Sabato 27 aprile

Settimana della 4 domenica di Pasqua – sabato

La spiritualità di questa settimana

Concludiamo la settimana con la festa delle beate Caterina e Giuliana del Sacro Monte di Varese. Due donne, due monache, due figure spirituali che ci ricordano due valori fondamentali della fede di tutti.

Il valore della preghiera: esse, e anche le monache che ancora oggi abitano il Sacro Monte, sono persone che mettono la preghiera al centro della loro esperienza di fede. Un richiamo importantissimo anche per noi. Noi non siamo monaci o monache e non siamo, soprattutto, dei contemplativi. Eppure la preghiera che scandisce il tempo e che accompagna i nostri giorni, dovrebbe stare a cuore di ciascuno di noi.

In secondo luogo esse ci parlano della centralità della Croce in ogni itinerario di fede. Al cuore della loro preghiera, al cuore della loro esperienza di fede, c’è proprio la devozione al Crocifisso. Noi possiamo ben capirla e ben comprenderla in questi santi giorni pasquali. Se celebriamo con fede la risurrezione del Signore è perché vogliamo fare memoria anche della sua passione, della sua gloriosa morte. Il cuore di ogni atto di fede è tutto il mistero pasquale. Non potremmo celebrare correttamente la risurrezione del Signore se non passando attraverso la porta stretta della sua passione. Dunque il nutrimento spirituale di queste due monache fu il romitaggio e il crocifisso, la solitudine del monte e la centralità della Croce. Lasciamoci anche noi guidare da queste due sante nell’approfondimento della nostra fede.

La Parola di questo giorno

LETTURA At 11, 27-30
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Alcuni profeti scesero da Gerusalemme ad Antiòchia. Uno di loro, di nome Àgabo, si alzò in piedi e annunciò, per impulso dello Spirito, che sarebbe scoppiata una grande carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l’impero di Claudio. Allora i discepoli stabilirono di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea, ciascuno secondo quello che possedeva; questo fecero, indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Bàrnaba e Saulo.

SALMO Sal 132 (133)

Dove la carità è vera, abita il Signore.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Ecco, com’è bello e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme! R

È come olio prezioso versato sul capo,
che scende sulla barba, la barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste. R

È come la rugiada dell’Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Perché là il Signore manda la benedizione,
la vita per sempre. R

EPISTOLA 1Cor 12, 27-31; 14, 1a
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. Aspirate alla carità.

VANGELO Gv 7, 32-36
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. I farisei udirono che la gente andava dicendo sottovoce queste cose del Signore Gesù. Perciò i capi dei sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo. Gesù disse: «Ancora per poco tempo sono con voi; poi vado da colui che mi ha mandato. Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire». Dissero dunque tra loro i Giudei: «Dove sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e insegnerà ai Greci? Che discorso è quello che ha fatto: “Voi mi cercherete e non mi troverete”, e: “Dove sono io, voi non potete venire”?».

Vangelo

È il Vangelo a sostenerci in questo impegno di ricerca continua. Anche i discepoli, anche molte delle persone che seguivano il Signore, quando egli accennava alla sua passione, morte e risurrezione, non capivano cosa intendeva dire. Mettere al centro della nostra fede la passione del Signore e la sua Croce, è difficilissimo. Noi tutti lo sappiamo e noi tutti lo capiamo bene quando lo leggiamo nel Vangelo. Lo sapevano bene anche le beate Caterina e Giuliana che, per questo, hanno richiamato il loro cuore ad una prolungata attenzione alla Croce. Tornando continuamente sulla visione del Crocifisso hanno cercato di essere a lui il più unite possibile. Così ci insegnano che non è cosa da poco sostare presso il Crocifisso. Anche noi tutti dovremmo impararlo.

Corinti

Questo senza sminuire le altre forme di vita di fede che ci sono. Le forme in cui si esprime la fede sono molteplici. Le forme attraverso le quali il Signore viene a noi e ci chiama ad aderire a Lui, sono personalizzate. La fede non è mai un abito universale per tutti uguale, ma è “tagliato” sull’anima di ciascuno! Ecco perché la più alta forma di carità consiste nel saper valorizzare le forme di espressione di fede degli altri mentre si arricchisce la propria. Credo che tutti dovremmo avere questa carità. Ed è per questa carità che noi possiamo accogliere la testimonianza delle sante romite e camminare verso un’adesione sempre più reale e sempre più forte al valore della Croce.

Atti

Così come ci dicevano anche gli Atti degli Apostoli. A qualcuno, come ci ha detto anche San Paolo, lo Spirito di Dio offre il carisma della profezia. È un carisma ricchissimo e complesso, un carisma attraverso il quale ad alcuni è dato di poter vedere il futuro, anticipando al presente ciò che sarà. Il profeta scruta i segni dei tempi e, leggendoli con la propria fede, si avvicina a Dio e permette anche che altri facciano il proprio percorso di fede attraverso la sua parola. Così il profeta Agabo predice una carestia, una sospensione della terra nel produrre i suoi frutti. Un modo per dire che quando l’uomo non cerca Dio, in qualche modo la terra si ribella, sciopera. Dovremmo anche noi essere più attenti ai segni dei tempi e ricordarci che, davvero, molto poco dipende da noi. Dall’amore che sapremo vivere dipende quel poco che possiamo fare per incarnare sempre più lo Spirito della fede.

Per noi e per il nostro cammino di fede

Credo che il ricchissimo nutrimento spirituale di oggi ci abbia fatto percepire una pluralità di messaggi che possiamo vivere nella giornata. Credo che, a tutti, sia richiesta solamente una forte capacità di pregare e di mettersi davanti a Colui grazie al quale tutto diventa possibile. Chiediamo la grazia che più abbiamo a cuore per il nostro itinerario di fede al Crocifisso che, in questo tempo, vogliamo contemplare nello splendore della sua risurrezione. Sia il Signore a farci comprendere il senso della nostra vita e la meta verso la quale siamo chiamati a camminare.

Provocazioni dalla Parola

  • Come vivo la preghiera in questi giorni?
  • Anche se nella gioia della Pasqua, so mettere al centro di tutto la contemplazione del Crocifisso?
  • Lascio che ci sia qualche istante di solitudine che mi sappia guidare?
2024-04-19T15:33:05+02:00