Settimana della 5 domenica di Pasqua – martedì
La spiritualità di questa settimana
Oggi non sono previste memorie liturgiche, anche se sarebbe la memoria di San Pio V. Lo cito perché fu un Papa straordinario, sia per la Chiesa che per il mondo. Illuminato da una non comune intelligenza, seppe promuovere una vera riforma della Chiesa, portando ad attuazione il Concilio di Trento che avrebbe impresso un’impronta indelebile nella Chiesa latina praticamente fino ai nostri giorni. Un uomo di arte e di cultura, che seppe portare a termine gran parte dei rinnovamenti del Rinascimento nell’urbe e nell’orbe. Un uomo di fede autentica e, per questo, un autentico servitore dell’uomo.
La Parola di questo giorno
LETTURA At 22, 23-30
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Poiché i Giudei continuavano a urlare, a gettare via i mantelli e a lanciare polvere in aria, il comandante fece portare Paolo nella fortezza, ordinando di interrogarlo a colpi di flagello, per sapere perché mai gli gridassero contro in quel modo. Ma quando l’ebbero disteso per flagellarlo, Paolo disse al centurione che stava lì: «Avete il diritto di flagellare uno che è cittadino romano e non ancora giudicato?». Udito ciò, il centurione si recò dal comandante ad avvertirlo: «Che cosa stai per fare? Quell’uomo è un romano!». Allora il comandante si recò da Paolo e gli domandò: «Dimmi, tu sei romano?». Rispose: «Sì». Replicò il comandante: «Io, questa cittadinanza l’ho acquistata a caro prezzo». Paolo disse: «Io, invece, lo sono di nascita!». E subito si allontanarono da lui quelli che stavano per interrogarlo. Anche il comandante ebbe paura, rendendosi conto che era romano e che lui lo aveva messo in catene. Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio; fece condurre giù Paolo e lo fece comparire davanti a loro.
SALMO Sal 56 (57)
Sei tu la mia lode, Signore, in mezzo alle genti.
oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora. R
Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà. R
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria. R
VANGELO Gv 10, 31-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Il Signore Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Atti
Ci lasciamo provocare, oggi, immediatamente dalla pagina degli Atti degli Apostoli. Una pagina bellissima, perché ci dice che, come sempre, ci sono diritti diversi per diversi uomini. Paolo evita la flagellazione e un interrogatorio infamante perché è un romano di nascita e, come sappiamo, il diritto di Roma non permetteva a nessuno di colpire un romano con la tortura. Questa, però, poteva essere applicata ad altri uomini, ai non romani, per l’appunto. Diritti diversi, per uomini diversi. Quasi che ci siano uomini che contano di più e la cui vita deve essere difesa e tutelata e uomini che contano di meno e che, ovviamente, possono anche essere torturati o, addirittura, messi a morte.
Vangelo
Come, del resto, ci dice il Vangelo. Anche nel Vangelo si parla di uomini senza diritti, come Gesù, e uomini che si ritengono superiori. In questo caso sono i Giudei che giudicano il Signore e che si sentono superiori a lui. La loro vita di credenti merita di essere tutelata, ma proprio loro vogliono mettere le mani sul Signore, vogliono ucciderlo, lapidarlo. Quasi che la sua esistenza non conti nulla, perché viene come rivelatore del Padre nell’umiltà della carne e non con segni strabilianti come loro avrebbero preferito e voluto. C’è una umanità che merita attenzione e nella quale ci si sente forti e tutelati e l’umanità dei poveri che, non contando nulla, non deve dare nessun problema.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Rileggo così le due Scritture perché vorrei che ci chiedessimo: noi come ci regoliamo sul tema? Vedete che, anche noi che veniamo duemila anni dopo queste vicende, siamo ancora al palo. Vediamo bene che anche la nostra umanità è divisa tra coloro che possono avere diritti e coloro che non ne hanno, tra coloro che hanno tutele di ogni tipo e coloro che invece, non contano nulla. Anche noi abbiamo una parte di mondo che è stata forte e che ha espresso la sua egemonia e una parte di mondo che, quasi, fatica a trovare un’identità propria.
Siamo la società dei diritti: ne abbiamo raccolti e definiti di ogni genere e tipo, eppure vediamo assai bene che questi diritti sono quelli che interessano agli uomini che li possono già vivere, ma non c’è poi molto interesse per quegli uomini e quei luoghi nei quali non è possibile vivere tutti questi diritti.
Credo che la lettura dei due testi uno sulla falsariga dell’altro, ci permetta di dire cosa c’è al cuore del Vangelo. Al centro della preoccupazione del Vangelo c’è l’uomo nella sua interezza, l’uomo nella sua totalità. Al centro delle preoccupazioni evangeliche c’è il rispetto per tutto ciò con cui Dio ha benedetto l’uomo. Al centro del Vangelo sta l’affermazione che tutti gli uomini sono figli di Dio e godono dei medesimi diritti. Parole facili da dire, ma in pratica molto difficili da rendere operative. Forse oggi dovremmo tutti pregare per i diritti degli uomini, specie coloro che, come ci richiama papa Francesco, non hanno diritti, non hanno volto, non hanno identità. La nostra società evoluta si è ingessata in molteplici forme di diritti, ma manca un aspetto essenziale: quello della carità che dovrebbe portare tutti a difendere chi è privo dei diritti più elementari. Le Scritture ci invitano quindi, oggi, ad avere un cuore colmo di carità e ad unirci, almeno spiritualmente, a coloro che non possono tollerare queste differenze insostenibili.
Ripensando ancora ai molti santi di cui facciamo grata memoria in questi giorni, cerchiamo di difendere i diritti dei più deboli, ricordando ciò che diceva il card. Tettamanzi: “I diritti dei deboli non sono diritti deboli!”. Aiutiamo anche noi a difendere i diritti di tutti.
Provocazioni dalla Parola
- Quale comprensione ho di questa materia?
- Prego mai per coloro che sono senza diritti?
- Come vivo questi giorni pasquali da questo punto di vista?