Settimana della 3 domenica di Avvento – Martedì – Sant’Andrea
Le sorprese di Dio non finiscono mai!
La Parola di Dio per questo giorno
Lettura del primo libro dei Re19, 19b-21
In quei giorni.
Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.
Epistola
Lettera di san Paolo apostolo agli Gàlati 1, 8-12
Fratelli, se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo! Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Matteo 4, 18-22
In quel tempo. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, il Signore Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
La sorpresa di piacere a Dio
Chissà cosa pensava Sant’Andrea, quando era solo Andrea e quando si divideva tra la casa, la barca, i paesi intorno al lago. Chissà a chi voleva piacere. Ai suoi? Certo, l’avrà fatto senz’altro, perché ogni figlio cerca di piacere ai suoi genitori. A suo fratello? Ai suoi soci? Certo sì. C’era anche questo: far vedere che si era capaci di lavorare, che si valeva, che si avevano le caratteristiche di un buon pescatore… c’è da scommetterci che Andrea abbia voluto dare l’esempio e, magari, anche cercare di primeggiare un po’ tra il fratello Pietro e i figli di Zebedeo, sempre pronti ad attaccar lite. Certo poi, quel giorno, avrà voluto piacere al Signore. Lo si sapeva: era uomo di fede. Era un uomo che aveva già saputo seguire Giovanni il Battista. Non certo uno che si accontentava di andare in sinagoga qualche volta, piuttosto un uomo che aveva saputo seriamente interrogarsi sul mistero di Dio, sul suo apparire tra gli uomini, sul suo ricompensare coloro che si affidavano a lui. Così quel giorno, Andrea deve aver pensato che era giusto cercare di piacere a Dio mettendosi a servizio di quel maestro. Certo non avrà capito, e con lui Pietro, Giacomo e Giovanni, cosa avrebbe poi significato diventare “pescatori di uomini”, ma bastava quella voce incoraggiante di Gesù e quel suo prenderli a servizio.
Così come poi, nel resto della vita, Andrea è andato evangelizzando fino al giorno della sua morte. Proprio per non aver predicato un Vangelo diverso da quello di Cristo egli verrà crocifisso come il maestro. Su una croce decussata, ma condannato al medesimo patibolo. Non sappiamo che relazioni ci furono tra Andrea e Paolo. Sappiamo, però, che anche Andrea, come Paolo, non ha manifestato, non ha creduto, non ha predicato un Vangelo diverso da quello di Gesù. Sappiamo che il suo andare sulla Croce è stata garanzia della sua vocazione e della sua predicazione.
Come sappiamo che Andrea fu come Eliseo. Non sappiamo molto di loro, non scrisse niente, o, se ha scritto, non ci è arrivato. Non si è messo in mostra, ma si è dato da fare per il Vangelo, senza chiedere niente, senza dire niente, senza pretendere niente. Un umile, lui che avrebbe potuto vantare di essere il primo dei chiamati, il primo di chi ha seguito il Signore. Invece, eccolo lì, pronto a seguire la sua vocazione fino alla fine.
Anche per noi valgono queste cose. Anche noi siamo chiamati ad accettare la logica misteriosa di una vocazione. Soprattutto, anche noi, siamo chiamati a “piacere a Dio” e speriamo di essere trovati così alla fine della vita. In realtà cerchiamo di piacere alle persone, di stupirle o di sorprenderle. Forse le Scritture di oggi ci stanno chiedendo di aggiustare un poco la mira. Solo nel piacere a Dio c’è garanzia di vita eterna. Solo nel piacere a Dio c’è certezza di benedizione.
Per noi
- Sappiamo porci la domanda giusta: piacciamo a Dio?
- A chi vorremmo piacere? Chi vorremmo sempre stupire?
- Di chi avvertiamo il giudizio?
Per gli sposi e la famiglia
Penso che anche in famiglia sia così. Qualche volta sembra che dobbiamo sempre proporci, qualche volta sembra che dobbiamo stupire il coniuge, i figli, i genitori… quante volte cerchiamo, anche in famiglia, di piacere agli altri dimenticando di piacere a Dio. Forse Gesù, come anche Andrea, avranno imparato il valore di piacere a Dio proprio dalle loro mamme e nelle loro famiglie.
- Siamo in grado di trasmettere questo principio educativo a chi viene dopo di noi?
- Educhiamo ancora a piacere a Dio”?
Impegno del giorno
Poniamoci sul serio la domanda: Dio cosa pensa di me? Cosa pensa della mia vita? Guardiamoci con gli occhi di misericordia di Dio, ma anche guardiamo agli altri con i medesimi occhi di misericordia.