Venerdì 31 dicembre

Ottava del Natale – 7° giorno 

Per introdurci

Concludiamo questi giorni dell’ottava del Natale scegliendo ancora di commentare le parole dell’Epistola, rilette alla luce di questo giorno che conclude l’anno civile.

Michea

Mi 5, 2-4a
Lettura del profeta Michea

In quei giorni. Il Signore parlò a Michea dicendo: «Dio li metterà in potere altrui fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!».

Galati

Gal 1, 1-5
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati al fine di strapparci da questo mondo malvagio, secondo la volontà di Dio e Padre nostro, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Vangelo

Lc 2, 33-35
✠ Lettura del vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il padre e la madre del Signore Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Galati

Come si vede le parole di Paolo sono una lode a Dio Padre. Oggi è giorno di lode. Di per sé ogni giorno è un giorno di lode, ogni giorno c’è qualcosa per cui ringraziare Dio, ma l’ultimo giorno di un anno è anche tempo di un bilancio, un giorno nel quale ringraziare Dio per tutto ciò che c’è stato donato.

“grazia e pace a voi da Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo che ha dato sé stesso per i nostri peccati…”. Forse quando iniziamo a leggere una lettera di San Paolo ci sembra un po’ familiare questo genere di ringraziamento. Sappiamo, più o meno, che ogni lettera si apre con parole simili. Quello di Paolo non è un atto formale. Paolo ringrazia il Signore per la comunità alla quale sta scrivendo e chiede ai credenti di quella comunità di associarsi a lui nella lode a Dio nel ringraziamento per le cose che, poi, descriverà nel corso della lettera. Nel ringraziamento della lettera ai Galati, come avete visto, c’è subito, in primissima linea, il ringraziamento a Dio che ci ha sciolto dai peccati e ci ha redenti in Cristo. È il cuore del mistero dell’Incarnazione e della Pasqua. Il motivo della venuta del Signore, rispetto alla quale stiamo entrando nella solennità dell’ottava, è la redenzione del mondo operata nella Pasqua. Quindi il primo ringraziamento da elevare a Dio non è per qualcosa di pratico, non è per qualcosa di tangibile e presente nella vita della comunità stessa, ma è per il mistero della redenzione operato in Cristo Gesù. Paolo ha sempre ben presente che questo è il primo, vero, grande dono che Dio fa all’uomo. Poi ci sono tutti gli altri, comunitari e personali, ma tutto deve essere dentro l’ottica della redenzione.

“al fine di strapparci da questo mondo malvagio”. Ovviamente le parole di Paolo intendono dire che il mondo è sempre contaminato dal mistero del male. Che risposta può dare un cristiano al mistero del male che tormenta il mondo? Un cristiano reagisce e risponde con la sua fede. Un cristiano vede sempre il bene che Dio opera nel tempo. Un cristiano non si arrende mai di fronte al male della storia, ma continua la sua opera, ben sapendo che Dio sostiene coloro che si dedicano al bene in ogni tempo, luogo, modo.

L’insegnamento della VII feria

Questa feria dell’ottava di Natale ci insegna a ringraziare Dio per ogni cosa, anche per un anno che si chiude. Abbiamo iniziato l’anno in mezzo alla pandemia, in mezzo alle restrizioni che hanno caratterizzato il Natale scorso. Poi l’anno è proseguito con alterne vicende, ma soprattutto con la novità del vaccino che ha permesso di salvare molte persone e di arginare le ondate del morbo. Non tutto è risolto. Siamo ancora alle prese con molte di queste cose, ma credo che occorra ringraziare Dio per il dono della salute, che magari abbiamo anche perso e ritrovato e, allora, il ringraziamento deve essere doppio. L’anno è stato segnato, però, dal ritorno al poter celebrare la Pasqua, il mistero centrale della nostra fede, il cuore di tutto l’anno liturgico. L’abbiamo chiamata una “Pasqua maggiore”, dopo la sospensione che necessariamente avevamo attuato nell’anno precedente. Non è mai mancato, nell’anno, per chi di noi ha voluto, il conforto dell’Eucarestia. Non abbiamo mai sospeso la possibilità del venire in chiesa, del celebrare i sacramenti, dell’accompagnare i nostri cari con la celebrazione del funerale. Insomma, molti segni che ci hanno detto che il Signore è stato vicino a noi anche in un anno così difficile. In questo scenario comune credo ci siano stati tutta una serie di doni personali, di cose belle per le quali è bene, insieme, ringraziare il Signore.

Per noi

Anche noi, allora, sentiamoci partecipi del ringraziamento di questo giorno, sentiamoci parte di quel ringraziamento che si eleva costantemente a Dio da tutta la creazione. Proviamo poi, in questo clima di preghiera, a vedere cosa ancora abbiamo da chiedere, cosa ancora abbiamo da offrire a Dio. Dio accetterà la nostra offerta e benedirà il nostro ringraziamento.

2021-12-10T18:59:03+01:00