Settimana della 4 domenica dopo l’Epifania – martedì – San Giulio
La spiritualità di questi giorni
La sapienza di un canto. La sapienza dell’essere Chiesa.
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 39, 12-22
Lettura del libro del Siracide
Dopo aver riflettuto, parlerò ancora, sono pieno come la luna nel plenilunio. Ascoltatemi, figli santi, e crescete come una rosa che germoglia presso un torrente. Come incenso spargete buon profumo, fate sbocciare fiori come il giglio, alzate la voce e cantate insieme, benedite il Signore per tutte le sue opere. Magnificate il suo nome e proclamate la sua lode, con i canti delle labbra e con le cetre, e nella vostra acclamazione dite così: Quanto sono belle tutte le opere del Signore! Ogni suo ordine si compirà a suo tempo! Non bisogna dire: «Che cos’è questo? Perché quello?». Tutto infatti sarà esaminato a suo tempo. Alla sua parola l’acqua si arresta come una massa, a un detto della sua bocca si aprono i serbatoi delle acque. A un suo comando si realizza quanto egli vuole, e nessuno potrà sminuire la sua opera di salvezza. Le opere di ogni uomo sono davanti a lui, non è possibile nascondersi ai suoi occhi; egli guarda da un’eternità all’altra, nulla è straordinario davanti a lui. Non bisogna dire: «Che cos’è questo? Perché quello?». Tutto infatti è stato creato con uno scopo preciso. La sua benedizione si diffonde come un fiume e come un diluvio inebria la terra.
SALMO Sal 32 (33)
Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera.
Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto. R
Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni. R
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini. R
Dal trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere. R
VANGELO Mc 6, 1-6a
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
L’atteggiamento di sapienza
Lascio solo sullo sfondo la Parola di Dio che abbiamo ascoltato e prendo, come guida per questo giorno, il canto di San Giulio, patrono di questa parrocchia. Forse giudichiamo un po’ un furto il fatto che l’inno originale sia quello scritto per don Bosco. Forse consideriamo un po’ maldestra quella maestra che ebbe ad inventare le parole di questo canto popolare per San Giulio. E se, invece, non fosse stata anche questa espressione di una sapienza? La sapienza di chi educa con il canto. La sapienza che permette, in poche righe, di ricordare la vita di San Giulio che è al centro di questa giornata e ispira con la sua sapienza.
“Dall’Egina un dì lontano…”. Così inizia il canto che ci ricorda che il nostro patrono non era italiano, veniva da fuori. Venne come uomo di fede, fu accolto in una Chiesa che non era quella della sua origine. Ma non ci furono problemi, non ci furono tensioni, perché, nella fede, ogni uomo è fratello, sorella, madre del Signore, come ben sappiamo. L’esempio della Chiesa di San Giulio è l’esempio di una Chiesa unita, dove il pellegrino, l’esule, il migrante hanno pieno diritto di cittadinanza.
“Un sogno arcano ti fu guida nell’oprare…”. San Giulio ebbe un grande sogno: diffondere la fede, essere costruttore di chiese, ardere di amore per Dio. Se penso alla vita di molte persone di oggi, vedo una vita che ha perso questo orizzonte. L’orizzonte della speranza, l’orizzonte della fede, l’orizzonte delle grandi cose che si possono fare quando si ama Dio. Così si vive in modo mediocre, senza slanci, senza sogni, probabilmente anche senza grandi problemi, senza grandi rischi o grandi cadute. Ma una vita così mediocre, è davvero una vita cristiana? Non è forse vero che una vita cristiana è una vita fatta di ardore, di visioni, di futuro?
“Predicare tra le genti”. La sapienza di San Giulio è la sapienza della testimonianza e della missione. San Giulio ha testimoniato e, per questo, è diventato costruttore di chiese. Non solo di edifici, come vuole la tradizione, le famose “100 chiese in onore del Signore”. Ancor prima e ancor più importanti degli edifici sono le anime! San Giulio ha fatto questo: ha preparato anime, ha aperto cuori, ha predisposto cammini per gente che voleva imparare ad amare, per gente che aveva grandi sogni nel cuore, per gente che non ha sempre calcolato tutto, riservandosi di scoprire l’azione di Dio che guida la storia dell’uomo.
“Glorioso pellegrino”. San Giulio fu pellegrino non solo fisicamente, perché si spostò praticamente sempre, ma perché visse la vita come un pellegrinaggio. Visse la vita come un tempo da far tornare al Signore. Visse la sua esistenza animato dalla forza e dalla grazia di aderire al mistero di Dio. Visse la sua vita tutta protesa alla lode del Padre celeste. Non si occupò di altro, non testimoniò altro. La sua vita fu tutta un avvicinarsi al Signore, così che, quando avvenne l’avvicinamento definitivo, molti lo piansero, come uomo di Dio, amico fraterno, testimone indefettibile, ma lui, Giulio, visse la morte come una tappa del cammino e come l’ingresso nella vita eterna.
Ecco la sapienza del canto, che trasforma le parole in modo tale che, unite alle note, ci permettono di rileggere alla luce del Vangelo la vita del santo patrono e, soprattutto, di prenderne esempio.
Il nostro cammino di fede
“San Giulio proteggi…”. Così, nel canto, chiediamo al Santo patrono di proteggerci. Scoprendoci figli redenti, scoprendoci uomini e donne per i quali Cristo ha dato il suo sangue, anche noi preghiamo perché, sorretti dalla protezione e spronati dall’esempio di San Giulio, possiamo giungere alla medesima meta: la vita eterna.
Intenzioni di preghiera
Così anch’io suggerirei di pregare San Giulio:
San Giulio proteggi i giovani. Chiediamo anzitutto questo al Santo patrono, chiediamo che si prenda cura dei nostri figli, dei nostri ragazzi e ragazze e insegni loro il valore della fede. In un mondo dove c’è sempre meno fede, in un mondo dove tutto porta a fare a meno di Dio, San Giulio accenda il desiderio di Dio. In un mondo che si nasconde sempre da Dio, San Giulio ci ricordi che Cristo è “l’unico e necessario salvatore”.
San Giulio proteggi chi sta scegliendo lo stato di vita. Chiediamo a San Giulio di accendere amore e rispetto per la vocazione, unico modo per custodire quella fiammella di fede che deve ardere dentro di noi. Chiediamo al patrono di far avere ai nostri giovani grandi sogni, senza i quali si rischia di vivere male, senza Dio e, quindi, senza felicità.
San Giulio proteggi chi affronta la vita lontano da casa. Chiediamo a San Giulio di avere amore, rispetto, comprensione, desiderio di condivisione di vita con coloro che vengono a vivere tra noi provenendo da altre parti del mondo. È quello che è successo sempre, è quello che succede oggi e che genera non poco scontro, non poche prese di posizione, non pochi fraintendimenti. Chiediamo a San Giulio di saper sempre riconoscere in chi viene tra noi una ricchezza e un dono, umanamente e anche per la vita di fede.
San Giulio proteggi i costruttori di chiese. Non in senso fisico, ma in senso spirituale. San Giulio ha vissuto quanto oggi papa Francesco insegna e richiama: un autentico stile di sinodalità. Invochiamo questa partecipazione di tutti alla vita della Chiesa, garantiamo gli spazi necessari per questo confronto, giochiamoci, noi per primi, in un’opera di edificazione della Chiesa che parte da noi, dal nostro modo di vivere, di intendere la vita, di fare…
San Giulio proteggi i confessori della fede. Chiediamo a San Giulio di proteggere chi testimonia la fede, chi vive di fede, chi non fa altro che edificare non solo la propria anima, ma la propria Chiesa, nel nome del Signore. Chiediamo al Signore di saper far fruttare tutti i talenti che abbiamo, per vivere bene quella testimonianza che genera simpatia per i cristiani, fiducia nel loro modo di vivere, attrazione per i loro costumi.
San Giulio proteggi noi che siamo i tuoi figli redenti.
Così sia.