Settimana della 5 domenica di Pasqua – mercoledì
La spiritualità di questa settimana
Iniziamo il triduo di Sacra Spina, iniziamo il mese di maggio, dedicato a Maria Santissima. Teniamo in seria considerazione queste due prospettive mentre rileggiamo le Scritture di questo giorno.
La Parola di questo giorno
LETTURA At 23, 12-25a. 31-35
Lettura degli Atti degli Apostoli
Fattosi giorno, i Giudei ordirono un complotto e invocarono su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non avessero ucciso Paolo. Erano più di quaranta quelli che fecero questa congiura. Essi si presentarono ai capi dei sacerdoti e agli anziani e dissero: «Ci siamo obbligati con giuramento solenne a non mangiare nulla sino a che non avremo ucciso Paolo. Voi dunque, insieme al sinedrio, dite ora al comandante che ve lo conduca giù, con il pretesto di esaminare più attentamente il suo caso; noi intanto ci teniamo pronti a ucciderlo prima che arrivi». Ma il figlio della sorella di Paolo venne a sapere dell’agguato; si recò alla fortezza, entrò e informò Paolo. Questi allora fece chiamare uno dei centurioni e gli disse: «Conduci questo ragazzo dal comandante, perché ha qualche cosa da riferirgli». Il centurione lo prese e lo condusse dal comandante dicendo: «Il prigioniero Paolo mi ha fatto chiamare e mi ha chiesto di condurre da te questo ragazzo, perché ha da dirti qualche cosa». Il comandante lo prese per mano, lo condusse in disparte e gli chiese: «Che cosa hai da riferirmi?». Rispose: «I Giudei si sono messi d’accordo per chiederti di condurre domani Paolo nel sinedrio, con il pretesto di indagare più accuratamente nei suoi riguardi. Tu però non lasciarti convincere da loro, perché più di quaranta dei loro uomini gli tendono un agguato: hanno invocato su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non l’avessero ucciso; e ora stanno pronti, aspettando il tuo consenso». Il comandante allora congedò il ragazzo con questo ordine: «Non dire a nessuno che mi hai dato queste informazioni». Fece poi chiamare due dei centurioni e disse: «Preparate duecento soldati per andare a Cesarèa insieme a settanta cavalieri e duecento lancieri, tre ore dopo il tramonto. Siano pronte anche delle cavalcature e fatevi montare Paolo, perché venga condotto sano e salvo dal governatore Felice». Scrisse una lettera. Secondo gli ordini ricevuti, i soldati presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipàtride. Il giorno dopo, lasciato ai cavalieri il compito di proseguire con lui, se ne tornarono alla fortezza. I cavalieri, giunti a Cesarèa, consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono Paolo. Dopo averla letta, domandò a Paolo di quale provincia fosse e, saputo che era della Cilìcia, disse: «Ti ascolterò quando saranno qui anche i tuoi accusatori». E diede ordine di custodirlo nel pretorio di Erode.
SALMO Sal 123 (124)
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.
Se il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera. R
Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose. R
Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati. R
VANGELO Gv 12, 20-28
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
Vangelo
Il Vangelo di oggi è pienamente tratto dal contesto pasquale. Siamo ormai alla vigilia della donazione del Signore Gesù, quella che anche noi abbiamo celebrato nei giorni della settimana santa e della quale ora facciamo grata memoria in questi giorni pieni di Spirito Santo che sono i giorni del tempo di Pasqua. Cosa dice Gesù?
Anzitutto parla di gloria e, come sappiamo bene, quando Gesù parla di gloria nel Vangelo di Giovanni si sta riferendo proprio all’ora della sua passione, morte e risurrezione. Gesù, dunque, è molto consapevole di quello che sta per accadere e vorrebbe che anche il discepolo lo fosse. Gesù invoca su di sé la potenza dello Spirito Santo perché quest’ora sia davvero il momento fondamentale della sua esistenza.
In secondo luogo, anche coloro che sono venuti da lontano per vederlo, sono rimandati ad un’esperienza molto comune: quella del chicco di grano che caduto in terra muore per dare frutto. Con questo paragone, immediatamente comprensibile anche dagli stranieri, Gesù intende introdurre nella sua passione tutti i suoi ascoltatori. Gesù non solo profetizza la sorte che gli toccherà, ma anche dice chiaramente come quell’evento dovrà essere interpretato, ossia come l’atto volontario di Dio che dona la sua vita per amore per poi riprenderla di nuovo, nella logica della risurrezione.
Gesù, in terzo luogo, parla chiaramente di eternità e spiega che chiunque vorrà rendere la propria vita eterna dovrà compiere il medesimo gesto di amore. È l’amore che trasforma le cose del tempo in eternità. È l’amore la forza misteriosa eppure intuibile da tutti, ciò che trasforma i gesti concreti di ogni uomo in gesti eterni. Vedere Gesù non deve essere opera di curiosità, ma sincero desiderio di imitare la sua vita, il suo gesto, la sua donazione.
Infine Gesù dice chiaramente che il suo desiderio non è quello di essere salvato dalla sofferenza, ma quello di compiere la volontà del Padre, cosa per la quale Gesù prega e per la quale chiede l’aiuto dello Spirito di Dio.
Atti
Questo è anche ciò che è nel cuore di Paolo. Paolo vuole imitare Gesù da vicino. Non gli interessa troppo quello che gli accadrà, sa bene che dovrà morire per amore come il Signore, solo non vuole che ciò avvenga per il complotto degli uomini, ma nel modo che Dio ha già previsto per lui. Ecco perché, grazie anche al nipote, fa sventare un piano di attacco contro di lui e continua la sua corsa, con il Vangelo sempre come punto di riferimento, accettando quello che il governatore gli impone e non desiderando altro che di fare la volontà di Dio, in ogni modo. Anche Paolo prega per avere la forza di accettare quello che avviene, perché sa bene che questo è l’unico modo per “fare la volontà di Dio”, non a parole, ma “con i fatti e nella verità”.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Anche a noi che iniziamo questo Triduo, anche a noi che ci stiamo preparando per la festa di Santa Croce, credo che valgano queste indicazioni.
Perché facciamo le feste patronali? Perché siamo anche molto legati ai segni sacri che ci sono in questi luoghi e anche qui nella nostra Parrocchia? Perché vogliamo “vedere Gesù”. La fede ha sempre bisogno di cose concrete, di cose pratiche, di cose tangibili. Una fede che non abbia queste dimensioni sarebbe disincarnata! Noi ci mettiamo nell’ottica di celebrare questa festa cercando di vedere il Signore Gesù.
Di che cosa è simbolo la Sacra Spina? Della sofferenza del Signore, della sua volontaria donazione di cui, questa spina, dice il dolore, le difficoltà, la passione in tutta la sua durezza e crudeltà. Anche la Sacra Spina ci dice che il Signore è venuto per essere il chicco di grano che cade nel terreno per dare molto frutto. Il terreno nel quale il Signore vuole cadere come seme è il nostro cuore. Tutti i gesti di fede che noi compiamo, tutte le raccomandazioni che riceviamo sono in ordine a questa esperienza straordinaria: prendere parte, in qualche modo, alla passione di Cristo.
Guardare e contemplare non basta. Occorre vivere, occorre imitare. Noi siamo qui, e lo saremo in altri momenti in questi giorni, proprio per questo, proprio perché vogliamo continuamente imitare il Signore, vogliamo che la sua via sia, in qualche modo, la nostra via. Contemplare la Sacra Spina ci deve dire che anche noi dobbiamo giungere alla medesima donazione di fede, senza la quale siamo come perduti.
A Maria
Come sempre, nel mese di maggio, vorrei rivolgere tutti i giorni un pensiero a Maria, la cui dolce presenza sempre ci accompagna ma, ancor più, in questo mese. Maria ha visto la donazione del Signore. Ha imparato dalla donazione volontaria del Figlio ad essere anche lei donna che si donava, donna che si dona ancora, nell’ascolto, nell’attenzione costante dell’altro, nel servizio premuroso, gratuito e generoso. Ecco perché vediamo in lei un modello da seguire e da imitare. Ci aiuti il Signore Gesù ad avere lo sguardo degli occhi e dell’anima sempre puntato su sua madre, per vivere bene ogni nostra donazione, con spirito di servizio e di gratuità.
Provocazioni dalla Parola
- Con che sguardo inizio questi giorni?
- Come la contemplazione della Sacra Spina mi aiuterà a vivere bene questo Triduo? Cosa chiedo al Signore per me e per la mia comunità in questa festa?