Settimana della 5 domenica di Pasqua – Lunedì – Santa Caterina da Siena
La spiritualità di questa settimana
Santa Caterina da Siena, la memoria di San Giuseppe lavoratore, Sant’Atanasio, i Santi apostoli Filippo e Giacomo ma, per noi, soprattutto la festa di Santa Croce e la fede nella reliquia della Sacra Spina saranno i motivi fondamentali da tenere presenti in questi giorni. Cominciando dalla Santa Patrona d’Italia.
La Parola di questo giorno
LETTURA 1Gv 1, 5 – 2, 2
Lettura della prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Oppure:
LETTURA AGIOGRAFICA
Vita di santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa
Caterina nacque a Siena nel 1347. Volendo fin da fanciulla consacrare a Dio la sua verginità, ottenne di portare l’abito domenicano del Terz’Ordine, ossia delle Mantellate laiche. Durante la sua vita praticò grandi mortificazioni e penitenze corporali, talvolta nutrendosi solo della comunione eucaristica. Il suo nome divenne in breve così celebre e venerato, che da ogni parte le venivano portati malati e persone sofferenti nel corpo e nell’anima, che traevano da lei profondo conforto. Mentre si trovava a Pisa, una domenica, dopo aver ricevuto l’eucaristia vide il Signore crocifisso accostarsi a lei in una grande luce e cinque raggi partire dalle ferite del corpo divino per raggiungere in cinque punti il suo corpo. Comprendendo subito il misterioso significato di quella visione, Caterina pregò il Signore di non far apparire le ferite. Subito i raggi mutarono il loro colore sanguigno in uno splendore meraviglioso, e raggiunsero sotto forma di luce purissima le mani, i piedi e il cuore di Caterina, provocandole un dolore sensibile e intenso. Quest’umile vergine, assolutamente illetterata, era in grado di rispondere a complesse questioni dottrinali, che le venivano sottoposte da eminenti teologi. Nessuno l’accostò senza sentirsi migliore. Spense l’odio di molti e compose inimicizie mortali. Per ottenere la pace ai Fiorentini – colpiti da interdetto ecclesiastico per opposizione alla Sede Apostolica – si recò ad Avignone presso Papa Gregorio XI, al quale mostrò anche di conoscere per divina rivelazione il voto fatto dal medesimo, e a Dio solo noto, di tornare a Roma. E il Pontefice, anche per l’intervento di Caterina, decise di ritornare a prendere personalmente possesso della sua sede di Roma come realmente fece. Lo stesso Gregorio e il suo successore Urbano VI ebbero tale stima di Caterina da affidarle ripetute ambasciate. Si mostrò sempre donna forte e dolce, desiderosa del bene delle anime, impegnata nella ricerca della pace del popolo cristiano e preoccupata dell’unità della Chiesa. Morì nel 1380, a soli 33 anni di età, ricca di ogni virtù e del dono della profezia, e dopo aver operato grandi miracoli. Fu canonizzata da papa Pio II nel 1461. Risale al 1939, per iniziativa di Pio XII, la sua proclamazione a patrona principale d’Italia. Per la sapienza di dottrina che scaturisce dai suoi scritti, Paolo VI nel 1970 volle fosse annoverata tra i dottori della Chiesa e nel 1999 Giovanni Paolo II la dichiarò compatrona d’Europa.
SALMO Sal 148
Con la mia vita, Signore, canto la tua lode.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere. R
I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore. R
Solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. R
EPISTOLA 1Cor 2, 1-10a
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. Tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito.
VANGELO Mt 25, 1-13
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Vangelo
Si può vivere da stolti e si può vivere da saggi. In diversi modi, con diverse accezioni. Una di queste è l’accezione di fede.
Chi è il saggio secondo la fede? Chi lo stolto? Lo stolto, in tutta la Scrittura, è chi non ha “timor di Dio”, cioè chi vive come se Dio non esistesse, chi vive alla giornata, incurante dei doni di Dio, della sua presenza, del suo amore. Saggio, per contro, è chi vive con fede, chi vive nel timor di Dio, chi ama stare alla presenza del Signore. Saggio è l’uomo che ama ricercare la presenza di Dio ogni giorno.
Questo è il programma di vita di Santa Caterina. Certo la sua famiglia, le sue condizioni, avrebbero pensato per lei un futuro già scritto, un futuro già segnato. Eppure Caterina si sottrae a quello che la famiglia già aveva pensato per lei, come anche abbiamo sentito nella vita, e si apre ad un futuro diverso. Un futuro che, per lei, è senza certezze concrete, eppure è già del tutto certo, perché rimesso nelle mani di Dio. La fede di Caterina fu fortissima, soprattutto legata alla Santa Eucarestia, che sempre ricevette, talvolta anche come il solo alimento della propria giornata. Caterina, per questo, si aprì alla fede e, forte di essa, seppe affrontare ogni genere di problema. Soprattutto ella seppe cercare di fare di tutto per l’unità della Chiesa, l’unità d’Italia, il ritorno del Papa a Roma. Furono queste le intenzioni che Caterina seppe sempre tenere nel cuore e seppe sempre rinnovare davanti all’Altissimo.
La pace fu la richiesta più pressante che Caterina seppe elevare a Dio, pace per l’Italia divisa dell’epoca dei Comuni, pace per la Chiesa, squassata dagli scismi e con un Papa lontano dalla sua sede naturale. La pace nelle famiglie, spesso divise per questioni economiche e di eredità. Caterina incessantemente pregò per queste intenzioni che sono quelle che vengono, in qualche modo, raccomandate anche a noi in questo giorno.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Credo che oggi il nostro compito sia quello di riprendere queste tre intenzioni per rimetterle nelle mani di Dio attraverso la preziosissima intercessione di Santa Caterina.
Preghiamo, anzitutto, per le famiglie. Anche noi, lo vediamo fin troppo spesso, abbiamo famiglie divise. Divise non solo nel matrimonio, ma anche in tutti i componenti. Abbiamo famiglie in cui non ci si parla più, famiglie provate da anni di lotta, magari per le eredità. Famiglie che non si trovano mai, famiglie nelle quali ciascuno vive un po’ come un’isola, un elemento solitario. Preghiamo per l’unità delle famiglie, per la concordia in esse, per l’amore di ciascuna.
Anche noi vogliamo pregare per l’Italia. La situazione politica ed economica è assai differente da quella del tempo di Caterina, eppure anche noi abbiamo più che mai bisogno di rimetterci nelle mani di Dio. Anche noi vediamo un paese diviso, spesso confuso, in preda a molteplici egoismi di parte. Anche noi vediamo un paese dove non ci si interessa del bene comune e nel quale non si ragiona quasi mai di futuro. Anche noi, per questo, abbiamo più che mai bisogno di sentirci uniti e concordi nella preghiera.
Anche noi, infine, dobbiamo pregare per l’unità della Chiesa. Noi, forse, nella nostra situazione, non percepiamo bene quello che avviene sotto la spinta di diversi movimenti, nel mondo di oggi ed anche in Europa. Eppure non siamo in un tempo di unione, di comprensione su tutti i fronti, di compattezza. Anche noi viviamo la difficoltà dello stare insieme, la difficoltà della reciproca e mutua comprensione. Le spinte di una parte piuttosto che di un’altra sono molteplici e fortissime. È per questo che dobbiamo chiedere a Santa Caterina, nella preghiera, che ci aiuti ad essere uniti, concordi, sia nella preghiera che in quella costante ricerca del bene comune che dovrebbe caratterizzare tutti noi.
Con fede, dunque, rimettiamo nelle mani di Caterina queste preghiere.
Provocazioni dalla Parola
- Come mi dispongo oggi alla preghiera?
- Cos’altro potrò chiedere a Santa Caterina?