Martedì 28 febbraio

Settimana della prima domenica di quaresima – martedì 

La spiritualità di questo giorn0 di quaresima

In questo giorno penso che il richiamo fondamentale sia quello ad essere luce.

La Parola di questo giorno

GENESI 3, 9-21
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà». All’uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato: “Non devi mangiarne”, maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba dei campi. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!». L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi. Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì.

SALMO Sal 118 (119), 1-8

Beato chi e fedele alla legge del Signore.

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. R

Non commette certo ingiustizie
e cammina nelle sue vie.
Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente. R

Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.
Non dovrò allora vergognarmi,
se avrò considerato tutti i tuoi comandi. R

Ti loderò con cuore sincero,
quando avrò appreso i tuoi giusti giudizi.
Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai. R

PROVERBI 2, 1-10
Lettura del libro dei Proverbi

Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, se appunto invocherai l’intelligenza e rivolgerai la tua voce alla prudenza, se la ricercherai come l’argento e per averla scaverai come per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la conoscenza di Dio, perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca escono scienza e prudenza. Egli riserva ai giusti il successo, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, vegliando sui sentieri della giustizia e proteggendo le vie dei suoi fedeli. Allora comprenderai l’equità e la giustizia, la rettitudine e tutte le vie del bene, perché la sapienza entrerà nel tuo cuore e la scienza delizierà il tuo animo.

VANGELO Mt 5, 13-16
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Il discorso della montagna

Mi pare di capire che ciascuno di noi, per il proprio cammino di vita oltre che per quello di fede, cerchi luci a cui attingere. Luci possono essere i genitori, o più in generale la famiglia. Quando poi siamo adulti, diventa ancora più bello guardare agli insegnamenti ricevuti dai nostri cari, ricordare ciò che ci è stato trasmesso da persone che, per noi, sono state significative. È forse anche per questo che il “culto” delle persone morte è così diffuso e così forte, anche nelle odierne situazioni di vita. Oppure cerchiamo luci in persone che, in qualche modo, si sono distinte nella società e nella Chiesa. Apparteniamo a gruppi, movimenti, circoli culturali esattamente per questo motivo, perché abbiamo visto, nell’esperienza che abbiamo incontrato, una luce alla quale attingere e vogliamo continuamente attingere ad essa. Tutte cose buone, che vanno assolutamente incentivate, perché ci spingono ad essere sempre migliori.

Il Vangelo, tuttavia, non ci dice solo questo, non ci sprona solamente a cercare qualche luce che sappia illuminare concretamente il nostro vissuto. Piuttosto ci dice di “essere luce”, di trasformare noi stessi in sorgente di luce. Il cristiano, uomo felice, come abbiamo detto ieri, non si mette sul piedistallo, non vuole diventare maestro di nessuno, ma vuole essere luce per gli altri. Come? Come essere luce senza mettersi in mostra, diventare superbi, esaltarsi in qualche modo?

Spendendosi per gli altri. Esattamente come fa il sale. Il sale è un cristallo, preziosissimo ai tempi in cui il Signore vive e insegna, perché non solo dà sapore ai cibi, ma è anche l’unico conservante disponibile su larga scala. Il sale era un bene preziosissimo, molto più di oggi. Il sale, tuttavia, vive il suo scopo quando si scioglie. Il cristallo in sé si conserva, si trasporta, si dona, si acquista… ma il suo utilizzo consiste nel suo scioglimento. È quando il cristallo si scioglie in un cibo che dà sapore al cibo stesso. È quando il cristallo si perde, è quando non è più visibile che si può apprezzare il suo sapore. Un cibo insipido, per natura, è meno buono di un cibo saporoso. Così è il credente. Egli mira ad essere luce non mettendosi in mostra, ma sciogliendosi. Il cristiano diventa luce quando dà esempio di bene, di servizio, di carità e, soprattutto, di fede, senza mettere al centro di tutto sé stesso. Il credente diventa sale e luce per la terra quando senza parole, senza continuamente dire, senza mettersi al centro delle situazioni, si spende per gli altri, cerca il loro bene, diventa costruttore della loro felicità ancor prima che della propria.

Questo è l’esempio del Signore Gesù. Egli stesso è venuto “come il chicco di grano” che muore, si perde, ma è capace di donare nuova vita, di dare sapore alla vita degli altri. Il cristianesimo è il sapore della nostra vita, è il senso dei nostri giorni! Abbiamo mai pensato a cosa faremmo se non fossimo cristiani? Abbiamo mai pensato a come sarebbe diverso il nostro agire se non avessimo ricevuto l’illuminazione della fede?  Se la fede è la causa, l’origine della nostra felicità, come dicevamo ieri, allora potremo essere davvero luce. È quando siamo pieni di Dio, è quando siamo carichi del suo mistero che possiamo essere felici di chi siamo, di ciò che facciamo e, per questo, diventare luce, esempio, richiamo per gli altri. Si diventa luce spendendosi, si diventa luce sciogliendosi, si diventa luce sacrificando qualcosa di noi stessi e della nostra vita, in favore di quella degli altri. È proprio l’esempio del Signore che riceviamo in Quaresima, mentre ci avviciniamo alla Pasqua. È il progetto di vita che dovremmo seguire fin dal Battesimo, eppure facciamo molta fatica a seguirlo nella sua globalità, nella sua essenza.

Consacriamo la Quaresima a questo scopo. Consacriamo la Quaresima a vivere spendendoci per gli altri, come Cristo si spende per noi. Genereremo quel circolo virtuoso che porterà noi sulla via della santità e guiderà altri a seguire la via di Cristo.

Il nostro cammino di fede

Alla luce della Parola che ascoltiamo oggi, credo valga la pena di chiedersi:

  • Quali sono le luci di riferimento per il mio cammino?
  • Quando io stesso mi sento luce per gli altri?
  • In cosa mi spendo per dare esempio e per essere luce per gli altri?

Credo che fin da questo giorno di Quaresima noi siamo invitati a diventare luce spendendoci nei diversi contesti di bene che animano la nostra vita. Ci si può spendere per gli altri in famiglia, al lavoro, nei contesti di vita comunitaria che frequentiamo, con gli sconosciuti. Una vita che si spende: dovrebbe essere questo il progetto di vita che serviamo e che cerchiamo di vivere perché anche altri, catturati dal nostro esempio, lo vivano.

Spendersi vuol dire non guardare alle cose che si fanno, non guardare al tempo che si impiega, non guardare al fatto che, magari, dovremo anche pagare di persona, come il buon samaritano. Tutte queste cose devono essere assolutamente dentro quella direzione di felicità che la vita può prendere se si vive con interezza il Vangelo. Chi si spende nel nome del Signore, infatti, si spende con gioia, senza calcolo, senza misura. Ecco, la Quaresima deve insegnarci proprio questo, a spenderci senza misura, come il Signore Gesù che dona tutta la sua vita, senza stare a calcolare, senza misurare, senza mettere limiti, freni, paletti…

Intenzioni di preghiera

Direi, mentre rileggiamo questa Parola, mentre ci fermiamo per un attimo di preghiera o mentre la ascoltiamo nella celebrazione dell’Eucarestia, di imparare ad essere luce spendendosi per gli altri. Preghiamo perché questa Quaresima non ci veda inoperosi, ma radicati nel bene da compiere nel nome di Cristo. Il credente fa questo con gioia e certo della ricompensa che lo attende presso il Padre.

2023-04-01T17:07:52+02:00