Martedì 31 maggio

Settimana della 7 domenica di Pasqua – martedì – visitazione della Beata Vergine Maria

Oggi concludiamo il mese di maggio e viviamo la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria. Un giorno del tutto singolare, per la nostra fede e la nostra devozione. Anche oggi, le letture proprie di questo giorno ci aiutano ad entrare nella spiritualità di questa festa e ci aiutano a proseguire la nostra novena allo Spirito Santo.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Ct 2, 8-14
Lettura del Cantico dei Cantici

Una voce! L’amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. L’amato mio somiglia a una gazzella o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia dalle inferriate. Ora l’amato mio prende a dirmi: «Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico sta maturando i primi frutti e le viti in fiore spandono profumo. Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole».

SALMO Sal 44 (45)

La tua visita, Signore, ci colma di gioia.

Liete parole mi sgorgano dal cuore:
io proclamo al re il mio poema,
la mia lingua è come stilo di scriba veloce. R

O prode, avanza trionfante,
cavalca per la causa della verità,
della mitezza e della giustizia. R

Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne,
a te sono presentate in gioia ed esultanza. R

Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.
Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni;
così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. R

EPISTOLA Rm 8, 3-13
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito. Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.

VANGELO Lc 1, 39-56
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Romani

Fratelli, ciò che era impossibile alla legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile mandando il suo Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato…”. Le parole di San Paolo ci introducono sia alla comprensione maggiore di questa festa, sia ad una più profonda preghiera in questa novena di Pentecoste. Paolo comprende che la “carne”, cioè la vita umana così come si dà agli uomini, è tutta pervasa dalla dinamica del peccato. Cosa salva da questa dinamica? Cosa salva da questo essere votati alla morte? Solo lo Spirito di Dio, che apre alla comprensione del mistero di Dio e, quindi, permette di vivere non come vuole la “carne”, ma come indica lo Spirito. San Paolo è molto affezionato a questo dualismo carne/spirito, per richiamare l’attenzione al fatto che il credente non può vivere come tutti gli altri. Egli è chiamato a ben altra vocazione, la sua vita è vita che deve essere sempre pronta a seguire lo Spirito di Dio. Di qui l’affermazione: “quelli che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli che vivono secondo lo Spirito verso ciò che è spirituale”. Parole che ci aiutano a discernere e a comprendere la vita di molti. Perché molti non comprendono le verità della fede? Perché nel loro comportamento mostrano di vivere secondo una logica che non è quella dei credenti? Appunto perché tendono a ciò che è carnale e non a ciò che è spirituale, ovvero a ciò che soddisfa nell’immediato e non permette di guardare oltre, verso ciò che è eterno e che dura per sempre.  “Ora la carne tende alla morte, mentre lo Spirito alla vita e alla pace”. Anche questa verità è di facile comprensione. La vita in Dio porta ogni anima alla “pace”, a quella pace interiore che diventa non solo un impegno, ma anche il segno della conformità alla vita in Dio che, pian piano, l’anima produce. “Se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete”. San Paolo, infine, ricorda che la vita nello Spirito è anche un impegno e non solo una grazia. O meglio, alla grazia deve corrispondere l’impegno. Lo Spirito è donato a tutti. Coloro che ne hanno la consapevolezza e coloro che si comportano in modo da far fruttare lo Spirito che viene loro dato, ne otterranno maggiori frutti. Chi non vive alcuna forma di impegno cristiano, non può certamente comprendere a quale pace è chiamato l’uomo che si fida di Dio.

Vangelo

Questo è esattamente quello che vediamo raccontato nel Vangelo di oggi. L’opera di Maria è anzitutto un’opera umana: una vicinanza umana, da donna, alla anziana parente che, come lei, attende un figlio. Eppure questa visita non è solo un fatto umano, non è solo una cortesia, non è solamente una espressione, pur nobile, di carità. Maria si reca da Elisabetta a motivo della sua fede, a motivo di quella fede nella quale l’angelo, all’annunciazione, ha radicato il Verbo di Dio che si fa carne. Così il rimanere alcuni mesi nella casa di Zaccaria non è solo un motivo di servizio della Vergine rispetto alla cugina, ma è una possibilità di comunicare, nella fede, quello che sta avvenendo nel cuore dell’una e dell’altra. Motivo, questo, per capire in che cosa consiste l’opera di Dio. Motivo per lodare Dio per i suoi benefici. Motivo per affidarsi allo Spirito Santo, che sta conducendo la vita dell’una e dell’altra, l’esperienza di fede dell’una e dell’altra. Ecco perché Maria intonerà poi il suo inno di lode a Dio che, agendo nel segreto dei cuori, opera per la salvezza ed attira tutti a sé.

Per noi

Oggi, tra i giorni della novena, è un giorno particolare, per la fede, per la devozione che vogliamo dare a Maria. È anzitutto in lei che vediamo all’opera lo Spirito di Dio. È in lei che vediamo la verità delle parole che San Paolo ha poi espresso nella lettera ai Romani. È in lei che lo Spirito opera per la verità e per la vita. È in lei che lo Spirito mostra come chi ama Dio, riempie del suo Spirito ogni opera. La visitazione ci ricorda questo: un’opera umana, come è la visita di una persona più anziana in un momento di bisogno, riempita dello Spirito di Dio, diventa un’opera eterna. Eterna perché l’amore degli uomini, inserito in Dio, diventa tale. Eterna, poi, perché diventa opera non solo di carità ma di fede. Ecco cosa lo Spirito opera quando gli uomini si consegnano a Lui.

Questa rilettura ci permette di capire che anche per noi è così: ci sono alcune opere che ci immettono più intimamente nel mistero dell’eternità perché noi, con il nostro amore, ci consegniamo a Dio, anche quando non abbiamo la consapevolezza che tutto ciò stia accadendo. Sperimentiamo, però, anche l’altra dinamica. Quando noi non ci mettiamo a comprendere l’opera di Dio, quando noi viviamo “secondo la carne”, cioè pensiamo solo ai nostri interessi, noi ci chiudiamo all’opera di Dio e ci sottraiamo a quella manifestazione di amore che potrebbe, invece, riempire tutta la vita. Alla Vergine Santa, in questa chiusura del mese di maggio, chiediamo questa grazia particolare per essere noi per primi, coloro che, per lo meno, tentano di vivere secondo lo Spirito e non secondo la carne.

2022-05-27T07:06:20+02:00