Sabato 29 aprile

Settimana della 3 domenica di Pasqua – sabato

La spiritualità di questo giorno 

Più che altro vorrei che tutti condividessimo una domanda: come ha fatto Santa Caterina a fare quello che ha fatto nella sua epoca? Come ha potuto una donna, “illitterata”, a cavallo tra il 1200 e il 1300, andare in giro per mezza Europa, incontrare principi e papi, diventare ambasciatrice di città, diventare punto di riferimento per molte persone, anche per molti semplici, che volevano fare un serio cammino di fede? Come ha potuto fare tutto questo?

La Parola di questo giorno

LETTURA 1Gv 1, 5 – 2, 2
Lettura della prima lettera di san Giovanni apostolo

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Oppure:
LETTURA AGIOGRAFICA
Vita di santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa

Caterina nacque a Siena nel 1347. Volendo fin da fanciulla consacrare a Dio la sua verginità, ottenne di portare l’abito domenicano del Terz’Ordine, ossia delle Mantellate laiche. Durante la sua vita praticò grandi mortificazioni e penitenze corporali, talvolta nutrendosi solo della comunione eucaristica. Il suo nome divenne in breve così celebre e venerato, che da ogni parte le venivano portati malati e persone sofferenti nel corpo e nell’anima, che traevano da lei profondo conforto. Mentre si trovava a Pisa, una domenica, dopo aver ricevuto l’eucaristia vide il Signore crocifisso accostarsi a lei in una grande luce e cinque raggi partire dalle ferite del corpo divino per raggiungere in cinque punti il suo corpo. Comprendendo subito il misterioso significato di quella visione, Caterina pregò il Signore di non far apparire le ferite. Subito i raggi mutarono il loro colore sanguigno in uno splendore meraviglioso, e raggiunsero sotto forma di luce purissima le mani, i piedi e il cuore di Caterina, provocandole un dolore sensibile e intenso. Quest’umile vergine, assolutamente illetterata, era in grado di rispondere a complesse questioni dottrinali, che le venivano sottoposte da eminenti teologi. Nessuno l’accostò senza sentirsi migliore. Spense l’odio di molti e compose inimicizie mortali. Per ottenere la pace ai Fiorentini – colpiti da interdetto ecclesiastico per opposizione alla Sede Apostolica – si recò ad Avignone presso Papa Gregorio XI, al quale mostrò anche di conoscere per divina rivelazione il voto fatto dal medesimo, e a Dio solo noto, di tornare a Roma. E il Pontefice, anche per l’intervento di Caterina, decise di ritornare a prendere personalmente possesso della sua sede di Roma come realmente fece. Lo stesso Gregorio e il suo successore Urbano VI ebbero tale stima di Caterina da affidarle ripetute ambasciate. Si mostrò sempre donna forte e dolce, desiderosa del bene delle anime, impegnata nella ricerca della pace del popolo cristiano e preoccupata dell’unità della Chiesa. Morì nel 1380, a soli 33 anni di età, ricca di ogni virtù e del dono della profezia, e dopo aver operato grandi miracoli. Fu canonizzata da papa Pio II nel 1461. Risale al 1939, per iniziativa di Pio XII, la sua proclamazione a patrona principale d’Italia. Per la sapienza di dottrina che scaturisce dai suoi scritti, Paolo VI nel 1970 volle fosse annoverata tra i dottori della Chiesa e nel 1999 Giovanni Paolo II la dichiarò compatrona d’Europa.

SALMO Sal 148
Con la mia vita, Signore, canto la tua lode.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere. R

I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore. R

Solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. R

EPISTOLA 1Cor 2, 1-10a
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. Tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito.

VANGELO Mt 25, 1-13
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Le risposte

Dalla vita e dalla Parola di Dio, attingiamo due risposte.

La prima è in perfetta linea con quello che abbiamo vissuto e meditato nella settimana: con la forza dell’Eucarestia. Forse anche voi siete rimasti molto colpiti da questo ideale di vita di Santa Caterina che si nutre di sola Eucarestia anche per 40 giorni. Evidentemente un miracolo per lei, che era devotissima dell’Eucarestia, una grazia del tutto particolare, che le ha permesso di vivere percorsi di fede assolutamente unici. La storia della sua anima è davvero una perla singolare nel panorama della sua epoca, ma anche nel panorama della cattolicità. Questa donna ha potuto fare tutto quello che ha fatto ed anche ottenere che il Papa tornasse in Italia, presso la sede di Pietro, perché ha creduto nella forza dell’Eucarestia, dalla quale si sentiva sempre interiormente mossa. Così la vita di Santa Caterina ci dice che l’Eucarestia fa davvero miracoli, in tutti coloro che credono.

L’altro particolare che rimane molto evidente viene dalla seconda Scrittura. Santa Caterina aveva anche una profondissima venerazione per il Crocifisso. Lei era davvero “illitterata”, come lei stessa si definisce, eppure le ore passate in preghiera davanti al Crocifisso, le hanno insegnato una sapienza che nessuno poteva avere e alla quale nessuno poteva resistere. Se principi, papi, condottieri di popolo la stavano ad ascoltare, era proprio per questa sapienza che ella emanava e che effondeva con le sue luminose intuizioni. Intuizioni che erano il frutto dello Spirito Santo che lavorava in lei, umile strumento nelle mani del Signore, che ha permesso allo Spirito di renderla quel fiore unico che noi oggi contempliamo. Santa Caterina è un “unicum” di tutta la storia della spiritualità. Per questa sua sapienza è stata riconosciuta e proclamata dottore della Chiesa e per la sua forza di amore all’Italia, patrona del nostro Paese.

Intenzioni di preghiera

Quali intenzioni di preghiera affidare a Santa Caterina?

  1. Preghiamo per i governanti, perché realmente illuminati dal desiderio di servire al bene comune, sappiano promuovere tutti quei cammini che aiutano effettivamente ed efficacemente il comune cammino di nazione che siamo chiamati a percorrere. Oggi preghiamo per tutti gli amministratori pubblici, per tutti i politici, per i quali la comunità cristiana sempre deve pregare, perché davvero il loro compito sia disinteressato e volto solo al servizio del Paese.
  2. Preghiamo per la Chiesa che Caterina ha tanto amato, perché sia sempre più lontana da quella logica di potere che, spesso, papa Francesco addita, nel suo ministero, come la perenne causa di molti mali e di molte distorsioni della missione ecclesiale.
  3. Preghiamo per il Papa, perché sia sempre interprete di quella volontà di Dio per il popolo cristiano, che serve al cammino di tutti. Preghiamo perché la sua parola e il suo esempio sappiano anche essere punto di riferimento e richiamo per molti non credenti, per molti uomini e donne di buona volontà che camminano per il mondo come segni luminosi di una presenza.
  4. Preghiamo perché noi sappiamo attingere forza da quella Eucarestia che fu la forza di Caterina stessa, insieme a quella contemplazione del Crocifisso che deve appassionare sempre ciascuno di noi.
  5. Il richiamo di Santa Caterina alla penitenza, all’ascesi, al digiuno, non sia per noi fuori tempo, qualcosa che giunge tardi rispetto alla Quaresima che abbiamo vissuto. Piuttosto ci aiuti e ci guidi a vivere bene quel richiamo penitenziale che deve sempre essere al centro della meditazione di tutti i credenti.

Chiediamo a Santa Caterina, che ha tanto amato l’Italia, di fare di noi tutti una nazione sempre più accogliente, sempre più pronta a cercare di risolvere i propri problemi anche facendosi carico dei problemi degli altri. È chiaro che, quando ci si carica dei pesi anche degli altri, si vedono le cose da un punto di vista diverso.

Santa Caterina, prega per noi!

2023-04-14T15:00:40+02:00