Mercoledì 30 giugno

Settimana della 5 domenica dopo Pentecoste – Mercoledì

Deuteronomio

Dt 27, 9-26
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè e i sacerdoti leviti dissero a tutto Israele: «Fa’ silenzio e ascolta, Israele! Oggi sei divenuto il popolo del Signore, tuo Dio. Obbedirai quindi alla voce del Signore, tuo Dio, e metterai in pratica i suoi comandi e le sue leggi che oggi ti do». In quello stesso giorno Mosè diede quest’ordine al popolo: «Ecco quelli che, una volta attraversato il Giordano, staranno sul monte Garizìm per benedire il popolo: Simeone, Levi, Giuda, Ìssacar, Giuseppe e Beniamino; ecco quelli che staranno sul monte Ebal per pronunciare la maledizione: Ruben, Gad, Aser, Zàbulon, Dan e Nèftali. I leviti prenderanno la parola e diranno ad alta voce a tutti gli Israeliti: “Maledetto l’uomo che fa un’immagine scolpita o di metallo fuso, abominio per il Signore, lavoro di mano d’artefice, e la pone in luogo occulto!”. Tutto il popolo risponderà e dirà: “Amen”. “Maledetto chi maltratta il padre e la madre!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. [“Maledetto chi sposta i confini del suo prossimo!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi fa smarrire il cammino al cieco!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi lede il diritto del forestiero, dell’orfano e della vedova!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi si unisce con la moglie del padre, perché solleva il lembo del mantello del padre!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi giace con qualsiasi bestia!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi giace con la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi giace con la suocera!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi colpisce il suo prossimo in segreto!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi accetta un regalo per condannare a morte un innocente!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”.] “Maledetto chi non mantiene in vigore le parole di questa legge, per metterle in pratica!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”».

Israele, fa’ silenzio e ascolta!”. La fede di Israele, da sempre, si posa tutta sulla dimensione dell’ascolto che nasce dal silenzio. “Ascolta” è la prima richiesta di fede rivolta ad Abramo. L’ascolto è la forma prima di ogni fede. La Scrittura lo sa e continua a dircelo, quasi che, per l’uomo, sia sempre difficilissimo ascoltare e far nascere, dal proprio ascolto, la fede.

Mosè stesso ne era profondamente convinto. La sua stessa fede nasce dall’ascolto. L’ascolto del roveto ardente, ma anche l’ascolto che, nel silenzio del deserto, aveva plasmato, per anni, la fede di Mosè. Ecco perché egli stesso raccomanda al suo popolo di ascoltare. Ascolto che si deve necessariamente trasformare in decisione di seguire il Signore, pena la maledizione. Se avete sentito bene tutte le maledizioni che erano pronunciate nella Scrittura di oggi, riguardavano tutti i capitoli fondamentali della vita dell’uomo e tutti legati al rispetto. Rispetto della famiglia, rispetto delle relazioni, rispetto delle cose degli altri, rispetto della dignità umana. È il rispetto di tutto la traduzione pratica di quella dimensione di ascolto dalla quale nasce la fede. Quando uno ascolta la voce di Dio poi si rende disponibile a rispettare ogni uomo e ogni cosa dell’uomo. Quando uno ha fede, poi, rispetta, sopra ogni cosa la dignità dell’uomo, astenendosi da ogni cosa che la possa ferire o rovinare.

Nel linguaggio del Primo Testamento Mosè fa pronunciare a tutti una “maledizione” per chi non segue queste regole di vita. È un linguaggio molto forte, che serve a ricordare che l’uomo che non ha fede e che non è in grado di rispettare la vita e il vivere sociale degli uomini, non rispetta ciò che Dio ha creato, voluto, sostenuto per l’uomo. Ecco perché costui è “maledetto”: perché è lontano da Dio.

Vangelo

Lc 8, 19-21
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Andarono dal Signore Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Questa è anche la trama del Vangelo, che, al contrario del Primo Testamento, parla in positivo. Gesù, che confida sempre nella forza di bene che è nel segreto del cuore di ogni uomo, vede in ciascuno la possibilità di udire ma anche di mettere in pratica la Sua Parola. Per tutti costoro il Signore riserva una lode: essi sono come fratelli, sorelle, madri, cioè come uno di famiglia. Potremmo anche dire: tutti gli uomini che vogliono conoscere la Parola del Signore, tutti coloro che vogliono ascoltarla e viverla, si stringono in una relazione molto intima con il Signore. Questa relazione è ciò che permette a ciascuno di vivere da figlio, come è nel piano della creazione. Per stare al linguaggio di ieri, tutti costoro sono terreni che portano frutto, secondo quello che è concesso a ciascuno.

L’esempio è Maria, che trattenendo la Parola nel cuore e meditandola di continuo, è costituita in una relazione intimissima con Dio, nella quale la Parola si fa carne. La sua relazione di maternità con il Signore non solo è dono grande ed inaudito, ma è anche il frutto di una disponibilità che la beata Vergine Maria aveva coltivato in sé ben prima dell’annunciazione. È proprio per questo suo trattenere, meditare, custodire la Parola che ella viene scelta come la Madre del Verbo che si fa carne.

Per noi

  • Custodiamo la Parola di Dio?
  • Rispettiamo e onoriamo la dignità di ogni uomo?

Rispettare la dignità dell’uomo dovrebbe essere prerogativa di tutti gli uomini. Il cristiano lo fa con una luce differente. Egli osserva l’umanità e rispetta la dignità di ciascuno non solo perché scopre in essi fratelli e sorelle in umanità, ma perché vede in ciascun uomo una creatura per la quale Cristo è morto e risorto. Inoltre per il cristiano il rispetto della dignità dell’uomo è l’unica forma possibile per tradurre in impegno quotidiano quella Parola che entra nel cuore e rischiara la vita. Ecco perché per noi tutti dovrebbe essere naturale il rispetto della dignità umana: perché noi ascoltiamo e custodiamo la Parola! Forse tutto questo sarà anche uno sforzo. La fede comporta sempre una certa fatica. Facciamola con gioia e volentieri perché è anche passando attraverso queste cose che rendiamo la nostra relazione con Dio sempre più forte e sempre più vera.

2021-06-26T09:53:30+02:00