sabato 29 ottobre

Settimana della 1 domenica dopo la dedicazione – sabato 

Il tema del giorno

Rendere la vita segno della presenza di Dio.

Cosa significa essere presenza di Dio? Tutte le religioni e anche quella ebraica hanno dato la loro risposta.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Dt 26, 16-19
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè disse: «Oggi il Signore, tuo Dio, ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste norme. Osservale e mettile in pratica con tutto il cuore e con tutta l’anima. Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che egli sarà Dio per te, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e ascolterai la sua voce. Il Signore ti ha fatto dichiarare oggi che tu sarai il suo popolo particolare, come egli ti ha detto, ma solo se osserverai tutti i suoi comandi. Egli ti metterà, per gloria, rinomanza e splendore, sopra tutte le nazioni che ha fatto e tu sarai un popolo consacrato al Signore, tuo Dio, come egli ha promesso».

SALMO Sal 97 (98)

Acclamate al Signore, nostro re.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani. R

Esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R

EPISTOLA Rm 12, 1-3
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato.

VANGELO Mt 16, 24-27
 Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Deuteronomio

Ne è prova il libro del Deuteronomio. Il Primo Testamento ci ha detto che, per gli antichi ebrei, conformarsi a Cristo significava, soprattutto, vivere la legge di Mosè, mettere in pratica quelli che erano ritenuti i comandamenti di Dio. In realtà sappiamo che dai comandamenti di Dio gli ebrei avevano tratto poi tutta una serie di insegnamenti molto importanti e precisi, per altro anche molto lunghi. Per il pio ebreo era sufficiente mettere in pratica queste norme per vivere come presenza di Dio nel mondo, come richiamo alla fede.  Solo una prima risposta del mondo della fede. Forse la più semplice!

Vangelo

La lezione del Vangelo è molto più complicata. Non si tratta, infatti, di mettere in pratica norme. Non si tratta di mettere in pratica precetti. Non si tratta di seguire cose imparate a memoria. Si tratta di meditare continuamente sul mistero di Dio e di imparare dal Crocifisso a vivere come lui. Una vita che viene spesa seguendo Cristo, come abbiamo sentito anche nelle pagine che hanno illuminato questa settimana, è crocifiggente.  Gesù dice chiaramente che occorre “perdere la vita”. Perdere la vita, cioè spenderla nella donazione generosa, nel servizio premuroso, nella costante ricerca di Dio. Queste sono le cose che contano. Queste sono le cose a cui un cristiano non rinuncia. Vivere la fede non è questione di norme, principi, precetti imparati a memoria. È molto più semplice mettere in pratica un precetto, una norma che non meditare continuamente sulla Croce del Signore e vivere di conseguenza!

Romani

Così come San Paolo ci ha ricordato che non è questione di precetti e norme, lui che pure li conosceva bene e avrebbe potuto snocciolarli uno ad uno a memoria! È questione di mentalità! È questione di cuore! È questione di attenzioni! Vivere la fede, dare prova a tutti della propria fede, vivere i valori che vengono dal Vangelo, significa non volersi conformare alla mentalità di questo secolo. Ecco chi è l’uomo che diventa richiamo e, al tempo stesso, presenza di Dio. L’uomo che non conforma la sua mentalità al secolo presente, l’uomo che non pensa come pensano gli altri, l’uomo che non vive come vivono tutti. È un’idea che noi possiamo anche condividere a parole, ma che facciamo veramente molta fatica a mettere in pratica nei comportamenti abituali.

Intenzioni di preghiera

  1. Preghiamo per noi. Siamo alla vigilia della festa dei Santi, della commemorazione dei fedeli defunti. Siamo in un momento molto particolare dell’anno liturgico perché possiamo fare non solo memoria dei nostri cari ma, come abbiamo meditato in tutti i giorni di questa settimana, possiamo realmente pensare alla vita eterna, alla comunione con Dio, alla vita in Cristo. Preghiamo, anzitutto, perché possiamo vivere con impegno rinnovato i giorni che abbiamo davanti e perché possiamo attingere quella luce di grazia che viene da ciascuno di essi.
  2. Preghiamo per la Chiesa. Preghiamo perché, rinnovandosi i giorni nei quali possiamo parlare di vita eterna, di risurrezione delle anime e dei corpi, la Chiesa possa far sentire quella voce di speranza che deve essere in ciascuno di noi. Preghiamo perché non ci manchi la forza per vivere bene questi momenti che ci portano ai misteri centrali della nostra fede. Chiediamo al Signore forza per testimoniare a tutti e senza esitazioni il nostro credo.
  3. Preghiamo per avere desiderio di incontrare di nuovo i nostri cari nella vita eterna. Preghiamo infine per noi tutti, perché impariamo a non desiderare solo di ricordare i nostri cari, ma preghiamo perché abbiamo il vivo e forte desiderio di incontrarli di nuovo nella vita eterna. Preghiamo perché possiamo sentirci incamminati verso questa meta. Preghiamo perché impariamo a dire a tutti che questo è l’esito della vita cristiana e che non dovremmo guardare ad altro che a questo. Il Signore ci guidi con la sua parola a vivere bene queste preghiere perché siamo pronti e forti nel momento in cui tutte queste cose dovranno essere messe in atto e non solo professate a voce.
2022-10-18T15:52:01+02:00