Lunedì 01 marzo

Settimana della seconda domenica di Quaresima – Lunedì

La “sapienza di chi custodisce gli affetti” è il secondo dei gesti di sapienza che vogliamo vivere in questa Quaresima. È un tema molto difficile, dal momento che oggi pochissimi parlano ancora di educazione morale o di educazione degli affetti. È questo un tema bellissimo e affascinante, anche se delicato. Anzitutto per noi stessi e poi in riferimento anche ai nostri giovani. Preghiamo lo Spirito perché ci aiuti, attraverso la Parola, ad illuminare questi temi.

Genesi

12, 1-7
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questa terra». Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso.

Il libro della Genesi ci mette di fronte ad un tema molto particolare: la sapienza di Abramo che sa custodire i suoi affetti anche se deve andare lontano dalla sua casa e dalla sua patria. Tutti lo sappiamo molto bene: siamo legati al luogo dove nasciamo, dove viviamo. Oggi sempre più spesso la vita ci porta a vivere altrove. I nostri giovani lo sanno molto bene: per motivi di studio o per motivi di lavoro è sempre più facile che un giovane si trasferisca altrove, spesso girando il mondo. Eppure c’è sempre un affetto del tutto unico e singolare per il luogo della propria origine, il luogo della propria nascita o della propria crescita. Abramo ha vissuto la medesima dinamica e pur dovendosi allontanare molto dalla sua origine, non ha smesso di coltivare quegli affetti e sentimenti di bene verso la “sua” terra, il “suo” mondo, i “suoi”, custodendo, al tempo stesso, i suoi affetti per quella nuova terra e per quelle nuove relazioni che Dio schiudeva davanti a lui.

Credo che sia questo un primo tema dal quale lasciarci illuminare, dal momento che anche noi siamo chiamati a reagire ai “cambiamenti” che la nostra vita impone e che non sono solo i cambiamenti “fisici” di luogo. Molti sono i cambiamenti che sono chiesti alla nostra vita da molti punti di vista. Vivere con sapienza e custodendo i propri affetti è il percorso di sapienza che l’uomo spirituale sa percorrere.

Proverbi

4, 10-18
Lettura del libro dei Proverbi

Ascolta, figlio mio, e accogli le mie parole e si moltiplicheranno gli anni della tua vita. Ti indico la via della sapienza, ti guido per i sentieri della rettitudine. Quando camminerai non saranno intralciati i tuoi passi, e se correrai, non inciamperai. Attieniti alla disciplina, non lasciarla, custodiscila, perché essa è la tua vita. Non entrare nella strada degli empi e non procedere per la via dei malvagi. Evita quella strada, non passarvi, sta’ lontano e passa oltre. Essi non dormono, se non fanno del male, non si lasciano prendere dal sonno, se non fanno cadere qualcuno; mangiano il pane dell’empietà e bevono il vino della violenza. La strada dei giusti è come la luce dell’alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio.

Ancor più bello è il tema proposto dal libro dei Proverbi, che chiama a “custodire i sentieri della rettitudine”. Il tema della custodia non è uno dei più gettonati oggi, eppure la sapienza di Israele osa riproporcelo. Custodire significa avere quella “camera del cuore” alla quale ci ha già invitato il discorso della montagna di San Matteo, nella quale custodire il rapporto con Dio Padre. Senza questo dialogo con Dio, è impossibile custodire i propri sentimenti e, tantomeno, pervenire a quella educazione degli affetti che è anche educazione alla moralità che ci viene proposta in questo esercizio quaresimale. Il libro dei Proverbi esortava, poi, a non percorrere la via dei malvagi e a disertare la via degli empi. Noi vediamo esempi di queste cose tutti i giorni, specialmente tra i giovani. Molti casi di cronaca dei nostri giorni ci parlano di una “via degli empi” che è la via di chi non sa custodire gli affetti e, per questo, si lascia andare a qualsiasi genere di vizio. Il richiamo è molto forte. L’uomo spirituale non si espone a queste tentazioni perché non cammina su queste vie. Sa che ci sono e che, comunque, sono offerte alla sua libertà, ma la custodia del cuore permette di camminare altrove.

Vangelo

Mt 5, 27-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna».

Anche il Vangelo ci permette di lavorare su questi temi, dal momento che Gesù dice apertamente che non basta il comando per porre un argine ai sentimenti negativi che portano a infrangere la fedeltà delle relazioni e specialmente del matrimonio. Non basta un divieto. Occorre un’educazione del cuore! Ecco perché il Signore invita a lavorare sulla dinamica del desiderio. In base al desiderio che si ha nel cuore si può capire che cosa vogliamo, come intendiamo impostare la relazione affettiva, cosa cerchiamo per la vita. Credo che la dinamica del desiderio sia importante in ogni età della vita. La fede ci chiede non certo di mortificare i desideri, ma di dare un ordine ad essi, di dare una priorità a ciascuno di loro. Questo è il compito che possiamo e dobbiamo portare avanti per tutta una vita. Senza educazione dei desideri c’è spazio per ogni cosa, per ogni aberrazione e per ogni male. È su questo aspetto della vita che il Signore ci chiede di vigilare se vogliamo pervenire ad una sapienza di custodia degli affetti.

Esercizio per la revisione di vita quaresimale

  • Come reagisco ai cambiamenti della vita?
  • Con quale sapienza li custodisco?
  • So evitare le vie degli empi?
  • Quali sono i desideri depositati nel profondo del mio cuore?
  • Cosa dicono di me i miei desideri?

Impegno per suscitare la sapienza in noi

Credo che sia necessario più che mai, oggi, fermarci in attenta meditazione per verificare cosa stiamo facendo per educare i nostri affetti. È molto probabile che molti non stiano facendo assolutamente nulla e che molti cerchino di approfittare delle occasioni che vengono dalla vita, rischiando l’instabilità in ogni relazione. È quello che vediamo testimoniato da più parti. Se vogliamo veleggiare verso la stabilità della vita e anche verso la felicità, abbiamo bisogno di educare noi stessi, esaminando i nostri desideri e riproponendoci i valori che ci aiutano a dare ordine alle emozioni che sono sempre disordinate dentro di noi.

È questo l’esercizio di sapienza che desideriamo vivere oggi.

2021-02-25T17:05:10+01:00