Settimana della 4 domenica dopo il martirio – venerdì
Il tema del giorno
Se il Signore vorrà!
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Gc 4, 13 – 5, 6
Lettura della lettera di san Giacomo apostolo
E ora a voi, fratelli, che dite: «Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni », mentre non sapete quale sarà domani la vostra vita! Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. Dovreste dire invece: «Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello». Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è iniquo. Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato. E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente. Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.
SALMO Sal 61 (62)
Tuo è il potere, Signore, e tua è la grazia.
Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio. R
Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio.
Sì, sono un soffio i figli di Adamo,
una menzogna tutti gli uomini:
tutti insieme, posti sulla bilancia,
sono più lievi di un soffio. R
Non confidate nella violenza,
non illudetevi della rapina;
alla ricchezza, anche se abbonda,
non attaccate il cuore. R
Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite:
la forza appartiene a Dio,
tua è la fedeltà, Signore;
secondo le sue opere
tu ripaghi ogni uomo. R
VANGELO Lc 20, 1-8
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Mentre il Signore Gesù istruiva il popolo nel tempio e annunciava il Vangelo, sopraggiunsero i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo: «Spiegaci con quale autorità fai queste cose o chi è che ti ha dato questa autorità». E Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una domanda. Ditemi: il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?». Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”. Se invece diciamo: “Dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta». Risposero quindi di non saperlo. E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Giacomo
Mi sembra che il tema di oggi sia davvero distante dal nostro modo di fare, credere, pensare. Noi tutti siamo dei calcolatori, stendiamo piani, programmiamo agende, pensiamo come gestire il nostro tempo libero. Tutto dipende dalla nostra volontà! Non diciamo mai: se il Signore vorrà! San Giacomo ci insegna a rimetterci nelle mani di Dio e a gustare il senso della provvidenza. Sarebbe ipocrita, ci diceva l’apostolo, pensare di gestire la vita come vogliamo, pianificare come desideriamo, per poi dire: “se il Signore vorrà” ma rispetto ai nostri piani. L’atteggiamento della fede è quello di chi mette la sua sicurezza nel Signore e, di fronte alle cose della vita, si consegna a Dio dicendo: “se il Signore vorrà”. Non a caso il brano di oggi contiene anche un’ulteriore dura requisitoria rispetto alla ricchezza. Giacomo è ben consapevole di questo: quando si è nell’abbondanza si è più pronti a pianificare, pensare come gestire le cose, progettare il futuro… e ci si rimette sempre meno nelle mani di Dio. Per rimettersi nelle mani di Dio con verità occorre un atteggiamento di povertà. È il povero colui che sa cogliere cosa la provvidenza propone, è il povero che sa rimettersi nelle mani di Dio con semplicità, è il povero che sa adorare il Signore con quella pace del cuore che rende poi possibile ogni cosa.
Vangelo
Anche il Vangelo insisteva sulla medesima raccomandazione. Gesù ha di fronte persone che calcolano, che decidono come rispondere alle sue domande in base alla convenienza che potrebbe derivare dalle loro risposte. Sono persone che non si domandano cosa Dio abbia da dire all’uomo attraverso i suoi segni. Segno per eccellenza è il profeta, in questo caso Giovanni il Battista. La gente che ha di fronte Gesù non si domanda affatto cosa Giovanni abbia rappresentato per tutto il popolo di Israele e, più in generale per la storia della salvezza. Ciascuno è preso dal calcolo politico, si cercano risposte che non scontentino nessuno… Così si scontenta proprio il Signore che, di fronte agli abili calcoli dei suoi interlocutori se ne va, non provoca ulteriormente e nemmeno accetta di proseguire il discorso. Quando Dio trova le porte chiuse, egli rispetta la decisione degli uomini. Non può forzare la libertà. Ma nemmeno può concedere la sua grazia nella misura che vorrebbe. Dove il calcolo sostituisce la fiducia in Dio, non c’è spazio per nessuna forma di benedizione.
Intenzioni di preghiera
Alcune intenzioni di preghiera.
- Preghiamo per imparare a confidare nella potente provvidenza di Dio. La prima cosa da chiedere nella preghiera di oggi è una pronta conversione del nostro cuore, perché noi tutti impariamo a non essere solo degli abili calcolatori, ma uomini e donne che sanno dire con verità e con profonda fede: “se il Signore vorrà”. Chiediamo al Signore di farci conoscere la sua volontà e non di benedire il nostro pensiero. Solo così saremo veramente liberi e pronti ad aderire a ciò che la sua provvidente ed amorevole cura propone.
- Preghiamo per non essere mediocri. Stare nel mezzo per scelta è diverso dall’essere prudenti. Non rispondere è diverso dall’essere rispettosi. Non dire cosa realmente si pensa è differente dall’essere attenti a come ci si esprime. Preghiamo per noi, per non essere dei cristiani mediocri. Preghiamo perché sappiamo prendere le nostre decisioni, le nostre scelte e sappiamo sostenerle. Preghiamo perché sappiamo fare la nostra parte, perché sappiamo prendere la nostra forte e chiara decisione. Ne va della nostra correttezza e del nostro essere cristiani credibili e non solo “politicamente corretti”.
- Preghiamo per la Chiesa, perché sappia sostenere le sue decisioni. Preghiamo anche perché la Chiesa non sia solamente un organismo che punta a non offendere nessuno per essere rispettosa di tutti! Preghiamo perché la Chiesa sappia prendere con coraggio le decisioni che occorre prendere in questo tempo per vivere il vangelo. Preghiamo perché i pastori siano illuminati nelle loro scelte e sappiano sempre sostenerle con la loro preghiera e con la loro vita spirituale.
Ci affidiamo a San Girolamo. Non aveva un bel carattere! Ha litigato con tutti quelli con cui poteva litigare! Ma è sempre stato chiaro, preciso, leale. Doti che tutti noi dovremmo ammirare e imitare. Anche quando si rovinano le relazioni per sostenere la Verità!