Settimana dell’ultima domenica dopo l’Epifania – giovedì
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Qo 8, 16 – 9, 1a
Lettura del libro del Qoèlet
Io, Qoèlet, quando mi dedicai a conoscere la sapienza e a considerare le occupazioni per cui ci si affanna sulla terra – poiché l’uomo non conosce sonno né giorno né notte – ho visto che l’uomo non può scoprire tutta l’opera di Dio, tutto quello che si fa sotto il sole: per quanto l’uomo si affatichi a cercare, non scoprirà nulla. Anche se un sapiente dicesse di sapere, non potrà scoprire nulla. A tutto questo mi sono dedicato, ed ecco tutto ciò che ho verificato: i giusti e i sapienti e le loro fatiche sono nelle mani di Dio.
SALMO Sal 48 (49)
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio.
Ascoltate questo, popoli tutti,
porgete l’orecchio, voi tutti abitanti del mondo,
voi, gente del popolo e nobili,
ricchi e poveri insieme.
La mia bocca dice cose sapienti,
il mio cuore medita con discernimento. R
Periranno insieme lo stolto e l’insensato
e lasceranno ad altri le loro ricchezze.
Il sepolcro sarà loro eterna dimora.
Certo, Dio riscatterà la mia vita,
mi strapperà dalla mano degli inferi. R
Non temere se un uomo arricchisce,
quando muore, infatti, con sé non porta nulla.
Anche se da vivo benediceva se stesso:
«Si congratuleranno, perché ti è andata bene»,
andrà con la generazione dei suoi padri,
che non vedranno mai più la luce. R
VANGELO Mc 13, 9b-13
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
Vangelo
“Vi consegneranno ai sinedri…”. Credo che, almeno inconsciamente, quando leggiamo parole come questa, pensiamo a fatti che non ci riguardano. Vuoi per il tempo: non siamo, qui da noi, in tempo di persecuzioni propriamente dette. Vuoi per la storia: crediamo di essere ormai lontani da queste cose. Gesù dice queste verità al di là del tempo e di tutte le connotazioni geografiche, politiche, religiose possibili e ricorda che per chi non vive di apparenze, per chi non vive di affermazioni della propria identità, per chi vive la fede in modo autentico e vero, sarà sempre il momento di sostenere una persecuzione. Non nel senso dell’essere messi a morte per la fede, anche se questa realtà è tutt’altro che tramontata, ma nel senso dell’essere messi ai margini di una società. Gesù dice chiaramente che il cristiano deve essere pronto a questo. Possiamo anche dire così: il segno di una vera ed autentica appartenenza a Cristo è anche il non cercare un’affermazione personale, ma il rimettersi nelle mani di Dio quando si percepisce che la propria fede, la Chiesa a cui si appartiene, non contano più nulla, sono emarginate dal resto della società. Il Signore Gesù è stato molto esplicito anche riguardo al sostegno che Dio stesso dona a coloro che vivono questa realtà: sarà lo Spirito Santo a parlare nel cuore di costoro e tutti sentiranno una forza autentica, nuova, irrefrenabile che guiderà tutti coloro che si affideranno a Dio. Chi non vive una fede fatta di appartenenze socialmente rilevanti, chi non vive una fede fatta di affermazioni personali, è disposto a capire questa verità e, soprattutto, a viverla.
Qoelet
“I giusti e i sapienti, con le loro fatiche, sono nelle mani di Dio”. La frase del sapiente ci aiuta a comprendere ancor meglio il Vangelo che abbiamo riletto insieme in questo giorno. Se tutto è nelle mani di Dio, lo sono ancor più i sapienti, i giusti, che sanno rimettere le loro fatiche di vita nelle mani di Dio. Dare testimonianza alla propria fede non è cosa semplice. È una fatica. Questa fatica è nelle mani di Dio. Il credente conosce questa verità e ciò gli basta per andare avanti. Poiché il sapiente sa che ogni fatica fatta per Dio è nelle sue mani, egli si affida completamente a Dio. Va oltre le apparenze, non cerca i segni che cercano in molti, sa che Dio, a suo tempo, risponderà a coloro che invocano il suo nome e confidano sopra ogni cosa nel suo aiuto. Ecco perché vanno avanti dando testimonianza della propria fede senza chiedere nulla in cambio e senza pretendere nulla. Al sapiente basta sapere che la fatica che egli sostiene è gradita a Dio. Questo è il cuore di tutto, il cuore di ogni cammino autentico e vero.
Per noi
Papa Francesco, intervenendo molte volte sulla situazione della fede in occidente, ha detto senza mezzi termini che “la cristianità”, cioè quell’alleanza tra Chiesa e società civile per promuovere i medesimi valori condivisi, è finita. In occidente, almeno, non c’è più spazio per questa strada. Non è finito, però, il cristianesimo. Non sono finiti i cristiani! Anzi, credo che a noi spetti un compito fondamentale, quello di testimoniare la fede anche in un contesto di indifferenza, di valori profondamente mutati rispetto al passato, di estraneità.
Credo che questo richiamo sia difficile da accettare e ancor più difficile da praticare. Tutti noi abbiamo in mente, di fatto, la posizione di Chiesa egemone dalla quale proveniamo. Tutti abbiamo in mente anche i privilegi che, nella società, le erano concessi. Tanto che quando ci rendiamo conto del momento storico in cui siamo e di tutto questo contesto che abbiamo perso, ci sorprendiamo a domandarci: come è potuto succedere? Di fronte a quali segni siamo?
Credo proprio che le Scritture di oggi ci facciano bene. Anche se non siamo più nell’epoca della cristianità, non vuol dire che, allora, si è perso tutto, come tanti dicono. Sorgeranno altre occasioni, ci saranno altre porte da aprire. Lo Spirito consolerà chi crede oltre le cose esteriori. Questa dovrebbe essere la nostra fede. Questa dovrebbe essere la nostra certezza.
- Abbiamo questa fede e certezza?