martedì 29 novembre

Settimana della 2 domenica di Avvento – martedì 

La spiritualità di Avvento per questo giorno

Desidererei che anche oggi riflettessimo sulla Parola di Dio a partire dallo slogan della settimana “ricordati cosa ho fatto di te”. Solo riconoscendo il dono che il Signore mette nelle nostre povere mani, riusciremo a custodire il mistero della persona che siamo.

La Parola di Dio per questo giorno

GEREMIA 3, 6a; 5, 25-31
Lettura del profeta Geremia

In quei giorni. Il Signore mi disse: «Le vostre iniquità hanno sconvolto quest’ordine e i vostri peccati tengono lontano da voi il benessere; poiché tra il mio popolo si trovano malvagi, che spiano come cacciatori in agguato, pongono trappole per prendere uomini. Come una gabbia piena di uccelli, così le loro case sono piene di inganni; perciò diventano grandi e ricchi. Sono grassi e pingui, oltrepassano i limiti del male; non difendono la causa, non si curano della causa dell’orfano, non difendono i diritti dei poveri. Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi? Cose spaventose e orribili avvengono nella terra: i profeti profetizzano menzogna e i sacerdoti governano al loro cenno, e il mio popolo ne è contento. Che cosa farete quando verrà la fine?».

SALMO Sal 102 (103)

Allontana da noi le nostre colpe, Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R

Quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe. R

Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere. R

PROFETI Zc 6, 9-15
Lettura del profeta Zaccaria

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Prendi fra i deportati, fra quelli di Cheldài, di Tobia e di Iedaià, oro e argento e va’ nel medesimo giorno a casa di Giosia, figlio di Sofonia, che è ritornato da Babilonia. Prendi quell’argento e quell’oro e ne farai una corona che porrai sul capo di Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote. Gli riferirai: Dice il Signore degli eserciti: Ecco un uomo che si chiama Germoglio: fiorirà dove si trova e ricostruirà il tempio del Signore. Sì, egli ricostruirà il tempio del Signore, egli riceverà la gloria, egli siederà da sovrano sul suo trono. Un sacerdote siederà sul suo trono e fra i due regnerà una pace perfetta. La corona resterà come gradito memoriale nel tempio del Signore, in onore di Cheldài, Tobia, Iedaià e in onore del figlio di Sofonia. Anche da lontano verranno a riedificare il tempio del Signore. Così riconoscerete che il Signore degli eserciti mi ha inviato a voi. Ciò avverrà, se ascolterete la voce del Signore, vostro Dio».

VANGELO Mt 15, 1-9
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono al Signore Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? Dio ha detto: “Onora il padre e la madre” e inoltre: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”».

Geremia

La visione di oggi ci parla della gabbia piena di uccelli. Una visione classica, che anche molti di noi hanno in mente. Certo per il pio ebreo di quel tempo era una scena abituale al mercato o quando si entrava nel tempio, dove era possibile comprare gli animali per il sacrificio. Il profeta prende spunto da questa immagine per dire che come al mercato si vedono gabbie piene di uccelli, così il Signore vede uomini intenti al male. Tutti sono dediti al male. Con una parola fortissima e di aspra critica il profeta dice che non si salva nessuno, nemmeno l’uomo politico, che dovrebbe occuparsi del bene della nazione e nemmeno l’uomo religioso, che dovrebbe vivere la santità del tempio. Una requisitoria durissima, che ci ha fatto comprendere che tutti cercano solamente di stare bene, di arricchirsi, di guardare al proprio tornaconto personale, senza tenere conto di oltrepassare i limiti del male. Tutti ledono il diritto dei poveri, senza preoccuparsene. Anzi, non si tiene più conto del povero e nemmeno dell’orfano, le due categorie più fragili e meno tutelate del tempo. Una requisitoria durissima che conclude con una domanda: “cosa farete quando verrà la fine?”. Esortazione che vorrebbe far riprendere a ciascuno la propria vita in mano, per decidere cosa arricchisce veramente e cosa, invece, impoverisce l’uomo.

Zaccaria

La visione della corona è al centro della profezia di Zaccaria. Una storia commovente, se vogliamo. Al profeta che sta vedendo il tempo del ritorno dall’esilio, Dio comanda di fabbricare, con l’oro che si riesce a racimolare, una corona che deve essere per Germoglio, cioè per quell’uomo sul quale cadono ormai le speranze di Israele. Non invano. Il suo tempo sarà tempo di pace, tempo di ricostruzione della città di Gerusalemme, tempo di ricostruzione, soprattutto, del tempio. “La corona rimarrà”, diceva infine il profeta, per essere monito per tutte le generazioni successive. Monito di cosa accade quando ci si allontana da Dio, monito di cosa fa Dio anche quando il popolo lo dimentica e, immerso nei suoi peccati, continua il proprio cammino incurante della propria condotta di vita. Una profezia molto concreta. Parla di re, parla di sommi sacerdoti che, finalmente, prenderanno in mano la situazione sia politica che religiosa di Israele. Come sempre la profezia non è solo storica ma, essendo parola di Dio, vale per tutti i tempi. Al di là delle vicende storiche del popolo santo, queste parole ci ricordano che il vero Germoglio è il Signore Gesù e che il suo regno non sarà politico, ma spirituale: regno di anime. Sarà Gesù, il vero Germoglio, a ricondurre tutte le genti a Dio, il Padre di tutti.

Vangelo

Il Vangelo pone l’accento sui segni della tradizione. Gli ebrei, ancora oggi e saggiamente, sono molto attenti ai segni della tradizione, per cui cercano di vivere tutti i segni interni alla famiglia, con grandissima attenzione. Gesù pone una domanda: questi segni sono rispettati perché sanno parlare di Dio? Questi segni servono ad incontrare il Signore o diventano segni della tradizione fini a sé stessi? Lasciando percepire che il segno ha una rilevanza grandissima se diventa strumento per giungere a Dio, ma diventa anche impedimento di grande peso se non si guarda alla realtà sottesa al segno. Il problema è intrinseco a tutte le fedi, perché tutte le religioni e tutte le liturgie utilizzano dei segni, occorre sempre vigilare perché il segno resti veramente tale e perché non ci siano devianze pericolose, o modi di fare che sminuiscono il segno e non rendono nemmeno più percepibile il suo senso. Quando questo accade, si “insegnano dottrine che sono solo precetti degli uomini”, il che diventa pericoloso oltre che insensato.

Il nostro cammino alla luce di queste immagini

Il nostro cammino a che punto è? Il nostro cammino a che punto si trova? Credo che questi interrogativi possano permetterci di fare il punto della situazione, perché ci aiutano a capire che Avvento potrebbe essere il momento propizio per rimettere al centro il valore dei segni. Anche noi, nella nostra società utilizziamo segni importanti, come quello che ci ha proposto Zaccaria, la corona. Quest’anno abbiamo visto come non solo ci siano popoli dove la corona è segno di appartenenza, unione, orgoglio nazionale, ma anche popoli che ammirano una istituzione antica ma sempre moderna. Altri segni, evidentemente, cambiano. I segni cambiano secondo i tempi. Anche noi, in Avvento utilizziamo molti segni, dai colori alla corona di luce; dai segni della festa imminente, al presepe, all’albero… la domanda è davvero se questi segni ci aiutano o no! Spero che nelle vostre famiglie venga realizzato il grande segno di questo tempo: il presepe. Questo segno deve essere onorato come segno di preghiera, come richiamo alla natività del Signore, non certo come soprammobile ingombrante! Diamo valore ai segni: accrescerà la nostra fede.

Intenzioni di preghiera

Preghiamo per noi, per valorizzare il cammino di fede attraverso i segni che ci vengono proposti o che liberamente scegliamo. Chiediamo al Signore questa saggezza di fede. Ne va dell’intelligenza del nostro cammino.

Preghiamo, oggi, anche per chi tiene in mano le sorti dei popoli, perché davvero ci sia una conversione di tutti alla causa della pace, della solidarietà, del servizio all’umanità.

Preghiamo perché ci sia rispetto per i poveri, attenzione alle categorie più disagiate. Ne va della fortezza di questo cammino di Avvento e, più in generale, del nostro cammino di fede.

2023-02-03T17:55:12+01:00