Tutti i Santi
La spiritualità di questa settimana
“Ti sembra una pazzia di poco conto dire che si può e si deve essere santi nel bel mezzo della strada? Che possono e devono essere santi il venditore di gelati col suo carrettino, la collaboratrice domestica che passa tutto il giorno in cucina, il direttore di banca, il professore universitario, il contadino, il portabagagli…? Tutti chiamati alla santità!”. Così scriveva già nel 1928 San Josemaria Escrivà il fondatore dell’Opus Dei. Tutti siamo chiamati alla santità, proprio nel vivere la vocazione che abbiamo ricevuto, laicale o di consacrazione che sia, e proprio nel bel mezzo delle faccende in cui la vita di ciascuno di noi si dà, avviene, si rinnova ogni giorno. In questo anno, che tra poco vedrà aprirsi le porte del Giubileo, vorrei che tutti noi ci domandassimo:
- Vivo la speranza di diventare santo?
Credo che, così ad un primo interrogarci nella coscienza, tutti noi potremmo dire di avere la consapevolezza di questa chiamata, ma di temere anche di non farcela tutti, credo e spero, ci sentiamo chiamati alla santità ma, poi, non sappiamo bene come vivere questa chiamata, anzi credo che proprio a tutti appaia come la normalità dei nostri giorni sia ben lontana dalla santificazione.
Ecco la bellezza della festa dei santi! Riportare, in ciascuno di noi, il gusto per la santificazione personale, il gusto per una vita di santità. Proprio come voleva San Escrivà che ha fatto della santificazione del tempo feriale il cuore della sua proposta spirituale, il cuore della sua via di santificazione.
La Parola di questo giorno
LETTURA Ap 7, 2-4. 9-14
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Nel giorno del Signore, io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
SALMO Sal 88 (89)
Benedetto il Signore in eterno.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà.
I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell’assemblea dei santi. R
Dio è tremendo nel consiglio dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano.
Chi è come te, Signore, Dio degli eserciti?
Potente Signore, la tua fedeltà ti circonda. R
Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto. R
EPISTOLA Rm 8, 28-39
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati. Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: «Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello». Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
VANGELO Mt 5, 1-12a
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Vedendo le folle, il Signore Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Provocazioni
Vangelo
Cuore di ogni proposta spirituale cristiana è, ovviamente, il Vangelo. Soprattutto questo Vangelo delle beatitudini, così affascinante, così conosciuto eppure così difficile da vivere, da mettere in pratica, da attuare.
Beati i poveri in spirito. Ovvero: si incammina sulla via della santificazione, chi non ambisce a mete troppo umane, ad una vita fatta solo di cose e non di valori, ad una vita, soprattutto, nella quale l’unico protagonista è l’uomo. Il povero in spirito è l’uomo che nutre sentimenti di amicizia per Dio, è l’uomo che cerca, per lo meno, di vivere una vita di fede autentica, significativa, intensa. La speranza di una vita santa passa, dunque, dalla fede.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Credo sia bene domandarci subito se stiamo camminando su questa via di santificazione, se il pensiero di Dio è qualcosa che accompagna i nostri giorni. Il Vangelo ci sta dicendo, come molto spesso fa, che non sono tanto gli atti di fede vissuti esteriormente a santificare la nostra vita – vale a dire le celebrazioni – ma quell’essere interiormente rivolti a Dio che è il cuore di ogni atto di fede. Se la nostra vita non pensa sufficientemente a Dio, se la nostra esistenza non diventa dialogo con il Signore, non potrà mai tendere alla santità. La speranza della santificazione nasce da un costante dialogo con Dio, un dialogo personale, forte, interiore, che parla diversi linguaggi, che sa assumere, di volta in volta, diverse forme. La santificazione dell’anima passa per un sentirsi sempre accompagnata da Dio, in ogni realtà della vita e in ogni istante di essa. Si santifica chi vive questa esperienza che sa passare dal dialogo interiore alla certezza del cuore e della mente.
- Vivo questo dialogo interiore che genera certezza nella vicinanza di Dio?
Vangelo
Prosegue il Vangelo con la sua ricetta di santità: Beati coloro che sono nel pianto. Insegnamento con il quale il Signore Gesù intende affermare che nessuno si deve mai disperare, in nessuna condizione di vita. Nemmeno la situazione più disastrosa, nemmeno quella più apparentemente provata, nemmeno l’esistenza di chi vive in un pianto perenne deve diventare occasione di disperazione spirituale, occasione nella quale diventa lecito disperare della salvezza eterna, poiché tutti siamo chiamati alla salvezza in Cristo, tutti siamo chiamati alla santità in lui.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Penso che a questo proposito possa tornarci molto utile la proposta spirituale di Santa Bernadette che, dalle parole della vergine Santa, imparò ciò che Dio voleva da lei: “prometto di renderti felice non in questo mondo ma in quell’altro”. Realtà che deve ricordare a ciascuno di noi che la santificazione comprende anche le traversie della vita. Le difficoltà del tempo presente non sono opposizione alla santificazione della nostra anima, non sono ostacolo ad essa. Caso mai sono via di avvicinamento alla santità. Potremmo, dunque, rileggere le cause di disperazione che viviamo, le cause di dolore che proviamo, per chiederci come esse ci stanno avvicinando a Dio, sempre pronti a domandarci però se cerchiamo solo la felicità istantanea in questa vita o se siamo capaci di guardare all’altra vita, alla vita eterna, come felicità perenne da raggiungere.
- Ricerco la felicità eterna?
Vangelo
Ancora provoca la Parola del Signore: Beati i miti e i puri di cuore. La mitezza è condizione per la santificazione. Mitezza, ovvero l’atteggiamento di chi non risponde con violenza alla violenza, l’atteggiamento di chi non vuole opporsi ad ogni costo nemmeno a chi fa del male. La mitezza appartiene anche a coloro che si difendono, ma nelle dovute proporzioni e con il dovuto rispetto. La mitezza è la virtù di chi non si sottomette, la virtù di chi va sempre a testa alta, ma sempre senza ferire gli altri, senza mancare di rispetto alla vita delle altre persone.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Mi sembra che questa virtù non sia cercata. Tutta la violenza di cui siamo testimoni, in fondo, contagia anche noi, così che anche solo nel pensiero o anche solo nelle parole, tutti siamo un po’ succubi di questa violenza alla quale ci opponiamo con violenza. La violenza pensata, la violenza pronunciata, ovviamente e ancor peggio, la violenza perpetrata in qualsiasi forma e rispetto a chiunque, è ciò che più si oppone alla santificazione della vita. La mitezza è l’arma di chi ha speranza. Speranza in Dio, che vede ogni cosa e che giudica ogni cosa. La mitezza aiuta a vivere da santi perché sa rimettere ogni cosa al cospetto di Dio, anche la realtà più dura di ogni esistenza. Il cristiano dovrebbe santificarsi anche in questo modo: lasciando fare a Dio e consegnando la propria vita nelle sue mani di misericordia, amore, perdono.
- Vivo in mitezza?
Vangelo
Beati quello che hanno fame e sete di giustizia e i perseguitati a causa della giustizia, prosegue il vangelo. Il Signore annuncia che anche una vita che vive e sperimenta ingiustizie, è una vita degna della santità. Molto spesso più di altre vite, apparentemente così perfette ma, in realtà, così distanti da Dio.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Forse anche noi siamo un po’ nella condizione di sentire che qualche ingiustizia ci riguarda. Per via di qualcosa che ci è capitato o anche solo per via di quel sentire comune così diffuso tra noi. Il Signore ci ricorda che una vita che tende alla giustizia è una vita che tende alla santificazione, chi cerca giustizia si dispone ad essere uomo giusto, come San Giuseppe. Per questo la vita di chi cerca la giustizia tende alla santità.
- Di quale giustizia ho bisogno?
Vangelo
Beati i misericordiosi e gli operatori di pace. Ovvero: chi tenta di imitare Dio. Poiché la misericordia è di Dio, chi tenta di avere misericordia è da Dio. La misericordia deve sempre avere la meglio nel giudizio. Così si esprime la scrittura.
Per noi e per il nostro cammino di fede
In realtà mi pare di trovare sempre più persone che esprimono il proprio dubbio a proposito di questa regola della misericordia. Trovo più persone che non sanno come viverla, non sanno come praticarla, non sanno, in fondo, né chiederla per sé né concederla per gli altri. Il Vangelo ci avverte: solo una vita dove trionfa la misericordia è una vita degna della santità. Solo una vita degna di misericordia è una vita dove trova posto il pensiero di Dio: povertà di spirito e misericordi sono da prendere e da vivere insieme.
- Che posto occupa la misericordia nella mia vita?
Vangelo
Ancora il Signore: Beati gli operatori di pace. Ovvero: chi cerca la pace, a qualsiasi livello, cerca di costruire la città di Dio.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Mi pare che, a parole, tutti cerchiamo la pace, ma, poi, le nostre parole e i nostri gesti non sempre vanno di pari passo con queste parole. Forse ci mettiamo anche noi dalla parte di chi dice di cercare la pace ma causa guerra. Una beatitudine che chiede di leggere bene dentro i rapporti e la vita delle nostre famiglie…
- Sono un operatore di pace?
Vangelo
Conclude il Vangelo: Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno…. la santità passa attraverso una manifestazione sincera della propria fede. La santità passa attraverso una manifestazione vera e serena della propria ricerca di Dio. Anche quando non è capita, anche quando non è accettata, anche quando viene avversata.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Direi di vivere non solo questo giorno dei santi, ma il prossimo anno giubilare, come un tempo nel quale è bene cercare di superare crisi e difficoltà di ogni genere. Direi e suggerirei di cercare la santificazione anche attraverso una testimonianza di vita che non si cura del risultato della propria testimonianza, ma non cela a nessuno il proprio tendere a Dio. In un mondo che, sempre più disprezza e calpesta i valori della fede, noi siamo chiamati a questo.
- Sapremo vivere questa ricetta di santità?