vita che ha commosso Ambrogio che, ad imitazione di Cristo, si è lasciato commuovere da quei piccoli del Vangelo che sanno essere messi a parte dei grandi segreti di Dio.

Forse c’erano anche persone stanche della vita, stanche di molte cose. Persone che hanno avuto quell’umile sapienza che consiste nel lasciarsi amare da Dio, nel lasciarsi raggiungere dalla Sua Parola lì dove siamo, nel sapere che niente ristora il cuore dell’uomo quanto l’abbandonarsi nelle mani di Colui che è Padre e che guida alla Verità tutti i suoi figli. È questo il ristoro che tante generazioni di uomini hanno trovato e che, oggi, viene proposto anche a noi.

Efesini

Ef 6, 10-19
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Fratelli, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo.

Il richiamo di San Paolo è molto concreto: “rafforzatevi nel Signore”. A cosa serve la fede? Perché conoscere il simbolo della fede? Perché è importante cercare di capire quelle parole che noi ripetiamo continuamente anche nella celebrazione liturgica ogni domenica? Perché è da questa professione di fede, è da questa ripetizione non banale e meditata delle parole che noi diciamo, che trae forza la nostra fede. Fede che è dono prezioso, che nel Battesimo viene data ad ogni figlio di Dio, ma che va poi coltivata, ricordando, come l’apostolo ci diceva, che senza lotta, non c’è nemmeno credo. Ecco perché, quando capitano momenti di crisi, momenti di difficoltà, momenti di fiacchezza spirituale, l’unica cosa da fare è ricorrere a quella professione di fede che illumina i cuori e l’anima. È il senso del percorso che anche noi abbiamo fatto lo scorso anno e al quale vi rimando, per essere sempre attenti a ciò che il Signore intende rivelare a ciascuno di noi.

Deuteronomio

Dt 6, 4-9
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè parlò al popolo dicendo: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte».

Anche noi, infine, accogliamo la proposta della pagina del Deuteronomio e fermiamoci ad ascoltare. Oggi propongo a tutti questa “actio”. Troviamo anche solo qualche minuto di silenzio, possibilmente in chiesa, per metterci ad assaporare la bellezza di questa parola: “Ascolta!”. Noi ascoltiamo non solo come ascoltavano i figli del popolo ebraico, che si mettevano in comunione con la grande rivelazione di Mosè, ma come figli di Dio, che vogliono “ascoltare” dal Signore Gesù quella Parola che rinfranca, che edifica, che sostiene le loro vite.

Esercizio per la revisione di vita quaresimale

  • Penso e medito le parole del Credo, specie nei momenti difficili della mia vita?
  • Come posso rendere attuale la catechesi che abbiamo svolto lo scorso anno per non perdere la consapevolezza di quello che diciamo?
  • Mi metto dalla parte di quei piccoli e poveri a cui sono stati dati i segreti del regno di Dio?

Per la revisione della settimana

Ormai siamo proprio alla fine del nostro percorso quaresimale. Entriamo, con domani, nella grande settimana autentica che è il cuore di tutto il nostro anno liturgico.

Credo che sia giusto fare il nostro esame di coscienza settimanale:

  • Ho accolto l’invito alla sapienza del digiuno? Come è andata, da questo punto di vista, la mia Quaresima?
  • Ho accolto la sapienza di chi sa lottare contro le passioni? Che esito hanno dato le mie rinunce e le mie lotte?
  • Ho accolto la sapienza di chi sa vivere di perdono? A chi ho offerto perdono? A chi ho chiesto perdono? Come mi dispongo a chiedere il perdono di Dio per la S. Pasqua?
  • Ho accolto la sapienza dell’illuminazione? Questa Quaresima come e su che cosa mi ha illuminato?
  • Ho accolto la sapienza della dedizione come meglio sostenere questa possibilità di realizzare la nostra vita cristiana?

Prepariamoci adesso alla grande settimana autentica e sia la sapienza liturgica dei riti a parlare al nostro cuore per metterci in comunione con Gesù che soffre e che dona la sua vita per noi.

2021-03-19T08:37:22+01:00