Settimana della 4 domenica dopo l’Epifania – mercoledì – beato Andrea Carlo Ferrari
La spiritualità di questo giorno
La figura, l’opera, lo spessore spirituale, la preghiera del beato Andrea Carlo Ferrari, nostro vescovo all’inizio del secolo scorso, si sovrappongono e gettano ulteriore luce sulle Scritture che riceviamo in questo giorno.
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 33, 7-15
Lettura del libro del Siracide
Perché un giorno è più importante d’un altro, se tutta la luce dell’anno viene dal sole? È perché sono stati distinti nel pensiero del Signore, che ha diversificato le stagioni e le feste. Ha esaltato e santificato alcuni, altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari. Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere e dalla terra fu creato Adamo. Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza, ha diversificato le loro vie. Ha benedetto ed esaltato alcuni, altri ha santificato e avvicinato a sé; altri ha maledetto e umiliato e ha rovesciato dalle loro posizioni. Come argilla nelle mani del vasaio che la modella a suo piacimento, così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati e li ricompensa secondo il suo giudizio. Di fronte al male c’è il bene, di fronte alla morte c’è la vita; così di fronte all’uomo pio c’è il peccatore. Considera perciò tutte le opere dell’Altissimo: a due a due, una di fronte all’altra.
SALMO Sal 110 (111)
Il Signore ha lasciato un ricordo
delle sue meraviglie.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano. R
Il suo agire è splendido e maestoso,
la sua giustizia rimane per sempre.
Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore. R
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti. R
VANGELO Mc 6, 30-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Gli apostoli si riunirono attorno al Signore Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
L’atteggiamento di sapienza
Il primo atteggiamento di sapienza che vorrei fosse in noi oggi è quello raccomandato dal sapiente Siracide. Il sapiente chiedeva di essere pronti a vedere come non tutte le vite degli uomini siano uguali. Il Signore, diceva ancora il sapiente, ne sceglie alcuni, dona ad alcuni di avere una vita spirituale più intensa, associa a sé, nella santità, l’anima nobile di alcuni uomini. Chiede ad alcuni uomini, diceva ancora il sapiente, di essere pronti a stare davanti a Lui come fonte di intercessione, chiedendo a Dio misericordia per i peccatori.
Questa luce di sapienza si illumina proprio con la figura del cardinale Ferrari. Formato dalla pietà semplice dei genitori, rafforzato dagli studi teologici, sorretto dalla sapienza popolare che egli ha scoperto ed apprezzato nei primi anni del suo ministero, Andrea Carlo è diventato vescovo sapiente, prima a Como e, poi, a Milano, dove si è distinto per la sua sapienza. La sapienza del pastore che riforma il catechismo per meglio far conoscere la verità di Dio. La sapienza di chi cura le associazioni, le aggregazioni, l’oratorio come luogo fondamentale della pastorale per i giovani. La sapienza di chi insegna che il canto è strumento per educare alla conoscenza di Dio. Direi che tutto, nella figura nobile, alta, forte del cardinale Ferrari, ci riporta alle parole del sapiente Siracide. Di lui ricordiamo anche l’attenzione alle opere di carità e la sua particolare vicinanza ai poveri del suo tempo, sempre assistiti con lodevole premura. Ecco perché noi vediamo nel beato Andrea Carlo la figura di un intercessore potente, che sa ascoltare i nostri bisogni di oggi, avendo condiviso in tutto e per tutto quelli del suo tempo con gli uomini e le donne che ha amato, servito, custodito.
Anche nel Vangelo troviamo atteggiamenti di sapienza. La sapienza di Gesù che sa custodire i sentimenti dei suoi e vede la loro stanchezza. La sapienza del Signore, che sa indicare un luogo riservato, appartato, nel quale stare con coloro che lo stanno seguendo con forza, attenzione, gioia. La sapienza del Signore, che sa anche accogliere chi si raduna nel medesimo luogo avendo capito le sue intenzioni. La sapienza di Cristo che, nonostante la stanchezza, comunque si mette ad insegnare al popolo “molte cose” riconoscendo che, senza insegnamento, tutti sono come “pecore senza pastore”. Anche questa è stata la sapienza del beato cardinal Ferrari. Ha continuato fino all’ultimo il suo ministero, fino a quando, affetto da male incurabile, si è spento anche per la fatica dei ruoli svolti e delle molte missioni a cui ha partecipato. La sapienza di chi ha saputo guardare anche alle novità dell’inizio del secolo scorso non con sospetto, come altri suoi confratelli hanno fatto, ma con quella fiducia in Dio che muove bene ogni cosa a suo tempo. Questo brano di Vangelo prelude poi al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci che è indicazione della stessa Eucarestia.
Il nostro cammino di fede
Iniziamo oggi, con solennità, le sante quarantore. Sono giorni che noi vogliamo dedicare proprio alla contemplazione del mistero della Santa Eucarestia. Giorni nei quali vogliamo mettere al centro di ogni cosa la presenza del Signore. Come possiamo stare davanti all’Eucarestia sorretti da questa Parola di Dio?
Gustando la presenza. Gli atteggiamenti spirituali e sapienziali che ci hanno richiamato le Scritture ci dicono anzitutto questo: noi dobbiamo stare davanti all’ostia santa ed immacolata proprio con la consapevolezza che questo mistero ci attira. Il mistero dell’Eucarestia non è solo un mistero da spiegare, da cercare di comprendere… prima di tutto questo è un mistero da amare. Questi giorni devono trovarci attenti e pronti a rispondere al Signore che chiama ciascuno di noi ad essere docile alla Parola che ci viene rivelata e pronto ad accogliere il mistero.
In secondo luogo credo che dobbiamo stare davanti alla Santa Eucarestia per costruire il nostro cammino di santità. Forse non ci pensiamo mai, o non ci pensiamo abbastanza, ma è proprio vero che l’Eucarestia sostiene il nostro cammino di santificazione personale. Vorrei quindi che questi giorni fossero come una sorta di sosta per la santificazione. Non dobbiamo pensare che questa meta sia troppo alta per noi, che questo “destino” riguardi solo alcuni uomini speciali che Dio si sceglie. Questa meta è per tutti, è alla portata di ciascuno, è possibile a chiunque. Perché la santità non nasce dai meriti, ma dalla presenza di Dio che un uomo, una donna possono portare dentro di loro.
In terzo luogo vorrei che rimanessimo davanti all’Eucarestia come chi deve anche intercedere. Ho già spiegato varie volte in che cosa consiste la preghiera di intercessione. Credo che, adesso, sia il caso di viverla. Credo che tutti noi possiamo avere spazio di tempo e di ascolto presso Dio per presentare al Padre tutte le cose che ci stanno più a cuore.
Vorrei che poi ci sentissimo tutti come quelle pecore radunate dal Signore e, quindi, bisognosi del suo insegnamento. Credo che questa sia l’occasione migliore per sentirci tutti attratti dal mistero. Davanti alla Santissima Eucarestia sentiamoci tutti invitati a capire che il Signore ci parla, entra in noi, ci santifica, ci istruisce.
Intenzioni di preghiera
Chiediamo l’intercessione del beato Andrea Carlo proprio per vivere bene e con fede questi giorni santi facendo nostre le intenzioni che la Parola di Dio ci ha appena consegnato.