Domenica 28 aprile 2024

4 di Pasqua

Per introdurci

  • Che cos’è la vita eterna?

Credo che la domanda che venga a noi da questa non facile Parola di Dio, provochi ciascuno di noi, perché credo che tutti, pensando alla vita eterna, pensiamo immediatamente alla vita dopo la morte. Cosa che ci fa paura e realtà nella quale molti credenti, molti di quelli che vengono in Chiesa, celebrano la Messa, pregano. Non credono più. Ma siamo sicuri di questa visione della vita eterna come ciò che c’è dopo la morte? Siamo sicuri che il Signore non intenda altro?

La Parola di Dio 

LETTURA At 7, 2-8. 11-12a. 17. 20-22. 30-34. 36-42a. 44-48a. 51-54
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Stefano rispose: «Fratelli e padri, ascoltate: [il Dio della gloria apparve al nostro padre Abramo quando era in Mesopotamia, prima che si stabilisse in Carran, e gli disse: “Esci dalla tua terra e dalla tua gente e vieni nella terra che io ti indicherò”. Allora, uscito dalla terra dei Caldei, si stabilì in Carran; di là, dopo la morte di suo padre, Dio lo fece emigrare in questa terra dove voi ora abitate. In essa non gli diede alcuna proprietà, neppure quanto l’orma di un piede e, sebbene non avesse figli, promise “di darla in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui”. Poi Dio parlò così: “La sua discendenza vivrà da straniera in terra altrui, tenuta in schiavitù e oppressione per quattrocento anni. Ma la nazione di cui saranno schiavi, io la giudicherò – disse Dio – e dopo ciò usciranno” e mi adoreranno in questo luogo. E gli diede l’alleanza della circoncisione. E così Abramo generò Isacco e lo circoncise l’ottavo giorno e Isacco generò Giacobbe e Giacobbe i dodici patriarchi. Su tutto l’Egitto e su Canaan vennero carestia e grande tribolazione e i nostri padri non trovavano da mangiare. Giacobbe, avendo udito che in Egitto c’era del cibo, vi inviò i nostri padri.] Mentre si avvicinava il tempo della promessa fatta da Dio ad Abramo, il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto. In quel tempo nacque Mosè, ed era molto bello. Fu allevato per tre mesi nella casa paterna e, quando fu abbandonato, lo raccolse la figlia del faraone e lo allevò come suo figlio. Così Mosè venne educato in tutta la sapienza degli Egiziani ed era potente in parole e in opere. Passati quarant’anni, gli apparve nel deserto del monte Sinai un angelo, in mezzo alla fiamma di un roveto ardente. Mosè rimase stupito di questa visione e, mentre si avvicinava per vedere meglio, venne la voce del Signore: “Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”. Tutto tremante, Mosè non osava guardare. Allora il Signore gli disse: “Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo in cui stai è terra santa. Ho visto i maltrattamenti fatti al mio popolo in Egitto, ho udito il loro gemito e sono sceso a liberarli. Ora vieni, io ti mando in Egitto”. Egli li fece uscire, compiendo prodigi e segni nella terra d’Egitto, nel Mar Rosso e nel deserto per quarant’anni. Egli è quel Mosè che disse ai figli d’Israele: “Dio farà sorgere per voi, dai vostri fratelli, un profeta come me”. Egli è colui che, mentre erano radunati nel deserto, fu mediatore tra l’angelo, che gli parlava sul monte Sinai, e i nostri padri; egli ricevette parole di vita da trasmettere a noi. Ma i nostri padri non vollero dargli ascolto, anzi lo respinsero e in cuor loro si volsero verso l’Egitto, dicendo ad Aronne: “Fa’ per noi degli dèi che camminino davanti a noi, perché a questo Mosè, che ci condusse fuori dalla terra d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”. E in quei giorni fabbricarono un vitello e offrirono un sacrificio all’idolo e si rallegrarono per l’opera delle loro mani. Ma Dio si allontanò da loro e li abbandonò al culto degli astri del cielo. [Nel deserto i nostri padri avevano la tenda della testimonianza, come colui che parlava a Mosè aveva ordinato di costruirla secondo il modello che aveva visto. E dopo averla ricevuta, i nostri padri con Giosuè la portarono con sé nel territorio delle nazioni che Dio scacciò davanti a loro, fino ai tempi di Davide. Costui trovò grazia dinanzi a Dio e domandò di poter trovare una dimora per la casa di Giacobbe; ma fu Salomone che gli costruì una casa. L’Altissimo tuttavia non abita in costruzioni fatte da mano d’uomo.] Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori, voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l’avete osservata». All’udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano.

SALMO Sal 117 (118)

Lodate il Signore e proclamate le sue meraviglie.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre». R

Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». R

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza. R

EPISTOLA 1Cor 2, 6-12
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato.

VANGELO Gv 17, 1b-11
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi».

Vangelo

Si impone subito la meditazione su questa parola evangelica che accompagna questa domenica.

Anzitutto il Signore lega la sua predicazione sulla vita eterna alla sua glorificazione: “Padre, è venuta la mia ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te”. Che cosa intende il Signore? Lo sappiamo bene: il riferimento è alla sua passione, morte e risurrezione. Il riferimento è alla sua ultima rivelazione, quella della Croce. La glorificazione del Signore passa attraverso la donazione della sua vita, la donazione del suo corpo, la donazione del suo sangue. Quindi la prima affermazione che viene fatta è questa: nella vita eterna si entra attraverso la partecipazione alla glorificazione del Signore, cioè passando attraverso la sua donazione.

In secondo luogo, il Signore dice apertamente: “questa è la vita eterna, che conoscano te, l’unico vero Dio e colui che hai mandato”. La vita eterna, quindi, non è immediatamente la vita dopo la morte, ma inizia con la conoscenza del mistero di Dio che, ovviamente, avviene nei giorni della vita di un uomo. Questa conoscenza di Dio è mediata dalla conoscenza di Colui che Egli ha mandato: cioè Gesù Cristo. Gesù sta affermando che per conoscere Dio è necessario conoscere lui, passare attraverso la sua donazione volontaria della Pasqua. La vita eterna inizia, quindi non dopo la morte, ma con la conoscenza di Dio che ogni uomo sviluppa nei giorni della sua vita terrena.

In terzo luogo, la rivelazione di Dio passa attraverso la ricerca e il concreto dedicarsi alla sua volontà: “io ti ho glorificato sulla terra compiendo la tua volontà”. Gesù si riferisce a sé stesso, a tutto il suo ministero che, ora, nell’imminenza della Pasqua, culminerà proprio con la sua volontaria donazione della Croce. Ma in questo modo, il Signore rimanda ciascuno al compimento della volontà di Dio Padre. Partecipa alla vita eterna chi compie la volontà di Dio, partecipa alla vita eterna chi si sforza di conoscere, per i giorni della sua esistenza terrena, chi si domanda, in concreto, cosa voglia dire conoscere, vivere, praticare la volontà del Padre.

Ancora: Gesù dice: “ le parole che tu hai dato a me, io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno che sono uscito dal Padre”. C’è dunque un’intima connessione tra la conoscenza del Padre, l’ascolto della sua parola che è Gesù Cristo, la possibilità di compiere la sua volontà, l’incamminarsi senza incertezze verso la vita eterna. In questo senso il Vangelo di oggi ci rimanda anche a quello di domenica scorsa: compie la volontà di Dio chi si ritiene pecora del suo gregge e ascolta la sua voce.

Un’ultima nota: il Signore prega per noi perché noi tutti, cercando e compiendo la volontà del Padre, possiamo, un giorno, giungere a quella conoscenza piena e definitiva del mistero di Dio che è l’ingresso in quella che, impropriamente, chiamiamo vita eterna. “Io prego per loro…”. L’ingresso nella vita eterna, il progressivo avvicinarsi all’eternità è, quindi, sostenuto dalla preghiera di Gesù. Non è sforzo umano, non è frutto di meriti particolari, ma è, anzitutto, dono di Dio che viene rivelato a noi perché il Signore stesso prega per noi e ci conduce, pian piano, fino a Lui, attraverso una serie di conoscenze sempre più incisive e forti, fino a quando si compirà del tutto la rivelazione attraverso la partecipazione alla vita di Dio.

Epistola

Anche San Paolo sosta sull’argomento: “fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo sì di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla”. San Paolo insegna che tra i battezzati, cioè tra i perfetti, occorre che il discorso sulla sapienza non sia limitato solo alle cose che si possono indagare e conoscere, segnando così un progresso umano sempre più approfondito. La sapienza del credente, che pure si dedica a queste cose, è oltre e consiste nella conoscenza del mistero di Dio. Conoscenza che non potrà essere perfetta se non con l’ingresso direttamente nel mistero, eppure conoscenza che è già vera ora, in questo tempo, nel nostro modo di vedere le cose, perché Dio ispira all’uomo il desiderio di Lui. “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore d’uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano”. La vita eterna è anche desiderio di queste cose, è anche avvicinamento a queste realtà della vita, è anche progressivo inserimento nella vita eterna attraverso una profonda conoscenza delle cose di Dio. Quando un uomo riesce ad avere questa conoscenza, viene immediato in lui il desiderio di sapere sempre di più e di crescere nell’attesa che tutto si avveri e che tutti possiamo entrare nella vita beata. Per questo anche l’Apostolo diceva: “noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio, per conoscere ciò che Egli ci ha donato”. Il credente non si accontenta delle cose che può conoscere rispetto alla sua vita nel mondo. Il credente ha un desiderio grande e incolmabile che lo porta a sentirsi pellegrino fino all’ultimo giorno della sua esistenza, prima di entrare definitivamente in quel mistero che colmerà ogni desiderio di conoscenza. uelle

 

Atti

Capiamo, allora, anche la lunga pagina degli Atti degli Apostoli, che ci ha riprodotto tutta la storia della salvezza. È una pagina che ci aiuta a capire che il Signore ha preparato il suo popolo e, in esso, tutta l’umanità a capire come il Suo mistero agisce e come il suo mistero si rivela nel mondo. L’occhio dell’uomo di fede, l’occhio dell’uomo che ha lo spirito di Dio e non lo spirito del mondo, l’occhio di Santo Stefano può penetrare i secoli antichi e rileggere la storia della salvezza in quest’ottica e in questa chiave. Stefano, pieno di Spirito Santo, in questa sua ultima predicazione rilegge tutti i fatti della storia della salvezza e aiuta il suo popolo a comprendere che la rivelazione di Dio è sempre stata in atto. Solo occorre aprirsi ad essa per conoscere i misteri che Dio rivela nel corso della storia.

Per noi e per il nostro cammino

Così credo che possiamo tornare alla provocazioni per il nostro cammino.

Cos’è la vita eterna?

Certamente, come diciamo, è la vita in Dio. La vita eterna, tuttavia, non comincia solo dopo la nostra morte, ma ci precede e ingloba anche questo nostro tempo, questo presente, nel quale noi cerchiamo di credere, ci sforziamo di capire, preghiamo, meditiamo, leggiamo la Parola di Dio che ci aiuta ad avvicinarsi alla vita eterna propriamente detta. La vita eterna passa per la conoscenza di Dio e per la realizzazione della sua volontà, ci ha detto il Vangelo, quindi noi dobbiamo dire che ogni nostro atto di fede, come ogni nostro momento di preghiera sono già qualcosa che ci aiuta a percepire l’importanza e la bellezza della vita eterna, massimamente questo rito che stiamo celebrando. L’Eucarestia ci parla già della vita del paradiso, mettendoci in comunione con il Signore. Dunque anche noi se vivremo queste tre realtà: ascolto della parola, perenne interrogarci sulla volontà di Dio per la nostra vita, capacità di ricevere la S. Eucarestia, noi saremo già sulla strada di chi si avvicina a Dio Padre. In questo momento noi stiamo già compiendo ciò che ci avvicina alla vita eterna e tutti dovremmo sempre vivere la S. Mesa, in particolare quella della domenica, come momento di avvicinamento a Dio e come momento nel quale la vita di Dio entra dentro di noi.

Quale desiderio di vita eterna?

Le scritture di oggi ci hanno però anche detto che la vita eterna è questione di desiderio, noi dovremmo desiderare l’incontro con Dio, dovremmo desiderare la conoscenza di Dio. Anzi, man mano che prosegue e si approfondisce il cammino della nostra vita, noi dovremmo avere sempre più attenzione al mistero di Dio e dovremmo essere più attratti da esso. Perché non è così? Perché ci cimentiamo con la conoscenza di molte altre cose della vita ma non con quella della fede? Così lasciando la fede sempre all’ultimo posto o quasi, come potremo crescere nel desiderio della vita eterna? credo che oggi tutti dovremmo interrogarci sulla nostra preghiera, sul nostro approfondimento di fede. Senza tutto questo, noi non potremo mai essere pronti per la vita eterna. Anche noi tutti dobbiamo puntare decisamente sul desiderio di quanto il Signore ha rivelato e non è frutto di creazione umana.

Cosa significa, per noi, compiere la volontà di Dio in questo momento?

Credo che l’ultima provocazione di questa Parola sia questa: proviamo a chiederci cosa è fare la volontà di Dio in questo momento. Come il Signore mi vuole felice? Come spendo e dove spendo delle ricchezze di talenti, di capacità che il Signore mi ha dato? Quante delle mie opere sanno di donazione gratuita e generosa, di concreto mettersi a servizio degli altri, di servizio? Se ci sarà questo, credo che tutti potremo essere tranquilli. Ma se non ci sarà questo, sarà difficile che noi potremo pensare con libertà alla vita eterna e, soprattutto, desiderarvi di entrare. Chiediamoci queste cose e facciamo in modo che questa domenica ci aiuti a crescere nel desiderio dell’eternità.

2024-04-26T09:10:45+02:00