Settimana dell’ultima domenica dopo l’Epifania – mercoledì
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Qo 8, 5b-14
Lettura del libro del Qoèlet
La mente del saggio conosce il tempo opportuno. Infatti, per ogni evento vi è un tempo opportuno, ma un male pesa gravemente sugli esseri umani. L’uomo infatti ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà? Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della morte. Non c’è scampo dalla lotta e neppure la malvagità può salvare colui che la compie. Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto il sole, quando un uomo domina sull’altro per rovinarlo. Frattanto ho visto malvagi condotti alla sepoltura; ritornando dal luogo santo, in città ci si dimentica del loro modo di agire. Anche questo è vanità. Poiché non si pronuncia una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore degli uomini è pieno di voglia di fare il male; infatti il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui, e non sarà felice l’empio e non allungherà come un’ombra i suoi giorni, perché egli non teme di fronte a Dio. Sulla terra c’è un’altra vanità: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dai malvagi con le loro opere, e vi sono malvagi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità.
SALMO Sal 89 (90)
Mostraci, Signore, la tua gloria.
Prima che nascessero i monti,
da sempre e per sempre tu sei, o Dio.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo». R
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera,
consumiamo i nostri anni come un soffio. R
Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
e il loro agitarsi è fatica e delusione;
passano presto e noi voliamo via. R
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R
VANGELO Mc 12, 38-44
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Vangelo
“Essi pregano più a lungo per farsi vedere…”. Anche il Vangelo di oggi è retto da quella predicazione contro l’ipocrisia che abbiamo letto lunedì. Il Signore sa di avere di fronte persone che non amano la ricerca del volto di Dio: amano solamente sé stesse e anche la loro azione di preghiera diventa occasione per mostrare un’immagine di sé. Andare al tempio, farsi vedere in atteggiamento di preghiera diventa occasione per affermare la propria identità e, al limite, rafforzare il proprio potere. Al contrario, la povera vedova che va al tempio per pregare e che depone il suo obolo nella cassa del tempio senza essere vista da nessuno è il vero modello di credente che il Signore vuole raccomandare a tutti. Ella opera nel segreto, vive una carità fattiva e operosa, non cerca il plauso di nessuno, si rimette completamente e con fiducia alla volontà di Dio. Questo è il modello di credente che il Signore ha in mente e che raccomanda con questa predicazione. Questa donna mette nelle mani di Dio “tutto quanto aveva per vivere”. Ecco la sua sapienza! Non conta “quanto” mette nella cassa del tempio, piuttosto il fatto che ella rimette quanto ha a disposizione degli altri. Ella sa che il Signore provvederà per lei in qualche modo. Non cerca altra sicurezza che Dio. Ecco la sapienza di questa donna sola.
Qoelet
Il libro del Qoelet ci diceva qualcosa del genere. Il sapiente nota come molti uomini vivano per opprimere l’altro. Sa che il progetto di vita di alcune persone consiste solo nel desiderio di sopraffare l’altro. Progetto di vita che esprime, oltre ad una cattiveria in sé, anche una vanità. Non rimane niente di coloro che agiscono in questo modo. Non rimarrà memoria di coloro che non agiscono per il bene. Rimarrà solamente il ricordo di chi ha fatto il bene. Ecco il primo insegnamento di Qoelet.
Il secondo insegnamento è ancora più forte ed attuale del primo. Il sapiente vede che anche gli ingiusti, talvolta, hanno fortuna. Anche il progetto degli uomini malvagi, talvolta, non viene frenato da niente, anzi, sembra che essi riscuotano più fortuna del giusto. Il sapiente dice di non preoccuparsi di tutto questo. La sorte degli uomini dipende da tanti fattori diversi. Ma Dio non dimentica. È davanti a Dio che bisogna arricchire. Non invidiare un uomo che ha fortuna solo per quello che riesce a costruire, ma rimettersi nelle mani di Dio anche quando impegnandosi per il bene si vedono andare male le cose: questo è sapienza. Ed è in base a questa sapienza che si potrà piacere a Dio.
Per noi
Gli insegnamenti e le provocazioni di questo giorno sono tutti attualissimi.
- Anche noi crediamo perché vogliamo farci vedere?
- Anche il nostro essere presenti in chiesa è solo per apparenza?
Non crediamo di avere già superato la cosa! Anche oggi ci sono persone che vengono in chiesa per farsi vedere, che si sposano in chiesa solo per il rito, non certo per fede professata e praticata. Molte nostre celebrazioni, specie quelle di cresima o di prima comunione, diventano occasione per far vedere sé stessi e per accrescere la propria immagine. Proviamo a vedere se siamo già stati capaci di arginare questo progetto non sano, non giusto, non buono, oppure se siamo stati già capaci, personalmente, di compiere questo passo di silenzio, nascondimento, discrezione…
Credo poi che tutti rimaniamo senza parole di fronte all’esempio della vedova. Lasciamo che sia il cuore a parlare, mentre ci chiediamo:
- Ho fiducia in Dio? Sarei disposto a rimettermi completamente nelle sue mani?
Rileggendo la storia del nostro mondo, trovo giusto chiederci:
- Invidio chi ha successo?
- Mi lascio tentare anch’io da queste cose?
Chiediamo al Signore di non vivere solo di apparenze.